Biden si appresta a visitare l’Arabia Saudita

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Se ci fosse un boicottaggio energetico ed economico, le economie del G7 potrebbero essere costrette a fermarsi quasi completamente nel giro di pochi mesi. L’Europa è già stata tagliata per buona parte del gas russo e potrebbe essere tagliata del tutto. La UE ha perso forniture di petrolio e gas anche dalla Libia e dall’Algeria. Questo è successo mentre “problemi misteriosi” hanno spento metà delle centrali nucleari francesi. Probabilmente presto anche il Giappone avrà problemi energetici, ove importa dalla Russia il 10% di gas.

E’ sullo sfondo di tutto questo che  Biden andrà in Arabia Saudita dal 13 al 16 luglio.

Il presidente degli Stati Uniti Biden vede il suo viaggio in Medio Oriente come una missione di pace, ma non per questo ha evitato le critiche. Durante la campagna elettorale, Biden aveva promesso di fare del principe ereditario saudita un “un paria ” a causa dell’omicidio Khashoggi.

Come candidato alla presidenza degli Stati Uniti, Biden ha dichiarato nel novembre 2019 in relazione all’assassinio della leadership saudita:

“In realtà gli faremo pagare un prezzo”.

Ma ora sono in programma “colloqui ufficiali” tra il presidente degli Stati Uniti e re Salman e il suo “team dirigenziale”, che include il principe ereditario.

Biden ha difeso il suo piano per visitare l’Arabia Saudita, affermando che la cooperazione con Riyadh è fondamentale per contrastare “l’aggressione russa”, raggiungere “una maggiore stabilità” in Medio Oriente e garantire la capacità di Washington di “superare la Cina”.

In un editoriale pubblicato sabato sera sul Washington Post, Biden si è rivolto frontalmente ai critici del viaggio, affermando che mentre le questioni relative ai diritti umani sono sempre all’ordine del giorno degli Stati Uniti, il suo compito è rendere gli Stati Uniti “forti e sicuri”. E che un “Medio Oriente sicuro e integrato gioverebbe agli americani in molti modi”. Biden ha aggiunto:

Dobbiamo contrastare l’aggressione russa, metterci nella posizione migliore possibile per superare in astuzia la Cina e lavorare per portare maggiore stabilità in una regione vitale del mondo. . . .

L’Arabia Saudita è uno di quei paesi, ha proseguito il presidente degli Stati Uniti. Biden ha elencato alcuni vantaggi pratici del “riallineare” le relazioni “con un Paese che da 80 anni è partner strategico“:

“I suoi corsi d’acqua sono vitali per il commercio globale e le catene di approvvigionamento da cui dipendiamo. Le sue risorse energetiche sono fondamentali per mitigare l’impatto della guerra russa in Ucraina sulle forniture globali”.

Il presidente degli Stati Uniti ha anche rivelato nel suo editoriale che l’Arabia Saudita, ricca di petrolio, sta ora lavorando con esperti statunitensi “per stabilizzare i mercati petroliferi con altri produttori dell’OPEC”.

Biden ha ammesso che la sua visita è stata vista da molti come controversa. Nello stesso tempo, ha sottolineato che il suo governo ha cambiato la sua “politica degli assegni in bianco” nei confronti di Riyadh rilasciando il rapporto dell’intelligence sull’uccisione nel 2018 del giornalista saudita Khashoggi presso il consolato saudita a Istanbul. In esso, il principe ereditario saudita Bin Salman è ritenuto responsabile dell’ordine dell’assassinio.

“La mia amministrazione ha chiarito che gli Stati Uniti non tollereranno minacce e molestie extraterritoriali contro dissidenti e attivisti da parte di nessun governo”.

Nello stesso tempo, Biden ha elogiato alcuni dei successi di Riyadh nella politica internazionale. Ha usato il suo commento per confrontare le politiche della sua stessa amministrazione in Medio Oriente con quelle di Donald Trump, che ha definito solo “il mio predecessore” senza nominarlo direttamente. Biden si recherà in Medio Oriente dal 13 al 16 luglio. Si fermerà in Israele, Cisgiordania e Arabia Saudita. Nel suo articolo, il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato l’importanza simbolica del suo volo diretto da Israele all’Arabia Saudita:

“Questo viaggio sarà anche un piccolo simbolo dell’inizio delle relazioni e dei passi verso la normalizzazione tra Israele e il mondo arabo, che il mio governo sta lavorando per approfondire ed espandere”.

Il governo statunitense sta cercando di contenere l’aumento dei prezzi del gas naturale negli Stati Uniti. Washington spera, tra le altre cose, di persuadere lo Stato del Golfo ad aumentare la produzione di petrolio.

di Alexandra Salamanoudi

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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