Del Venezuela e dell’ipocrisia

In un articolo pubblicato su True Pubblica, l’attivista per i diritti umani Craig Murray (ex-ambasciatore britannico in Uzbekistan e ex-rettore dell’Università di Dundee) considera che Chavez, è riuscito ad essere eletto presidente perché la sua politica era fondata su due principi semplici e condivisibili:

[su_panel]1) Il primo principio è che in una nazione in cui ci sono enormi ricchezze naturali, la popolazione non dovrebbe vivere in uno stato di povertà paragonabile alle bestie.

2) Il secondo principio è che la CIA deve cessare di sovvertire la vita politica del paese. (La legittimità politica degli eletti in Venezuela non può essere subordinata agli interessi della politica estera americana).[/su_panel]

L’attivista  afferma che non è vero che Chavez è stato un dittatore che ha oppresso il popolo: “Nel corso degli anni, Chavez ha realizzato vere e proprie innovazioni per migliorare i livelli di vita dei poveri e per fornire servizi sanitari e di istruzione. Era ampiamente popolare: sia lui che il suo successore, Nicolas Maduro, hanno raccolto effettivamente vittorie elettorali in consultazioni vere e corrette. “Maduro quindi rimane un presidente eletto democraticamente”.

Ma successivamente nell’articolo Murray considera che nonostante queste evidenze, “il sogno effettivamente si è spento”.

Ricapitolando: Murray dice che Chavez e Maduro hanno basato la loro politica su principi condivisibili e che quindi erano nella piena legittimità ma poi dice che nel tempo “il sogno si è spento”.

Le due affermazioni sembrano apparentemente in contrapposizione ma in realtà non lo sono:

La causa del parziale insuccesso dei due presidenti è da far risalire “al fatto che le economie pianificate centralmente tendono a far aumentare la corruzione – perché la corruzione tende ad andare di pari passo con l’accentramento. Quest’ultimo fenomeno certamente era minore della corruzione della destra precedentemente sostituita che governava il paese, ma ciò – dice Craig – “non diminuisce la sua esistenza”.

[su_panel]”Ogni rivoluzione, purtroppo, – dice l’autore –  anche quella che nasce con i migliori auspici, poi deve basarsi per governare, con le élite del paese“. E le Elite “sono quelle che hanno maggiori risorse, maggiore istruzione, maggior seguito tra i media“. Naturalmente è su questo genere di persone che la Cia esercita la sua azione.[/su_panel]

[su_panel]In questo contesto, Chavez non è intervenuto – come ha fatto Putin – contro gli oligarchi ma ha abbracciato la democrazia e perciò li ha lasciati dov’erano. Pensava di  controllarli “e quindi gran parte ha lasciato loro i miliardi privati ​​offshore, e quindi il loro potere, intatto”.[/su_panel]

Come conseguenza, ben presto questo errore gli si è rivoltato contro:  inevitabilmente la corruzione ha portato a guasti economici e amministrativi  tali da che ha incrinato il rapporto di fiducia con la popolazione.

Ma a questo punto, cosa è successo? E’ avvenuto che le proteste – basate su malumori effettivi – sono state sollecitate proprio da quegli ambienti appartenenti ai miliardari corrotti (eterodiretti), “che i media occidentali non hanno riconosciuto”.

Da parte governativa, il problema è che il fallimento della rivoluzione è considerato un disastro: è proprio questo in sé che è inaccettabile per chi l’aveva proposta. Così Maduro non ha acconsentito la marea politica che stava per travolgerlo. Eppure se avesse mantenuto i principi di democrazia – la marea sarebbe passata – e ben presto ci sarebbe stata nuova opportunità che avrebbe ‘lucrato’ dalle esperienze del passato.

Infatti, se è pur vero che le circostanze in cui Maduro sta agendo sono eccezionali è  altrettanto vero che la Costituente è comunque  “una correzione costituzionale che diluisce la democrazia” perché il Parlamento correttamente eletto sarebbe stato più che sufficiente per affrontare la situazione corrente, perciò   – secondo Murray – questi genere di atti, “è ciò di cui più deve temere il popolo”..

In tutti i modi, Murray termina il suo ragionamento sottolineando  che il giudizio deve essere ricondotto ad una valutazione più obiettiva perché “ancora oggi, il Venezuela è ancora molto più di una democrazia rispetto all’Arabia Saudita e ha un rispetto molto più grande dei diritti umani di Israele nella sua terribile repressione verso i palestinesi”.

Per questo, è abnorme che la politica estera dell’occidente e la propaganda dei media si concentrino in una condanna contro il Venezuela mentre esiste un numero di paesi in cui i diritti umani sono negati in modo molto peggiore rispetto al Venezuela.

“L’abuso dei diritti umani dovrebbe essere condannato ovunque”. Ma colpisce che i media usino certi titoli solo quando certe violazioni vengono praticate in un paese  che “è sul lato sbagliato dell’agenda neo-con”.

 

 

Sintesi: l’articolo in inglese di  Craig è su True Pubblica

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