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Eritrea dimenticata…

by Patrizio Ricci
5 Ottobre 2021
in Esteri
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[fonte: Il Tamarindo] pubblicata su “l’uomo libero”

Stupore. Incredulità. Imbarazzo. Queste le sensazioni predominanti, a qualche giorno dal mio arrivo in Eritrea.

Stupore nel trovarmi circondata da edifici, parole, abitudini tipici del nostro Belpaese. Quasi tutto, infatti, in questo piccolo angolo d’Africa, riporta all’Italia.

Incredulità nel realizzare di aver percorso migliaia di chilometri e ritrovarmi in un luogo, per molti aspetti, così familiare. “Che sia capitata sul set cinematografico di un film sull’ Italia del dopoguerra?” il mio primo pensiero. No no, sembra impossibile, ma qui è tutto reale.

L’imbarazzo è la naturale conseguenza di quanto descritto finora. Quel piccolo Paese faceva parte della nostra “grande” Nazione. E’ storia d’Italia, e dovremmo conoscerla.

Asmara è la capitale di uno Stato africano. Eppure, con i suoi viali alberati, il quartiere dei villini, i tavolini all’aperto dei suoi mille caffè, ricorda tanto la città eterna. Non a caso è stata soprannominata “la Roma d’Africa”.

Qui la cultura italiana è viva e vegeta, avendo resistito alla breve parentesi britannica. Gli Italiani andarono in Eritrea spinti dalla fame e dal desiderio di gloria. Là costruirono le proprie case, le chiese, le strade, con la cura e l’attitudine di chi ha l’intenzione di restare. Gli inglesi, viceversa, non nutrivano interesse per quell’arido pezzo di terra, presero ciò che c’era da prendere e salutarono.

Passeggio nel cimitero degli italiani, e mi scopro a provare nostalgia per un’epoca che non ho mai vissuto.

Le poche auto in circolazione sono tutte della Fiat, gli scooter della Piaggio. Fiat sono anche gli enormi camion che si incontrano sulla strada per Massawa, così come la Littorina. L’eredità architettonica più grande è forse proprio la strada ferrata che attraverso 20 gallerie (la più lunga di 372 metri) collega Asmara (2412 metri slm) a Massawa (sul Mar Rosso).  Costruita a fasi alterne fra il 1885 e il 1911, costò la vita a migliaia di uomini, italiani ed eritrei. L’antica littorina Ansaldotrainata dalla locomotiva a carbone, su cui un giorno viaggiò Vittorio Emanuele in persona, è stata rimessa in funzione per i turisti. Utilizzarla per scendere al mare nel fine settimana, come si faceva allora, significa fare un vero viaggio nel tempo.

A Dogali, un piccolo cimitero, custodito da un fiero eritreo, ricorda gli italiani caduti in battaglia. Uno più grande, presso Keren, conserva le spoglie di centinaia di ascari, gli eritrei fedeli ai generali italiani.

E poi ci sono la Banca d’Italia, la birra Melotti, lo stabilimento delle Saline…l’elenco è pressoché infinito. Potrei andare avanti, ma forse è inutile, perché l’interrogativo più grande rimane: come è possibile che non ne sapessi nulla?

Gli anziani conservano una memoria positiva dell’epoca in cui gli italiani governavano l’Eritrea; i giovani dimostrano interesse ed entusiasmo per tutto ciò che succede in Italia.

Più volte, durante il mio soggiorno, ho cercato di eludere una domanda, la domanda che sempre mi veniva posta quando si parlava di storia comune: “Che cosa dicono di noi i fratelli italiani?”

Che cosa potevo rispondere? Che la maggior parte degli italiani non sa neanche dov’è, l’Eritrea? Che la mia generazione è totalmente all’oscuro del fatto che in Africa esiste una piccola Italia? Che sentiamo nominare gli eritrei solo in questura e al telegiornale, quando si parla di rifugiati?

Un enorme imbarazzo mi invade. Sorrido, cercando di eludere la domanda.

E mi vergogno a nome di tutti gli italiani.

DA ASSOC. DIRITTI UMANI POPOLO ERITREO.

Note Storiche / History

1882 – L’Italia compra la Baia di Assab
Italy buys Assab Bay

1885 – L’Italia occupa Massawa
Italy occupies Massawa

1889 – Con il trattato di Uccialli l’Etiopia riconosce il dominio italiano sulla costa del Mar Rosso
Thanks to the Treaty of Uccialli Ethiopia recognises the Italian domain on the Red Sea coast

1890 – Francesco Crispi dichiara l’Eritrea “Colonia primogenita”
Francesco Crispi declares Eritrea a “Firstborn Colony”

1900/1935 – Gli italiani perfezionano il loro insediamento. Agli Eritrei sono negate l’istruzione e l’assistenza sanitaria e vengono promulgate le “leggi razziali”
The Italians improve their settlement. The instruction and health aid are denied to the Eritreans and some “racial laws” are enacted.

1935 – L’Italia fascista invade l’Etiopia
The Fascit Italy overruns Ethiopia.

1936 – Mussolini proclama la nascita dell’Impero e dell’Africa Orientale Italiana
Mussolini procalimed the birth of the Empire and the Eastern Italian Africa.

1941 – Gli inglesi sconfiggono l’Italia. L’Eritrea passa sotto l’amministrazione britannica
The British defeat Italy and Eritrea passes under the British administration.

1949 – Le Nazioni Unite affrontano per la prima volta la questione dell’ex colonia italiana
The UN dealt with the ex Italian Colony question for the first time.

1952 – Viene proclamata la federazione tra l’Etiopia e l’Eritrea “sotto la sovranità della corona etiopica”
The Ethiopia-Eritrea Federation is declared but under the “Ethiopic crown”.

1958 – Ondata di scioperi operai e imponenti manifestazioni contro le continue violazioni dei diritti civili e politici previsti dall’atto federativo dell’ONU
Some workers’ strikes and huge protests took place against the continuous violations of the civil and political rights established by the Federation Act issued by UN.

1961 – Inizia la lotta armata per la liberazione dell’Eritrea dal dominio etiopico
The armed fight for the liberation of Eritrea from the Ethiopic domain starts.

1991 – Fine della lotta armata e sconfitta dell’esercito etiopico da parte del fronte armato eritreo (EPLF) che forma un governo provvisorio presieduto da Isayas Afeworki in qualità di Segretario
End of the armed struggle and defeat of the Ethiopic Army by the Eritrean Front (EPLF) which sets a transitional government whose chairman is Isayas Afeworki as secretary

1993 – Proclamazione ufficiale dell’indipendenza eritrea in seguito a referendum. L’EPLF nomina Isayas Afeworki presidente dell’Eritrea
The Eritrean Independence is officially proclaimed and after a referendum EPLF named Isayas Afeworki president of Eritrea.

1994 – L’EPLF cambia il suo nome in PFDJ (Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia) e diventa l’unico partito al potere in Eritrea
The EPLF changes its name into PFDJ (Popular Front for Democracy and Justice) becoming the only political party in power in Eritrea

1996 – Viene completata la stesura della costituzione che però non entrerà in vigore
The composition of the Constitution is completed but it doesn’t come into force

1998 – Inizio del nuovo conflitto con l’Etiopia che causa circa 90.000 vittime
A new conflict with Ehtiopia starts generating about 90.000 victims

2000 – Fine del conflitto con il trattato di Algeri. Intervento delle Nazioni Unite con invio di caschi blu e formazione di una commissione internazionale per la demarcazione dei confini
The conflict ends with the Treaty of Algeri. The UN intervention leads to an International Committee for the borders demarcation.

2001 – 18 settembre: data che segna la svolta dittatoriale del Governo Eritreo. Vengono arrestati 11 firmatari della lettera e 18 giornalisti. Viene messa al bando la stampa libera eritrea.
18 September: it is the day which marks the dictatorial turn of the Eritrean Government. Eleven persons among those who signed the open letter together with 18 journalists were arrested. The Eritrean free press was banned.

 

 

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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