Hainer Flassbeck: perchè è ragionevole e giusto votare a sinistra

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Questo blog rilancia l’appello elettorale di Hainer Flassbeck su Makroskop.de. Il grande economista alla vigilia delle elezioni federali chiede un voto a sinistra, l’unica soluzione ragionevole e giusta, per la Germania e per l’Europa. Da Makroskop.eu

flassbeck
Che cosa è di sinistra?

La Linke chiede un salario minimo di 12 euro. Per molti commentatori si tratta solo di vuoto populismo; vorrebbero farci credere che un salario minimo cosi’ alto porta alla perdita di posti di lavoro e alla fine danneggia proprio quelli che ci si prefiggeva di aiutare. Ma come fanno a saperlo questi commentatori cosi’ sapienti? Non erano esattamente gli stessi commentatori ed economisti che in passato avevano anticipato un massiccio aumento della disoccupazione già dopo l’introduzione dell’attuale salario minimo? E invece cosa è successo? Esattamente niente. Nessun evento ha avuto sulla disoccupazione un’influenza minore rispetto all’introduzione del salario minimo.

Invece di aver imparato qualcosa, continuano ad essere certi che l’aumento del salario minimo, come richiesto dalle sinistre, avrebbe esattamente le conseguenze che loro si aspettano, unicamente sulla base dei loro pregiudizi. Anche se molte volte è stato dimostrato il contrario, semplicemente non vogliono accettare il fatto che il mercato del lavoro non funziona come il mercato delle patate. Probabilmente nessuno gli ha mai spiegato che al mercato del lavoro, per ragioni logiche, non si puo’ applicare una normale curva della domanda e dell’offerta. Per questo tutti coloro che la pensano in maniera diversa vengono accusati di essere dei populisti o degli ingenui, difetti tipici della sinistra. Ma cio’ che viene considerato di sinistra, è anche ragionevole, perché in realtà è la posizione dominante a non essere sostenibile.

Secondo esempio. La Linke vuole abolire Hartz IV e chiede un reddito minimo incondizionato di oltre 1000 euro al mese per combattere la povertà. Anche questo per l’opinione pubblica dominante sarebbe populismo, e anche la SPD nonostante la sua campagna elettorale basata sulla giustizia sociale non ha avuto il coraggio di chiedere niente di simile. Anche qui è facile individuare la ragione del grande rifiuto: per anni ci hanno detto che era stato Hartz IV a portare una svolta sul mercato del lavoro tedesco. Si sarebbe trattato dunque della disponibilità delle persone colpite dalla disoccupazione a mettersi sul serio in cerca di un lavoro perché l’indennità contro la disoccupazione era diventata molto piu’ bassa rispetto al sistema precedente.

E qui per una persona calma e senza troppi pregiudizi potrebbe bastare anche solo uno sguardo alle statistiche per sollevare dei forti dubbi. Hartz IV è stato introdotto nel dicembre 2003, ma la disoccupazione in Germania ha iniziato a diminuire a metà del 2006. I disoccupati avrebbero impiegato 2 anni e mezzo per prendere sul serio gli “incentivi”. La Bundesbank dal 2006 registra un aumento della produzione industriale rispetto alla tendenza precedente, che è una chiara prova della ripresa economica in atto. Sarebbero stati quindi i disoccupati a creare i nuovi ordini per l’industria, nella misura in cui hanno iniziato ad offrirsi sul mercato del lavoro in maniera piu’ convinta rispetto a quanto facevano prima? Oppure non è stato piuttosto il fatto che i salari – anche a causa di Hartz IV naturalmente – sono cresciuti piu’ lentamente e l’industria tedesca ha iniziato ad andare meglio rispetto a quella dei partner dell’unione monetaria e la Germania si è quindi trovata nella condizione di poter esportare una parte della propria disoccupazione?

La sinistra è logica?

Se quest’ultimo punto è corretto, si capisce allora perché a fronte delle grandi eccedenze delle partite correnti, anche istituzioni conservatrici come la Bundesbank oppure il FMI, chiedono una crescita piu’ forte dei salari tedeschi in modo da favorire un riequilibrio nei confronti dei partner commerciali, prima che questi applichino contro-misure radicali. Anche il presidente del Bundesverband der Deutschen Industrie (BDI), appena rientrato dagli USA, ha chiesto che la Germania inizi a prendere sul serio le critiche nei confronti degli avanzi commerciali che arrivano dall’estero e che ci si dia da fare per ridurli. Di conseguenza, possiamo dire che la Linke, con la sua richiesta di invertire gli effetti negativi di Hartz IV sui salari, si trova pienamente nel giusto. E’ solo di sinistra, oppure è anche ragionevole?

Terzo esempio, il debito pubblico. La Linke chiede di eliminare dalla Costituzione lo Schuldenbremse (freno al debito) – richiesta che in ogni caso puo’ essere considerata in maniera positiva – e chiede che con l’aiuto del nuovo debito si possa immediatamente avviare un grande programma di investimenti pubblici. Questa sicuramente è la peggiore forma di populismo: vivere a debito a spese delle generazioni future. Anche in questo caso un aiuto ci arriva dal pensare in maniera diretta e lungimirante. Come abbiamo già ampliamento mostrato, non ci puo’ essere nuovo risparmio, senza che vi sia nuovo debito. Chi attraverso lo Schuldembremse vuole impedire che lo stato faccia nuovo debito, deve anche impedire che si crei nuovo risparmio (attualmente la creazione di risparmio privato è superiore ai 200 miliardi di euro all’anno), oppure deve individuare dei gruppi o dei settori disponibili ad indebitarsi.

Ora qui per poter fare un ulteriore passo in avanti bisogna prendere atto dei fatti. E’ fuori di dubbio che le imprese tedesche da oltre 10 anni sono venute meno alla loro responsabilità di fare debiti, fatto che ha portato la Germania a doversi affidare alla disponibilità a creare nuovo debito da parte dei paesi stranieri. E questo significa nient’altro che i soggetti economici esteri acquistano i beni tedeschi a debito. Si tratta come detto sopra di una situazione non sostenibile e per questo ogni nuovo governo dovrà riflettere soprattutto su una domanda: chi sarà in futuro in Germania a doversi indebitare?

Se non si ha il coraggio di obbligare le imprese, posizione che si puo’ attribuire ai partiti borghesi, allora non c’è nessuna alternativa ad un intervento dello stato e al suo indebitamento. Lo Schuldenbremse è pertanto una legge obsoleta ed è necessario aprire la porta agli investimenti pubblici, che inoltre ora sono anche gratis. La posizione della Linke d’altro canto non è necessariamente di sinistra, piuttosto è ragionevole e quindi appropriata, anche per coloro che altrimenti non possono identificarsi con tutto cio’ che il partito sostiene. 

In nessun caso il governo puo’ evitare di affrontare questi temi, come invece ha fatto il candidato alla Cancelleria della SPD nella trasmissione della ARD Wahlarena. Martin Schulz alla domanda relativa alla riduzione del debito pubblico ha tentennato e poi ha annunciato di voler investire per ridurre il debito. Una risposta decisamente assurda, ma anche le risposte della CDU, della FDP, dei Verdi o di AfD ad una domanda  cosi’ centrale per il destino della Germania e dell’Europa non sarebbero state molto diverse. E questo non è né di centro né coraggioso (perché non è populista), piuttosto è non informato, per non chiamarlo stupido. 

La scelta, messa in questo modo, non è per niente difficile. Vi auguro in ogni caso, che domenica possiate trovare il giusto cerchio per la vostra croce.

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