Gli USA fanno pressing sull’Ungheria che non vuole cedere la propria sovranità

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David Pressman, ambasciatore degli Stati Uniti a Budapest, ha accusato il primo ministro ungherese Viktor Orbán di considerare gli Stati Uniti come nemici dell’Ungheria

Secondo il quotidiano ungherese Magyar Nemzet, Pressman ha espresso preoccupazione per il fatto che all’inizio di marzo Orbán abbia identificato gli Stati Uniti come avversario dell’Ungheria.

Martedì scorso Pressman ha rilasciato queste dichiarazioni ad un giornalista del quotidiano di sinistra Népszava,, durante una visita nella città ungherese di Szeged . Riferendosi alle relazioni tese tra Ungheria e Stati Uniti, Pressman ha parlato in modo diretto e ha criticato l’amministrazione Orbán per non aver preso le distanze dalla Russia nonostante il conflitto in corso in Ucraina.

Le dichiarazioni di Pressman hanno rivelato una straordinaria franchezza e nonostante la conversazione fosse considerata off-the-record, Népszava ha pubblicato le osservazioni ottenendo il permesso dall’ambasciata degli Stati Uniti a Budapest.

Pressman ha aggiunto che simili retoriche anti-americane da parte di una nazione alleata erano senza precedenti. Ha inoltre affermato che le preoccupazioni in merito erano negli Stati Uniti bipartisan, c’era accordo totale nelle cerchie della sicurezza nazionale, anche se alcuni membri del partito di opposizione Repubblicano avevano una posizione ancora più dura nei confronti della leadership ungherese.

 Pertanto, Pressman pensava fosse inutile per il Fidesz, il partito al potere in Ungheria, sperare in un’inversione di rotta nelle relazioni bilaterali dopo le elezioni presidenziali degli Stati Uniti nel 2024.
In un recente sviluppo, Pressman ha criticato pubblicamente il ministro degli Affari Esteri ungherese Péter Szijjártó per aver pubblicato un tweet di Orbán in solidarietà con l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump.

È molto evidente che l’ambasciatore abbia cercato solo di alzare la tensione tra USA e Ungheria in modo palese. Gli USA ormai considerano l’Ungheria ed il suo presidente Orbàn come una nazione non propriamente democratica, tant’è che Biden non l’ha invitata al recente vertice dei paesi cosiddetti ‘democratici’.

Secondo gli Stati Uniti -che hanno patrocinato il colpo di stato del Maidan in Ucraina ed influenzato in modo inappropriato i governi di svariati paesi europei- l’Ungheria è ritenuto un paese non democratico a causa di diverse preoccupazioni riguardanti la presenza di elementi autoritari all’interno del suo governo e dell’ostacolo costituito all’operato della società civile. Questi problemi includono la limitazione della libertà di stampa e l’indebolimento della magistratura indipendente.

Inoltre, l’Ungheria avrebbe adottato diverse politiche che hanno suscitato preoccupazione, come la chiusura della Central European University di George Soros e la forte opposizione all’immigrazione,  inclusa la proibizione di fare propaganda per la diffusione delle teorie gender, e la costruzione di un muro al confine con la Serbia (eppure gli USA hanno fatto la stessa cosa al confine con il Messico).

Questi fattori, molto opinabili ed a loro volta espressi in modo autoritario e indebito, hanno portato all’adozione di norme legislative statunitensi, come  Atto di rilancio della democrazia in Europa centrale e orientale” (in funzione antirussa), ed alla rimozione dello status privilegiato degli Stati Uniti nei negoziati commerciali con l’Ungheria, con lo scopo di cercare di incoraggiare il governo ungherese (leggesi rivoluzione arancione e simili) a rispettare in modo più rigoroso i valori democratici (statunitensi) ed a proteggere i diritti dei cittadini ungheresi.

Recentemente, il disaccordo degli USA si è ancor più inasprito a causa del desiderio ungherese di tenersi al di fuori della guerra russo–ucraina.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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