I due Draghi …

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Vedremo se Draghi risponderà alle aspettative degli italiani e se la politica saprà lasciare le proprie ambizioni di potere per rialzare il paese. Dall’avvento di Conte questo raramente è stato visto.  Abbiamo visto invece, alcuni partiti agire di ‘astuzia’ e sfruttare le circostanze per imporre i propri egoismi particolari, nel totale disinteresse per il l’Italia (anzi – a parre di illustri giuristi – alcune volte hanno agito in maniera illegale, in totale spregio della Costituzione). Sta di fatto che il ‘sistema Italia’ continua a premiare solo gli europeisti, ovvero proprio quelli che hanno minor seguito nel paese. Proprio quelli che ambiscono a sostituire la popolazione italiana per aumentare il proprio elettorato.

L’articolo che segue è di ‘The World Reviews’

@vietatoparlare


Dopo settimane di crisi politica, con la caduta di Giuseppe Conte, l’Italia ha un nuovo governo. “Ringrazio Mattarella per avermi dato fiducia”, ha così esordito il breve intervento di Mario Draghi subito dopo aver ricevuto l’incarico di formare un nuovo esecutivo per l’Italia dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “È un momento molto difficile, siamo chiamati a grandi responsabilità”, ha aggiunto l’ex presidente della Banca centrale europea (Bce). Per il nuovo governo le priorità sono vincere la pandemia, completare la campagna di vaccinazioni, offrire risposte ai problemi quotidiani e rilanciare il Paese.

Le circostanze hanno chiamato Mario Draghi in un altro salvataggio, l’ennesimo nella sua carriera. È l’uomo designato dal Quirinale per costituire un governo di “alto profilo” . Nel frattempo, gli italiani hanno iniziato a contare le rovine di questa crisi di governo. A chi, nei giorni scorsi, aveva chiesto a Draghi se avrebbe mai accettato la carica, ha detto: “purché la maggioranza sia abbastanza numerosa”. La speranza era quella di non dover mai rispondere alla chiamata di Colle: questo avrebbe significato dover riconoscere il fallimento della politica italiana. E invece.

Ma chi è Mario Draghi?

Nato a Roma nel 1947, Draghi ha frequentato il liceo gesuita. All’età di 15 anni è rimasto orfano da entrambi i genitori: una zia si è presa cura di lui e dei suoi fratelli. Si è laureato all’Università di Roma con il famoso economista riformista Federico Caffè e si è specializzato al MIT di Boston con Franco Modigliani e Robert Solow. Il tempo passa, e arrivano i primi incarichi come docente nelle università italiane e americane: lavora al fianco dei governatori Guido Carli e Carlo Azeglio Ciampi. Poi il salto di carriera: diventa uno dei dirigenti della banca d’affari Goldman Sachs.

Nel 2005 Draghi torna a Roma. Indirizzo: via Nazionale, sede della Banca d’Italia. Draghi ha definito l’Istituzione “malgrado la sua integrità istituzionale ma ferita”, dopo gli scandali che hanno segnato la partenza di Antonio Fazio, suo predecessore. La banca si è mutata la pelle, assumendo un ruolo fino ad ora inedito: quello di “consulente indipendente e di fiducia del Parlamento, del Governo, dell’opinione pubblica”, come ha spiegato durante una conferenza a Londra. Ma nel 2008 sono arrivate le prime frizioni con Giulio Tremonti, ministro del Tesoro del governo Berlusconi. Con la manovra finanziaria iniziano i malintesi.

Ad ogni costo

Nel 2012, con quella che ora è diventata una massima, qualunque cosa serva, il Financial Times e il Times hanno nominato Draghi “Man of the year”. Nel gennaio 2015, tre anni dopo che Draghi ha lanciato il Quantitative Easing, consentendo alla BCE di acquistare titoli di Stato dei paesi dell’Eurozona per 60 miliardi di euro fino a settembre 2016. Nel 2019, il passaggio di consegne a Christine Lagarde, alla presenza di 110 giornalisti che lo seguivano, 22 radio e le stazioni televisive che lo ascoltano. Alla domanda: “Cosa farai ora?”, Egli risponde: “Chiedi a mia moglie, spero che almeno lei lo sappia”.

Il 26 luglio 2012 Mario Draghi ha guidato la Banca centrale europea. Qualunque cosa serva, deve salvare il futuro della moneta unica. La Bce avrebbe difeso l’euro perché l’euro, dice Draghi, “è un fatto irreversibile, una conquista indispensabile per il progetto europeo”.

Con lo scoppio della pandemia di Coronavirus nel marzo 2020, Mario Draghi affronta il dibattito economico con una sola frase: “Livelli di debito pubblico molto più elevati diventeranno una caratteristica permanente delle nostre economie. Quindi, nessuna idea di austerità, ma un debito necessario e, si spera, sostenibile “. E ancora: “Lo shock che stiamo affrontando non è ciclico. La perdita di guadagno non è colpa del malato. Il costo dell’esitazione potrebbe essere irreversibile. Il ricordo della sofferenza degli europei negli anni ’20 è un avvertimento ”, ha spiegato Draghi.

Il 18 agosto, durante la riunione inaugurale di Rimini, il Meeting 2020 Special Edition, l’ex presidente della Bce ha dato al pubblico non una lezione di economia, ma di etica. Dobbiamo accettare l’inevitabilità del cambiamento con realismo e, almeno finché non si trova un rimedio, dobbiamo adattare il nostro comportamento e le nostre politiche. Ma non dobbiamo negare i nostri principi. Non si prevede che la politica economica aggiunga scetticismo a quello causato dalla pandemia e dal cambiamento. Altrimenti, finiremo per essere controllati dall’incertezza invece di essere noi a controllarla. Perderemmo la nostra strada. Mi vengono in mente le parole della “preghiera per la serenità” di Reinhold Niebuhr , che chiede al Signore: “Dammi la serenità di accettare le cose che non posso cambiare, il coraggio di cambiare le cose che posso cambiare e la saggezza per capire la differenza”.


fonte:https://theworldreviews.com/italy-finally-has-a-serious-government-that-reassures-europe-and-the-italians-mario-draghis-identikit/

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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