Il Donbass è ancora bombardato ed era lo scopo principale dell’escalation

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Sull’operazione militare russa in Ucraina molti commentatori di cose militari esprimono timori e perplessità. Ad esempio, questa è un’obiezione molto importante: “La Russia ha rifiutato di bloccare le ferrovie dell’Ucraina. Stazioni e treni funzionano, trasportano carri armati, personale e munizioni in assoluta libertà. Il nemico fornisce all’esercito tutto ciò di cui ha bisogno dall’Occidente. Perché non ci sono attacchi russi per fermare completamente le comunicazioni ferroviarie è un mistero. 

Altro punto contestato è la mancanza di mobilitazione almeno parziale dell’esercito russo: “Per la vittoria, oltre alle truppe radunate e ai soldati a contratto reclutati attraverso gli uffici di registrazione e arruolamento militare, sono necessarie altre 200mila baionette. Sono necessari per la seconda linea, il controllo delle aree liberate, la copertura da attacchi e bombardamenti del territorio di confine della Russia. Un tale numero di persone si può ottenere solo con la convocazione dei veterani dell’FSB-MVD, così come di altre categorie. Dovrai scegliere tra mobilitazione o resa. Ma se si ritarda ulteriormente la scelta, le conseguenze possono diventare irreparabili“.

Quindi vediamo da una parte che le forze russe non vogliono distruggere le infrastrutture, mentre dall’altra parte – lo abbiamo visto a Mariupol – pur di vincere, la leadership ucraina non si fa scrupolo di accettare la distruzione delle proprie città e di farsi scudo dei civili, anche se questo vuol dire la morte di migliaia di civili.

Le forze armate ucraine stanno davvero contrattaccando

Queste preoccupazioni rispondono anche alle operazioni sul campo, nelle quali la parte russa sta subendo l’iniziativa dalle forze ucraine. Ciò che si vede è infatti che le forze russe quando le forze ucraine ingaggiano con forze considerevoli, le forze russe preferiscono ritirarsi.

Le forze russe si ritirano da alcune località, la potente area fortificata ucraina viene rosicchiata nel Donbass, la città di Donetsk è sotto tiro, un disastro con l’acqua, da oggi disponibile solo ogni 48 ore, dalle 19.00 alle 21.00. A Mariupol continua il rastrellamento casa per casa, tutto finirà lì quando morirà l’ultimo combattente o si arrende. Alla fine, quest’ultima è la loro scelta, le autorità ucraine lo hanno annunciato:

Ho parlato con questi ragazzi… Ho anche detto loro:” Capisco tutto, ragazzi, torneremo sicuramente. Ma se senti di dover uscire – e ritieni che sia la cosa giusta da fare e che puoi sopravvivere, allora fallo. Capisco com’è per i militari. Fallo.” Ho dato loro quella scelta. Hanno detto: “Non possiamo. Ci sono persone ferite qui. Non lasceremo i feriti”. Non solo, dicevano: “Non lasceremo i morti”. (V. Zelensky).

Situazione in breve

Quindi, la posta in gioco è gonfiata al limite mentre sarebbe stato facile trovare un punto di incontro. E il punto di incontro era solo il riconoscimento dello status quo deciso dai civili in Donbass e in Crimea.

Invece, c’è una catastrofe umanitaria nel Donbass. Distruzione quotidiana, mancanza d’acqua, morti di civili. Nello stesso tempo, le forze del DPR russe non possono sbloccare il DPR. Le loro forze sono sufficienti per una direzione: questa è Mariupol.

Gli Stati Uniti sono riusciti a piazzare sul mercato il GNL ricavato dallo scisto e stranamente ora è diventato economico, grazie alla guerra ed ai prezzi alle stelle.

E aumentano le sanzioni, in linea di principio è già in corso la Terza Guerra Economica Mondiale con la prospettiva di trasformarsi in una guerra senza una parola economica.

Dalla parte delle forze combattenti ucraine, non tutto è buono come sembra. La logistica è crollata, i prezzi stanno aumentando, non ci sono stipendi, non è chiaro cosa accadrà con le pensioni. La campagna di semina è stata sventata, le riserve di carburante si sono esaurite in larga misura. Anche nell’esercito l’atmosfera non è festiva, come nelle città. Ma non lasceranno che si arrendano.

Apprendo ora che sono in arrivo per l’Ucraina nuove e più insidiose armi (descritte qui sotto nel video da Stefano orsi) che potrebbero capovolgere le sorti della guerra. A meno che la Federazione Russa non avvii un’altra strategia. Ma un’altra strategia porterà la distruzione totale negli insediamenti e una maggior numero di morti.

A questo punto con nuove armi in arrivo, le opzioni sono due. La prima è che la Russia decida immediatamente un salto di qualità della guerra, che passi da una guerra a bassa intensità ad una alta intensità. L’altra opzione è subire le conseguenze della sconfitta e accettare le concessioni decise da Kiev.

Di questo avviso è il presidente della Repubblica popolare di Donetsk: “Abbiamo sette anni di esperienza nei negoziati con l’Ucraina. Non ci si può fidare dell’Ucraina anche quando ha firmato qualcosa. Ciò che sta accadendo alle piattaforme negoziali dovrebbe essere presentato su un piano separato ed essere guidato da ciò che sta effettivamente accadendo “, ha detto Pushilin .

VPNews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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