Intesa di tregua umanitaria tra Israele e Hamas, facilitata da Qatar, Egitto e USA

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Intesa di tregua umanitaria tra Israele e Hamas

Dopo 47 giorni di intensi scontri, un cessate il fuoco temporaneo di quattro giorni è stato concordato tra Israele e Hamas, grazie alla mediazione di Qatar, Egitto e Stati Uniti. Questo accordo prevede la sospensione delle ostilità e lo scambio di prigionieri, principalmente donne e minori, tra le due parti. Durante i combattimenti, l’IDF israeliano ha colpito bersagli civili, causando oltre 14.000 morti, inclusi 5.860 bambini.

Clausole dell’Accordo

L’accordo stabilisce lo scambio di 50 civili, donne e bambini, detenuti a Gaza con un numero equivalente di prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane. La tregua inizierà nelle prossime 24 ore e durerà quattro giorni, con possibilità di estensione. I prigionieri saranno rilasciati a gruppi di 10-12 durante la tregua. La Croce Rossa visiterà i prigionieri non ancora liberati e verranno forniti medicinali e aiuti umanitari, inclusi carburanti.

Hamas ha specificato che l’accordo include la cessazione totale delle operazioni militari, la sospensione dei voli di ricognizione e la libertà di movimento lungo la strada Salah al-Din. Inoltre, 150 donne e bambini palestinesi saranno liberati dalle carceri israeliane.

Scambio di prigionieri

L’accordo permetterà il rilascio di 50 donne e bambini catturati durante l’operazione Diluvio Al Aqsa, inclusi circa 3 cittadini statunitensi. In cambio, Israele libererà 150 prigionieri. Il governo israeliano ha pubblicato un elenco di 300 nomi per il rilascio, la maggior parte adolescenti tra i 16 e i 18 anni e 13 donne.

Implementazione e reazioni

La decisione israeliana di procedere allo scambio è stata presa dopo intense consultazioni. L’accordo è stato approvato all’unanimità, nonostante l’opposizione di alcuni ministri di estrema destra. Il primo ministro Netanyahu ha sottolineato che la tregua non segna la fine della guerra contro Hamas. Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha espresso il suo impegno a riportare a casa tutti gli ostaggi americani. Anche il Regno Unito e l’UE hanno sottolineato l’importanza di affrontare la crisi umanitaria a Gaza.

In Israele, i parenti delle persone detenute a Gaza hanno accolto positivamente la notizia della tregua. Il presidente israeliano Isaac Herzog ha espresso comprensione per le riserve riguardo all’accordo, ma ha sostenuto la decisione. Il presidente palestinese Mahmoud Abbas ha lodato gli sforzi di Qatar ed Egitto per garantire la tregua.

La Striscia di Gaza il luogo più pericoloso al mondo per i bambini

Durante un briefing al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, Sima Bahous, Direttrice dell’Entità delle Nazioni Unite per l’Uguaglianza di Genere e l’Empowerment delle Donne (UN Women), ha evidenziato le sofferenze sproporzionate subite da donne e ragazze nella crisi di Gaza. Ha accentuato l’intensità della violenza nella regione e il suo impatto devastante, particolarmente sul 67% delle donne e ragazze tra le 14.000 vittime. Bahous ha espresso grave preoccupazione per le donne incinte e le neomamme prive di assistenza medica, sottolineando la loro resilienza nel curare bambini, anziani e malati in condizioni estreme.

Catherine Russell, Direttrice Esecutiva dell’UNICEF, ha poi messo in luce l’impatto critico della crisi sui bambini, con oltre 5.300 bambini palestinesi uccisi in 46 giorni, pari al 40% delle morti totali. Ha descritto la Striscia di Gaza come “il luogo più pericoloso al mondo per i bambini”, evidenziando come la guerra alteri irrimediabilmente le loro vite e porti a una crisi nutrizionale imminente. Queste osservazioni enfatizzano la necessità urgente di protezione e supporto per i più vulnerabili nelle zone di conflitto, specialmente a Gaza.

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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