Leggo articoli allucinanti e analoghi commenti di media che tentano a giustificare l’ingiustificabile, ovvero l’uccisione in un paese straniero dello scienziato nucleare iraniano Mohsen Fahrizade del centro di ricerca innovazioni tecnologiche militare iraniano.
Stimo il popolo israeliano ma devo dire che la politica che lo rappresenta, è veramente incomprensibile e cinica. Essendo uno stato in cui la fede è molto importante, non capisco come lo stato israeliano possa concepire di uccidere in maniera così illegale ed efferata uomini che diventano obiettivi che non fanno altro che servire il proprio paese. Allo stesso modo è incomprensibile come i suoi dirigenti pretendano che gli altri subiscano i frutti delle proprie paure.
Inoltre, non dobbiamo dimenticare che l’Iran è stata tirata per i capelli in Siria, vista la guerra asimmetrica iniziata dai paesi atlantici, Israele, Stati del Golfo e Turchia contro Damasco, un paese pacifico che con Assad aveva ottime prospettive di realizzare ulteriori progressi. Questo è sconcertante perchè gli Stati Uniti con Trump sono riusciti persino a realizzare lo storico incontro con il presidente nord coreano Kim Jong-un. Perché non sono stati fatti passi analoghi passi verso l’Iran o la Siria?
Per dare un giudizio su cosa Tel Aviv pretende dagli altri ma non applica per sé stessa, è il caso di ricordare il piano “The Samson Option” citato nel summenzionato articolo del Los Angeles Times, che come rivelò il premio Pulitzer Seymour Hersh nel suo libro omonimo, prevedeva che in caso di attacco di paesi arabi confinanti – se vicino ad un esito negativo del conflitto – Israele avrebbe effettuato un attacco indiscriminato con testate nucleari verso paesi terzi, tra cui l’Unione sovietica.
(…) Quasi dall’inizio, come documenta in modo agghiacciante Hersh, la strategia nucleare di Israele si sarebbe basata su una minaccia deliberata e una provocazione dell’Armageddon planetario. In extremis, di fronte alla prospettiva della sconfitta e del presunto sterminio da parte degli arabi, gli israeliani si sarebbero lanciati contro i sovietici e ogni altro avversario a portata di mano, innescando una guerra nucleare generale. Con attitudine biblica, le testate e le bombe sarebbero state chiamate armi “del tempio”, la politica “L’opzione Sansone”.Nukes in the Negev: THE SAMSON OPTION: Israel's Nuclear Arsenal and American Foreign Policy
Gli ispettori statunitensi riuscirono nel 1962 ottenere il permesso di visitare gli impianti nucleari di DIMONA, ma Israele affermò che il sito era stato costruito solo per ragioni pacifiche:
Gli Stati Uniti sanno bene il potenziale atomico di Israele e la sua crescita e perfezionamento avvenuta anno dopo anno, ma hanno sempre fatto finta di niente:
Nel frattempo, l’intelligence americana accumula prove, fotografie, file, dossier, ma rimane tutto secretato “per assecondare la codardia politica dei superiori”. Seymour Hersh , l’autore del libro “The Samson Option“cita la riposta ottenuta da un analista dell’intelligence, “faresti meglio a stare attento. Soprattutto se hai una carriera. ” In altri termini, “c’è poco da guadagnare trasmettendo informazioni che chi è al vertice non vuole sapere”.
E così conclude:
Ovviamente tutto questo porterà solo a fare terra bruciata intorno e non alla pacifica convivenza tra popoli. “Gran parte di questo pericolo inutile – chiarisce Seymour Hersh – si è verificato negli Stati Uniti”. “Se un giorno i bambini ebrei o arabi del Medio Oriente devono essere inceneriti in un lampo di luce accecante, almeno non dovremo cercare lontano i responsabili”.
patrizioricci by @vietatoparlare
nota a margine: “Israel’s Secretive Nuclear Facility Leaking as Watchdog Finds Israel Has Nearly 100 Nukes“
Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha pubblicato lunedì un nuovo rapporto in cui si afferma che Israele ha quasi un centinaio di testate nucleari, più di quanto si pensasse in precedenza.
Il rapporto SIPRI descrive l’arsenale nucleare israeliano come segue: 30 bombe a gravità in grado di consegnare armi nucleari da caccia; altre 50 testate che possono essere consegnate da missili balistici terrestri; e un numero imprecisato di missili da crociera lanciati dal mare e dotati di armi nucleari che garantirebbero a Israele una capacità di secondo attacco in mare.
Come risultato di una politica di “ambiguità nucleare”, il numero effettivo di armi nucleari israeliane è sconosciuto. Alcune altre organizzazioni, come la Nuclear Threat Initiative con sede negli Stati Uniti, hanno stimato che Israele ha prodotto abbastanza plutonio per armi da armare tra 100 e 200 testate nucleari. Israele è una delle sole cinque nazioni al mondo che si rifiutano di firmare il Trattato di non proliferazione delle armi nucleari, un trattato internazionale volto a porre fine alla proliferazione delle armi nucleari e raggiungere il disarmo nucleare globale. (…) Mintpress – June 17th, 2019 By Whitney Webb