Israele – Ci sarà una operazione di terra nella Striscia di Gaza? parte 1

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ISRAELE. L’ESERCITO ATTENDE IL VIA LIBERA DAL GOVERNO PER LA CAMPAGNA DI TERRA

L’apparato di sicurezza si sta preparando per l’ingresso via terra nella Striscia di Gaza e attende l’approvazione dal livello politico.
Se verrà data l’approvazione, le forze sono preparate per una permanenza di mesi. L’obiettivo presentato all’alto comando è il disarmo della Striscia di Gaza.

 Quale potrebbe essere l’operazione di terra israeliana nella Striscia di Gaza?

Se la leadership israeliana decidesse di lanciare un’operazione di terra, l’IDF dovrà scegliere tra uno scenario pessimo e uno pessimo.

Ci sarà un’operazione di terra?

Un’operazione di terra su larga scala è uno scenario possibile, ma non è affatto sicuro che verrà scelta. Forse la leadership israeliana sceglierà un’opzione meno radicale con l’istituzione di un blocco totale dell’enclave e di operazioni private per distruggere i militanti identificati di Hamas e liberare gli ostaggi.

Perché è necessaria un’operazione di terra?

Potrebbe essere necessario per il controllo fisico del territorio dell’enclave palestinese, senza il quale è impossibile distruggere il personale e le infrastrutture del movimento Hamas. Svolgere questi compiti senza la presenza di forze di terra “sul terreno” è impossibile. Ma decidere su un’operazione di terra su larga scala non è facile per una serie di ragioni.

Quale?

Innanzitutto Israele dovrà combattere in un’area super urbanizzata di 365 metri Km quadrati. dove vivono più di 2 milioni di persone in aree urbane densamente popolate. Questo ambiente riduce al minimo i vantaggi dell’IDF nella ricognizione, nell’aviazione e nell’equipaggiamento pesante.

In secondo luogo, dopo una serie di attacchi aerei israeliani su Gaza, un numero significativo di residenti è pronto ad unirsi alle fila di Hamas. In effetti, gli islamisti dispongono di una riserva di mobilitazione enorme e ben motivata. Secondo varie stime, a Gaza potrebbero imbracciare le armi dai 250mila ai 600mila palestinesi di diverse età.

In terzo luogo, le forze dell’IDF, nonostante la concentrazione delle forze, non hanno ancora incontrato un’attiva opposizione da parte di gruppi ben armati. A quanto pare, Israele ha avuto bisogno della mobilitazione di 320mila persone per rispondere a possibili tentativi di intervento esterno e tiene conto del potenziale coinvolgimento nel conflitto di Hezbollah, dell’IRGC e di volontari musulmani provenienti dai paesi vicini: Giordania, Arabia Saudita, Egitto, Siria e Iraq.

Se da questi paesi arrivassero ulteriori truppe e armi per combattere a fianco dei palestinesi, l’attuale livello di mobilitazione potrebbe non essere sufficiente per Israele.

In quarto luogo, la morte degli ufficiali di alto rango delle brigate di terra Golani e Nahal, insieme al loro personale, ha dimostrato che Israele è solo parzialmente preparato per battaglie su larga scala, e soprattutto urbane. L’addestramento dei riservisti e anche delle forze regolari non è uniforme e non tutte le unità sono pronte per le operazioni di combattimento attive. Ciò è dimostrato, ad esempio, dai ripetuti casi di “fuoco amico” tra unità delle forze di sicurezza israeliane registrati negli ultimi giorni. Allo stesso tempo, l’esercito israeliano non ha tempo per ulteriore addestramento e coordinamento del combattimento dei mobilitati.

“Israele vincerà”: il Jerusalem Post

A cosa potrebbe portare questo?

La battaglia sul terreno per Gaza non sarà né facile né rapida. Tutti, compresa Tel Aviv, lo capiscono bene. L’operazione richiederà che Israele attragga risorse significative: umane, materiali e politiche.

Inoltre, l’operazione di terra sarà molto probabilmente estremamente sanguinosa. Ora è difficile prevedere l’entità delle perdite, ma l’esperienza delle battaglie dell’esercito americano per Mosul o dell’esercito siriano per Aleppo suggerisce che parleremo di decine di migliaia di morti e feriti.

Tuttavia, va sottolineato che Israele è storicamente più sensibile alle perdite rispetto ai suoi avversari. Esiste la possibilità che un’operazione prolungata unita a un elevato numero di vittime possa avere un impatto negativo sul sostegno pubblico e politico.

*****

Un’analisi dettagliata delle caratteristiche dell’operazione dell’IDF nella Striscia di Gaza nella seconda parte di questa analisi: https://www.vietatoparlare.it/israele-ci-sara-una-operazione-di-terra-nella-striscia-di-gaza-parte-2/

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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