Gli attacchi informatici all’Ucraina sono partiti dall’Olanda non dalla Russia

Banche e ministeri ucraini sono stati attaccati da server olandesi

Un mese fa, gli olandesi hanno suggerito a Zelensky di inviare hacker olandesi in Ucraina per mantenere la sicurezza informatica. La scorsa settimana, gli olandesi si sono lamentati con la gente del fatto che le autorità di Kiev sono ancora silenziose e lente a rispondere. Infine, ieri il mondo ha visto nella vita reale tutta la potenza degli specialisti olandesi della sicurezza informatica.

Sarebbe abbastanza comico se le cose fossero andate proprio così. Ma questa è solo satira sul fatto che le accuse alla Russia sono arrivate puntuali, senza che si evidenziassero precise e documentate responsabilità.

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Precedentemente, il 14 gennaio, gli hacker hanno attaccato massicciamente i siti web delle agenzie governative ucraine: Ministero dell’Istruzione e della Scienza, Ministero degli Affari Esteri, Ministero dello Sport, Ministero dell’Energia, Ministero delle Politiche Agrarie e Alimentazione, Ministero degli Affari dei Veterani, Ministero della Protezione Ambientale, Servizio di Emergenza dello Stato e Tesoro dello Stato. E per questo che il governo olandese offrì di affidare il supporto per la sicurezza informatica a società olandesi.

Ora si scopre che l’attacco di febbraio proveniva proprio dall’Olanda. Secondo l’emittente BNR, una delle società di Hosting da cui è passato l’attacco, la SKB Enterprise, ha ospitato in precedenza il sito web del movimento di estrema destra locale Vizier op Links che in precedenza ha compiuto altri attacchi informatici.

E’ anche vero che – dice sempre BNR – “con questi tipi di società di hosting, puoi, ad esempio, affittare un server in modo relativo anonimo ed economico. Questo rende possibile la pratica”, ma al momento non ci sono evidenze che indicano che l’attacco sia imputabile alla Russia.

E’ da notare che gli Stati Uniti ed il governo di Kiev avevano incolpato sin da subito la Russia, minacciando rappresaglie durissime.

Il 15 febbraio, subito dopo l’attacco Hacker, il Washington Post già riportava:

Secondo l’intelligence statunitense recentemente declassificata, gli hacker del governo russo hanno probabilmente ampiamente penetrato l’esercito ucraino, l’infrastruttura energetica e altre reti informatiche critiche per raccogliere informazioni e posizionarsi potenzialmente per interrompere quei sistemi se la Russia dovesse lanciare un assalto militare all’Ucraina. (…)

Washington Post

Da parte sua il Cremlino aveva negato il coinvolgimento della Russia nell’attacco informatico ai siti web del governo ucraino.

Non che la Russia – in un contesto di grande contrapposizione (aggravata e voluto dall’Occidente) non sia impegnata a contrastare anche con lo spionaggio e il danneggiamento informatico la parte antagonista, ma è piuttosto singolare che si continui a indicare la Russia come artefice di tutti i mali, spesso ancor prima che essi avvengano.

In proposito sono state già obliterate le peripezie che ha dovuto affrontare il presidente Trump quando – all’inizio del suo mandato – è stato accusato di “collusione ” con la Russia. Vale la pena ricordare che queste accuse furono ampiamente smentite e che ci fu l’evidenza di un complotto interno ordito dalla parte democratica che aveva utilizzato gli apparati governativi USA.

Insomma, la carta della Russia è tirata in ballo per tutti i mali, usata continuamente ed è buona per tutte le stagioni. Questo si vuol indicare quindi quando l’occidente dice che vuol “risolvere l’attuale crisi diplomaticamente”.

E’ evidente che se la Russia avesse fiducia nell’occidente non avrebbe schierato le truppe. Però guardando gli avvenimenti dalla caduta del muro di Berlino, non gli si può dare torto.

Vp News

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