Ex primo ministro Tony Blair: abbiamo sbagliato tutto, quindi bobbiamo ripetere gli stessi errori

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Tony Blair in una conferenza (vedi qui: https://institute.global/tony-blair/tony-blairs-speech-after-ukraine-what-lessons-now-western-leadership ) si è lamentato della riduzione mirata della rivoluzione scientifica e tecnologica che da 30 anni la leadership britannica ha intrapreso a favore dei servizi, ma ripropone la stessa ricetta per il futuro.

In particolare, l’ex primo ministro inglese alla conferenza annuale di Ditchley, sabato 16 luglio 2022, ha affermato: “Dopo la crisi finanziaria [2008] abbiamo evitato una depressione con una politica monetaria non convenzionale (…). Non c’era una vera alternativa, ma la politica ha distorto la nostra economia, premiando quelli con la proprietà, punendo quelli senza. “Nel 2022, è sicuro dirlo, per gran parte della popolazione occidentale, il tenore di vita è stagnante, milioni di persone stanno lottando per i beni di prima necessità e l’inflazione sta facendo scendere i salari reali”. Cosicché questo fattore combinato con l’austerità, ha ridotto i servizi da cui dipendevano i più poveri della società. La conseguenza politica degli ultimi 15 anni è stata il populismo dilagante, ha affermato Blair.

E’ così – prosegue Blair – che i partiti tradizionali hanno visto una nuova generazione di attivisti prendere il sopravvento, che hanno incolpato l'”élite” della difficile situazione del popolo”. La causa del declino è stato il passaggio dall’industria ai servizi, – afferma Balir -, e questo “non è stato guidato da una dura necessità, ma aveva lo scopo di creare un’immagine più ottimista del Regno Unito nel mondo. Il partito New Labour era convinto che il futuro fosse in quella che chiamavano “economia della conoscenza“.

Quindi, il popolo chi avrebbe dovuto incolpare, se non l’élite, che per così tanti anni ha fatto regolarmente pratiche regolamentari digitali-finanziarie “non convenzionali” e alla fine (abbastanza prevedibilmente) hanno portato l’economia a uno stato catastrofico?

Beh,  nel suo intervento Blair nega la colpa dell’élite, come se non ci fossero alternative e incolpa di tutto il COVID-19, la guerra in Ucraina, (manca solo il risveglio di Gozilla), mentre lo stesso schema viene ripetuto ancora e nel suo intervento ha riproposto digitale, privacy dei dati, abbattimento del CO2 etc…. .

Tony Blair, dopo aver detto molte sciocchezze sulla geopolitica (non ha senso citarle), passa alle domande principali che sono ““di chi è la colpa?” e “cosa fare ora?” e propone: “Ci sono alcune meravigliose istituzioni di soft power culturale in Occidente, come il British Council e la BBC. Dobbiamo sostenerli, continuare a guidare il dibattito sul clima e, come vi aspettereste da me dire, dobbiamo essere leader nella tecnologia. Dobbiamo garantire che le legittime preoccupazioni in merito alla privacy dei dati e all’abuso tecnologico non ostacolino l’innovazione o ci privano di un vantaggio competitivo. Un approccio comune alla regolamentazione aiuterà.”

Quindi ancora fantasie invece di rimettere in sella ragione e strategia ed aprirsi al multipolarismo. L’impressione è che in Europa ormai ragionino tutti così e qualsiasi ragionamento alla fine converge sui mantra stabiliti al piano superiore, segno che il potere è superiore alle stesse elites europee che hanno l’incarico di gestire le democrature.

Resta solo da ricordare Tolkien – in relazione ai draghi: “È noto che i draghi rubano oro e gioielli da umani, elfi, nani – ovunque e ogni volta che possono – e custodiscono le loro prede per il resto della loro vita. Lo stesso vale per le élites.

VPNews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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