Erdogan minaccia il Papa: “Non commetta di nuovo un errore di questo tipo”

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Papa Francesco nell’omelia del 12 aprile solennità della Divina Misericordia nella Basilica di San Pietro, alla presenza di Catholicos Karekin II e Aram I e del presidente armeno Serz Azati Sargsyan ha detto che lo sterminio di 1.500.000  armeni da parte dei turchi ottomani nel 1915 è stato  “il primo genocidio del 20 ° secolo“, ed aveva esortato la comunità internazionale a riconoscerlo come tale.

Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha reagito violentemente ed ha accusato ieri il Pontefice di aver detto parole ‘senza senso’ lo ha minacciato di non provare a fare “un tale errore di nuovo.”

Ridicolo che Erdogan dica che stabilire se fu genocidio è compito degli storici: gli storici si sono abbondantemente pronunciati.

Non tutti sanno che il pronunciamento del Papa è avvenuto con l’uscita nelle librerie (il 9 aprile) del volume della scrittrice vaticanista Franca Giansoldati “La marcia senza ritorno. Il genocidio armeno“, edito da Salerno. Il libro è il resoconto finale della consultazione di documenti storici conservati in Vaticano e divulgati per l prima volta. Il Papa al libro aveva dedicato la prefazione.

Ma il Papa ha parlato del genocidio armeno perchè vede che si sta ripetendo verso i cristiani oggi.

La Tuchia è attualmente responsabile in Siria della morte di migliaia di vittime innocenti per opera dei jadisti che essa appoggia. Inoltre è intervenuta direttamente con proprie forze nella razzia del villaggio armeno di Kessab.

Il politologo statunitense e storico Walter Russell Mead  ha detto che “Per gli standard della diplomazia vaticana, questa è stata un’esplosione”. Walter Russell Mead  ha osservato che Francesco non ha solo parlato alla Turchia, perchè il genocidio è un argomento di attualità oggi in Medio Oriente e il Papa stava parlando con la consapevolezza di un’orribile diffusione della violenza contro i cristiani e le altre minoranze. ” A lungo termine, la capacità della Turchia di fare i conti con questo problema rimane un indicatore chiave di dove il paese è diretto “.

Il messaggio di Papa Francesco è attuale, ne è convinta la stessa scrittrice Franca Giansoldati che  in una intervista a Huffington Post, dice:

[su_quote style=”modern-blue”] che le parole pronunciate dal papa oggi sono una novità assoluta nella storia della Chiesa cattolica, perché mai un pontefice aveva osato tanto.

Le frasi di Bergoglio però non hanno l’intenzione di esacerbare gli animi “ma di riconoscere il passato per poter costruire un’armonia nel presente”.

D. La Turchia ha però reagito duramente. Sta valutando il ritiro dell’ambasciatore.

Papa Bergoglio è stato molto coraggioso. Mi ha ricordato ciò che fece Benedetto XV nel 1915, quando, ricevendo i racconti dei massacri, stupri di massa e deportazioni, che sarebbero poi culminate in quello che oggi riconosciamo come il genocidio armeno, scrisse per ben due volte al sultano dell’impero ottomano implorandolo di fermare quell’orrore.

Qual è la novità di Francesco? Le parole del papa non hanno solo un valore religioso, ma anche politico. Il suo messaggio è molto forte. Dice: “Questi morti, sono morti cristiani. Sono morti nostri. Non possiamo dimenticarli, far finta di non conoscerli”.

D. Il ministro degli esteri turco ha detto che le parole del papa sono senza “fondamento”, lontane dalla “realtà storica”.

È senza fondamento l’ostinazione turca a negare ciò che ormai tutti gli storici sono concordi nel definire un genocidio, il primo genocidio del novecento. Sa, io credo che la Turchia sia irritata anche da un’altra cosa.

D. Quale?

Oltre all’uso della parola “genocidio” credo che la Turchia abbia avvertito il significato profondo del richiamo del papa all’ecumenismo del sangue. Quando Francesco dice che quel milione e mezzo di morti ci riguardano come cristiani, sta attualizzando una questione che altrimenti rimarrebbe relegata nei libri di storia. E invece no, dice il pontefice: è un tema ci riguarda in maniera diretta, oggi.[/su_quote]

La reazione scomposta di Erdogan è di un uomo sotto ‘campagna elettorale’ che si vede scompigliare le carte. I leader della Turchia, tra cui il Primo Ministro Ahmet Davutoglu,  sono in campagna elettorale  e la dichiarazione di Francesco ‘sul genocidio armeno è chiaro che sarà manipolata per alimentare sempre crescente discorso nazionalista turco e parlare a nome ‘dei mussulmani nel mondo’ che la Turchia pensa di rappresentare..

Un’altra fonte di preoccupazione di Erdogan è che l’esempio sia ripetuto da altri. La preoccupazione principale della Turchianon è il genocidio armeno che sa benissimo che è reale ma l’impatto che il pronunciamento di un uomo, il Papa, che rappresenta 1 miliardo di persone sulla terra potrà avere sul presidente Usa Barack Obama.

Infatti, Obama da quando è diventato presidente fino ad oggi ha evitato di usare la parola ‘genocidio’ per decscrivere quell’orribile massacro. Egli ha preferito chiamarlo “Medz Yeghern”, che in lingua armena significa “grande calamità.”

Papa Francesco può aver creato un precedente per Obama e per molti leaders del mondo che sanno ma non se la sono sentita di esporsi. Se Obama ora non usasse quella parola sarebbe imbarazzante per lui. Ma forse gli ha gettato la ‘ciambella di salvataggio Banki-Moon, che ha detto che lo sterminio non fu genocidio. Vedremo.

Patrizio Ricci – Vietato Parlare

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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