Idlib – I turchi posizionano grandi forze in Siria, dicono per stabilizzarla ma…

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Secondo gli accordi siglati a Mosca tra Putin ed Erdogan, le pattuglie russo-turche sull’autostrada M4 dovevano iniziare il 15 marzo, conseguentemente, i turchi dovevano costringere i militanti ad andarsene. Nulla è accaduto di tutto questo finora, anzi i jihadisti hanno reso inagibile la M4, anche con il sabotaggio di un ponte.

Ora siamo la fine di marzo. già il 16 marzo il Ministero degli Esteri russo aveva rilasciato questa dichiarazione:

INTERFAX.RU – I più gruppi armati di terroristi di Idlib non hanno riconosciuto l’accordo russo-turco, sono stati in grado di riarmarsi con supporto esterno e intraprendere azioni controffensive. Tra i ranghi dei jihadisti raggruppati lì ci sono molti jihadisti, compresi quelli evacuati tramite i “corridoi di sicurezza” da altre regioni della Siria “.

Questo descrive esattamente quello che sta succedendo.

Durante il cessate il fuoco, i turchi hanno posizionato nuovi posti di osservazione, in tutto tra quelli nuovi e quelli vecchi ce ne sono 52.

Praticamente ogni insediamento di medie e grandi dimensioni dei jihadisti ha ora ‘annessa’ una minibase turca.

Sono state portate così tante attrezzature, carri armati, artiglieria e munizioni che sono state compensate tutte le perdite che i jihadisti avevano sopportato nel mese di febbraio. E molto probabilmente la quantità di materiale bellico è anche superiore a quello che era prima a disposizione.

Tenete conto che ogni giorno dal 5 marzo sono arrivati a dislocarsi in Siria 1 o 2 convogli turchi con attrezzature.

Secondo un reporter di Anna News Evgeny Poddubny , al Nusra e SNA si sono riorganizzati  in 5 unità sotto il comando turco.

Poddubny ha detto che gli ufficiali russi gli hanno detto che i turchi hanno detto loro che l’apparato bellico portato in Siria “è contro il HTS” e che i turchi  stanno per iniziare l’operazione contro i gruppi radicali sull’M4″.

Naturalmente su questo ci sono seri dubbi. Fonti siriane affermano che i turchi considerano la regione di Idlib come loro proprietà. Del resto, le dislocazioni sono abbastanza eloquenti ed anche la riorganizzazione riportata da Anna News.

Inoltre, teniamo conto che  nessuno dei posti è concordato con i nostri siriani, ma i turchi li mettono ovunque.

Il messaggio dei turchi è approssimativamente il seguente: “Siamo in grado di fermare l’esercito siriano, ma rispettiamo d’accordo con i russi”.

In sostanza, i turchi continuano a dire che rispetteranno l’accordo ma ciò che si vede è altro: introducono armamenti, veicoli corazzati, artiglieria ed anche sistemi antiaerei. Al Nusra ha aerei?

AMN riferisce che venerdì, sono apparsi diversi rapporti secondo cui le forze armate turche stavano trasportando il sistema di difesa aerea americano a medio raggio MIM-23 Hawk a Idlib.

Dopo aver completato il dislocamento di questi sistemi di difesa aerea, è plausibile che i turchi lasceranno attaccare HTS e SNA: sapendo che lo spazio aereo sarà libero, i sistemi di artiglieria turca e UAV, li copriranno.

La domanda ora non è se i turchi se ne andranno o meno ma se ricominceranno da dove hanno iniziato.

Si accontenteranno di mantenere Idlib sotto il proprio protettorato? Oppure le nuove attrezzature sono state portate in Siria per garantire ‘il protettorato’ e respingere l’attacco di SAA che cercherà di liberare la M4?

Beh i jhadisti non se ne stanno buoni. Il 29 marzo, nella zona di Jabal al-Zawiya (Jabal Al-Zawiya) sono ripresi i combattimenti tra l’esercito siriano e i gruppi jihadisti. I militanti hanno sparato diversi proiettili di artiglieria contro le posizioni dell’esercito siriano nella regione di Kafr Nabl, il che ha spinto l’esercito siriano a rispondere con l’artiglieria e con le mitragliatrici. Ne è nato un violento scontro scontro tra le parti in guerra.

La maggior parte degli esperti escludono che la Turchia voglia far recuperare ai militanti le posizioni perse e riadeguarsi sugli accordi di Sochi. Probabilmente vogliono far capire che la situazione deve restare, così.

E’ probabile anche che gli eventi libici abbiano messo malumore ai turchi ed al Qatar che spinge per una rappresaglia in Siria.

In tutti i casi lo scenario non è roseo. I mezzi aerei si possono distruggere ma abbiamo visto cosa voglia dire una escalation che coinvolga le truppe turche.

La situazione è molto difficile e suscettibile di gravi evoluzioni, visto l’ambiguità turca.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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