Ancora divisioni sul MES e sulle alchimie, ma nessuno focalizza l’attenzione sul progresso del paese

Il MES, il Meccanismo Europeo di Stabilità, sta suscitando un acceso dibattito in Italia. Da una parte il Ministero dell’Economia promuove la sua ratifica sostenendo che non produrrebbe “nuovi o maggiori oneri” e potrebbe addirittura portare a un miglioramento del rating dell’Italia. Dall’altra parte, i partiti politici si dividono: la Lega si oppone alla ratifica, mentre Forza Italia non ha garantito i voti necessari (Fonte Ansa).

L’argomento della Lega riguarda il costo dell’attivazione del MES. Tuttavia, secondo un articolo su StartMag, anche i tecnici del MEF ammettono che il costo del prestito attraverso il MES è un’incognita inestricabile, dal momento che dipende da molti fattori variabili. Di conseguenza, afferma l’articolo, “si fa prima a lanciare i dadi”.

Inoltre, secondo lo stesso articolo, la lettera del MEF a sostegno del MES sarebbe un vero e proprio boomerang. Infatti, i tecnici del MEF si sono avventurati “sul terreno scivoloso delle congetture”, adducendo il fatto che “è possibile che la riforma del Mes porti ad una migliore valutazione del merito di credito degli Stati membri aderenti, con un effetto più pronunciato per quelli a più elevato debito come l’Italia”. Tuttavia, sostiene l’autore dell’articolo, il ministro Tremonti non ha chiesto l’opinione di analisti ed operatori di mercato, ma dei tecnici del MEF in merito alle norme di finanza pubblica. E i tecnici del MEF sono costretti ad ammettere che il costo dell’attivazione del MES è un’incognita.

Chi beneficerebbe, dunque, del MES? Secondo l’articolo su StartMag, gli Stati membri azionisti del MES avrebbero una migliore “remunerazione del capitale versato”. Quindi, sostiene l’autore, si tratta di uno strumento che conviene ai creditori e non ai debitori come l’Italia:

[…] Quanto costano i prestiti del Mes? Non si sa. Dipende da quanto paga il Mes per finanziarsi sui mercati e da come si muove nella raccolta (breve o medio/lungo termine), poi dal ricarico che ci metterà per coprire costi operativi ed “un margine adeguato” (volete mica che lavorino gratis!), lo strumento scelto dallo Stato membro per finanziarsi (la linea precauzionale o quella a condizioni rafforzate). Insomma si fa prima a lanciare i dadi. Poi bisogna fare il confronto con il costo di indebitamento prima di accedere al prestito, perché ovviamente il Mes avrebbe un impatto positivo solo qualora i costi di finanziamento sui mercati fossero arrivati alle stelle, tipo Grecia. Qualcuno si può avventurare a fare calcoli del genere per l’Italia? Nessuno. Infatti i tecnici del Mef lanciano il sasso, ma poi nascondono la mano. E da quando la Repubblica Italiana è costretta a chiedere prestiti con costo da determinarsi?

Alla fine, sapete chi ne beneficerebbe? Gli Stati membri azionisti del Mes (anche l’Italia ovviamente, ma è una partita di giro) che, grazie ai tassi che il Paese debitore pagherebbe, riceverebbero una migliore “remunerazione del capitale versato”. La conferma che è uno strumento che conviene ai creditori e non ai debitori. (Fonte: Startmag (https://www.startmag.it/economia/perche-la-lettera-del-mef-pro-mes-e-un-boomerang/))

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