L’Unione Europea ha definito una strategia di approvvigionamento di vaccini nel giugno 2020. Entro la fine del 2021 aveva firmato contratti per un totale di 71 miliardi di euro, che le hanno permesso di garantire forniture fino a 4,6 miliardi di dosi di vaccino. (…) (4,6 miliardi di dosi significano 10 dosi del preparato per ogni cittadino dell’Unione Europea – UB ed.)

“I revisori dei conti dell’UE raccomandano trarre insegnamenti per il futuro approvvigionamento dell’UE di vaccini COVID-19 “

Approvvigionamento di vaccini anti-COVID19 nell’UE: vari insegnamenti da trarre, afferma la Corte dei conti europea. Il sistema centralizzato di appalto per i vaccini, appositamente realizzato dall’UE, è riuscito a creare un portafoglio inizialmente diversificato di potenziali vaccini anti-COVID-19 e a garantire un numero sufficiente di dosi. Tuttavia, l’UE ha avviato il procedimento di appalto in ritardo rispetto a Regno Unito e Stati Uniti e, quando si sono verificate gravi carenze di approvvigionamento nella prima metà del 2021, è emerso che la maggior parte dei contratti stipulati dalla Commissione europea non prevedeva disposizioni specifiche per far fronte a tali perturbazioni. Nella relazione speciale pubblicata in data odierna, la Corte dei conti europea conclude che è mancata un’adeguata valutazione della performance del procedimento di appalto.

Inoltre, rileva che la Commissione non l’ha ancora esaminato o confrontato con parametri di riferimento al fine di trarre insegnamenti per il futuro, né ha attualmente in programma di testare il sistema di appalto per le pandemie mediante prove di stress o simulazioni. “L’efficacia dell’appalto di vaccini anti-COVID-19 da parte della Commissione e degli Stati membri è una questione di grande rilievo”, ha dichiarato Joëlle Elvinger, il Membro della Corte responsabile dell’audit. “La scelta di questo tema è stata dettata dal ruolo centrale svolto dai vaccini nella risposta alla pandemia di COVID-19, dall’inedito coinvolgimento dell’UE nell’approvvigionamento di vaccini e dalla spesa implicata. Le nostre constatazioni mirano a contribuire allo sviluppo, attualmente in corso, delle capacità di preparazione e risposta dell’UE alle pandemie.”

Quando l’UE ha avviato il procedimento di appalto per i vaccini a metà del 2020, non era noto né se né quando un vaccino contro la COVID-19 sarebbe stato immesso in commercio. Dovendo agire senza disporre ancora di dati scientifici chiari sulla sicurezza e sull’efficacia dei potenziali vaccini, l’UE ha scelto di finanziarne svariati per creare un portafoglio iniziale diversificato in termini di tecnologie vaccinali e produttori. A novembre 2021 la Commissione, per conto degli Stati membri, aveva stipulato contratti per 71 miliardi di euro allo scopo di acquistare fino a 4,6 miliardi di dosi di vaccino contro la COVID-19. Si tratta principalmente di accordi preliminari di acquisto, in cui la Commissione condivide il rischio di sviluppo di un vaccino con il produttore e sostiene l’allestimento di capacità produttive su vasta scala mediante anticipi a carico del bilancio dell’UE. (…)

Gli Stati membri hanno convenuto di ridurre i rischi relativi alla responsabilità per gli effetti indesiderati a carico dei produttori (principio di condivisione del rischio nella strategia sui vaccini). Le disposizioni dei contratti stipulati con i produttori dei vaccini anti-COVID-19 differiscono dalla prassi prepandemica, poiché gli Stati membri si sono assunti alcuni dei rischi finanziari normalmente a carico dei produttori.

Il testo integrale del documento al link: https://www.eca.europa.eu/Lists/ECADocuments/INSR22_19/INSR_EU_COVID_vaccine_procurement_IT.pdf