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Crisi in Spagna: la polizia catalana rifiuta la presa di Madrid, si impegna a “resistere”

25 Settembre 2017
in Mondo
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Crisi in Spagna: la polizia catalana rifiuta la presa di Madrid, si impegna a “resistere”
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DI TYLER  DURDEN

Zerohedge.com

Sabato, la Spagna si è trovata sull’orlo di una crisi di sovranità, dopo che la “regione ribelle” della Catalogna ha rifiutato di dare maggior controllo al governo centrale, sfidando le autorità di Madrid che stanno tentando di sopprimere il referendum sull’indipendenza dell’1 ottobre.

Mentre le tensioni salgono in vista di quella data e dopo che Madrid ha inviato navi cargo pieni di poliziotti militari, peraltro respinti in due porti, sabato la Procura della Repubblica ha detto al capo della polizia catalana Josep Lluis Trapero che i suoi ufficiali devono ora obbedire agli ordini di un coordinatore nominato dal governo.

La polizia catalana, tuttavia, non è d’accordo e, come riferisce Bloomberg , il sindacato SAP – che racchiude 17.000 poliziotti catalani, noti come  – ha detto che rifiuterà l’ordine, come suggerito dai politici separatisti.

“Non accettiamo questa interferenza dello Stato, che prevarica tutti i meccanismi di coordinamento esistenti”, ha commentato Joaquim Forn, capo dipartimento degli Interni della regione, in brevi commenti televisivi. “I Mossos non rinuncieranno ad esercitare le proprie funzioni, in fedeltà al popolo catalano”.

I Mossos sono uno dei simboli dell’autonomia catalana e la decisione del procuratore può ricordare a molti abitanti di quella regione gli eventi della guerra civile spagnola del 1936-39 e della successiva dittatura di Francisco Franco, che abolì i Mossos.

In una conferenza stampa congiunta oggi con Trapero, Forn ha dichiarato che la mossa della Spagna è “inaccettabile”.

“Denunciamo la volontà del governo spagnolo di sequestrare i Mossos, come hanno fatto con le finanze della Catalogna”, ha detto Forn, aggiungendo che “il governo catalano non accetta questa interferenza, aggira tutte le istituzioni che l’attuale quadro giuridico ha già in atto per garantire la sicurezza della regione”. Anche Trapero ha espresso la sua intenzione di non accettare la misura.

Sempre sabato El Pais ha riferito che il colonnello della Guardia Civile Diego Perez de los Cobos, capo della sicurezza del Ministero dell’Interno, è stato nominato da un procuratore per coordinare gli sforzi della Guardia Civile, della Polizia Nazionale e dei Mossos locali. Anonime fonti agli Interni dicono che la misura non significa un formale ritiro dei poteri del Mossos, ma piuttosto una richiesta di coordinamento congiunto.

Tuttavia, poco dopo la riorganizzazione, Trapero, durante un incontro con i capi delle altre forze di polizia, ha detto di non voler cedere il controllo al governo centrale, aggiungendo che verranno esplorate tutte le opzioni legali.

Sabato mattina, dopo la riunione della polizia a Barcellona, Forn ha twittato un messaggio di sfida: “Troveremo molte difficoltà. Lo Stato vuole prendere il controllo del nostro governo, ma non ci fermeranno! #HolaRepúbica”.

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Ens trobarem amb moltes adversitats. L’Estat vol intervenir la nostra autonomia, però no ens aturaran! #HolaRepúbica pic.twitter.com/7Wdodq3AA0

— Joaquim Forn (@quimforn) 23 settembre 2017

Ens trobarem amb moltes adversitats. L’Estat vol intervenir la nostra autonomia, però no ens aturaran! #HolaRepúbica pic.twitter.com/7Wdodq3AA0

— Joaquim Forn (@quimforn) September 23, 2017

Ironia della sorte, come scrive Bloomberg, anche se Trapero riferisce al governo regionale, il finanziamento della sua forza è fornito in gran parte da Madrid ed in teoria dovrebbe prendere ordini da giudici e procuratori provenienti da tutto il paese. L’articolo 155 della Costituzione spagnola consente al governo centrale di assumere il controllo di un’amministrazione regionale se essa costituisce una minaccia all’interesse nazionale. Rajoy ha già fatto mosse in quella direzione.

Precedentemente in questa settimana, il ministero del bilancio ha assunto la gestione delle finanze catalane e rilascerà stipendi a più di 200.000 lavoratori pubblici della regione, tra cui i poliziotti.

Detto questo, qualsiasi sfida più diretta ai Mossos sarebbe rischiosa perché Trapero, il loro leader, è diventato un eroe locale da quando ha condotto la risposta agli attacchi terroristici di agosto. I separatisti stanno vendendo magliette col suo viso stampato sopra.

Secondo la Reuters, il governo catalano crede anche che l’esautorazione dei Mossos aggiri lo statuto catalano – articolo 164 – e la legge costituzionale e che il procuratore che ha deciso in favore di Madrid ha oltrepassato i propri limiti legali.

Il procuratore ha ordinato che la polizia catalana, la polizia nazionale e la guardia civile spagnola siano gestite dal ministero degli Interni di Madrid. La decisione, secondo l’accusa, mira a “rafforzare le operazioni di prevenzione di atti criminosi e mantenere l’ordine pubblico” una settimana prima del referendum del 1° ottobre.

La decisione è stata annunciata durante un incontro tra il procuratore ed i capi delle tre forze di polizia.

Lo scontro è avvenuto il giorno dopo che Rajoy ha detto che invierà rinforzi per sedare le manifestazioni di strada e per eseguire un distinto ordine di tribunale che blocchi il voto.

Carles Puigdemont, presidente della Catalogna, ha chiamato il voto di indipendenza un tentativo di spingere in avanti il movimento secessionista, dopo decenni di lotte politiche e legali sulle tradizioni e la lingua della regione. Da quando Rajoy è entrato in carica nel 2011, ha avuto persistenti scontri coi separatisti. La Catalogna ospita circa 7,5 milioni di persone, ossia il 16% della popolazione, ma rappresenta un quinto dell’economia, paragonabile a quella di Portogallo o Finlandia.

Diversi gruppi indipendentisti hanno chiesto proteste diffuse domenica nel centro di Barcellona. “Rispondiamo allo Stato con un’inarrestabile ondata di democrazia”, recitava un messaggio Whatsapp usato per organizzare la dimostrazione.

Il governo catalano ha aperto sabato un nuovo sito con i dettagli su come e dove votare il 1° ottobre, andando contro diverse decisioni giudiziarie che avevano bloccato i precedenti siti e dichiarato il referendum incostituzionale.

“Non potete fermare la marea”, ha twittato Puigdemont nel dare il link al nuovo sito web.

Ma Rajoy ha ribadito che il voto non dovrebbe andare avanti. “Non succederà perché questo significherebbe liquidare la legge”, ha detto ad un evento del Partito Popolare a Palma de Mallorca. Su ordine del tribunale, la polizia spagnola ha già fatto irruzione negli uffici del governo regionale, arrestando temporaneamente diversi alti funzionari catalani accusati di organizzare il referendum e sequestrando schede elettorali, scatole di voto, elenchi e materiale elettorale. Il ministero delle Finanze a Madrid ha anche assunto il controllo delle finanze regionali per assicurarsi che i soldi pubblici non venissero spesi per pagare la logistica per il voto o per la campagna.

Il risultato di questo scontro definirà il destino della Spagna per gli anni a venire.

 

Fonte :www.zerohedge.com

Link: http://www.zerohedge.com/news/2017-09-23/spain-crisis-catalan-police-rejects-madrid-takover-blasts-move-unacceptable

 

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Tags: Catalognaspagna
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Patrizio Ricci associato Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Coofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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