Analista USA: c’è molto interesse economico nella decisione di trasferire F-16 all’Ucraina

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Mark Sleboda, un veterano militare statunitense e analista degli affari esteri e della sicurezza, in una intervista della pubblicazione russa ‘Sputnik Internazionale‘, ha affermato che ci sono motivi politici dietro la decisione di Washington di approvare il trasferimento di F-16 in Ucraina da parte dei suoi alleati della NATO. Sleboda ritiene che la mossa non riguardi principalmente il sostegno militare, ma piuttosto la vendita di armi nuove e più costose. Ha inoltre suggerito che ci sono diversi problemi associati all’invio di F-16 in Ucraina.

L’annuncio ha fatto seguito al viaggio del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky in Europa, durante il quale ha espresso la speranza di creare una “coalizione di jet da combattimento” in Ucraina. Tuttavia, il presidente dello Stato Maggiore Mark Milley ha gettato acqua fredda sulle aspettative di Kiev il 24 maggio, affermando che gli F-16 non fungeranno da “arma magica” per l’Ucraina.

Sleboda ha sostenuto che ci sono diverse sfide associate agli F-16. Per prima cosa ha sottolineato che richiede piste molto lunghe e che l’Ucraina attualmente non possiede. Ha aggiunto che i campi d’aviazione in Ucraina non sono sufficienti per la manutenzione di questi aerei, che dovranno essere trasportati dentro e fuori dal Paese, probabilmente attraverso la Polonia.
Sleboda ha anche osservato che l’Ucraina e i suoi piloti richiederebbero un addestramento significativo per pilotare gli F-16. Secondo Sleboda, la Romania, che è passata dai MiG dell’era sovietica agli F-16 americani per otto anni, è posizionata come modello per l’addestramento dell’Ucraina. Tuttavia, la Romania non è ancora pronta a schierare i suoi F-16 e deve ancora completare la transizione dalla sua vecchia flotta.
Inoltre, Sleboda ha sostenuto che gli F-16 sarebbero stati sottoposti alle migliori difese aeree a lungo raggio della Russia se volati in ambienti contesi, come quelli intorno ai territori contesi. L’uso degli F-16 in un ambiente così ostile potrebbe essere fatale per l’aereo e il suo equipaggio.

Milley ha recentemente suggerito che l’Ucraina ha bisogno di un numero sostanziale di caccia di quarta e quinta generazione se vuole sfidare la Russia in aria. Tuttavia, gli Stati Uniti hanno finora dato all’Ucraina solo alcune difese NASAMS e Patriot, che si sono rivelate inefficaci contro i missili ipersonici della Russia. Questi sistemi difensivi non negavano lo spazio aereo alle forze russe o coprivano alcun campo di battaglia critico.
Sleboda ritiene che gli Stati Uniti stiano spingendo gli alleati della NATO a concludere accordi sulle armi con l’Ucraina. Secondo lui, Washington sta esortando i paesi che ancora operano con gli F-16 – come Paesi Bassi, Belgio, Danimarca e Norvegia – a passare agli F-35. L’analista sostiene che gli Stati Uniti intendono persuadere questi paesi a spedire i loro vecchi aerei in Ucraina, aprendo così la strada alla vendita di F-35 più costosi a questi stessi paesi. Questo approccio consente al complesso militare-industriale statunitense di trarre profitto dagli accordi sulle armi.

La spinta degli Stati Uniti per gli accordi sulle armi non è limitata solo all’Ucraina, poiché gli Stati Uniti continuano ad espandere le loro vendite di armi in tutto il mondo. Mentre gli alleati dell’Europa occidentale diventano più protettivi della loro proprietà militare e intellettuale, ad esempio, gli Stati Uniti continuano a persuaderli ad acquistare costose armi prodotte negli Stati Uniti, anche quando è stato pubblicamente dimostrato che sistemi più convenienti e ugualmente efficaci sono disponibili altrove.
In conclusione, Sleboda suggerisce che, nonostante l’entusiasmo della leadership ucraina, il dispiegamento di F-16 in Ucraina non è fattibile.

Sempre su Sputnik, in un altro articolo, l’editorialista Scott Rider fa un’atra considerazione ‘tecnico operativa’ sulle problematiche di impiego di questi velivoli: “l’Ucraina non riceverà nulla di simile alla variante più moderna e capace dell’F-16, ma piuttosto velivoli che hanno superato la loro durata operativa per le forze aeree della nazione donatrice – in breve, riceverà velivoli vecchi con gravi problemi di manutenzione e limitate prestazioni. Nelle mani di un pilota esperto, ci si potrebbe aspettare un minimo di prestazioni in combattimento in un numero limitato di profili di ingaggio, inclusi il combattimento aria-aria e il supporto aereo ravvicinato. Ma i piloti ucraini che voleranno su questi velivoli saranno quanto di più lontano si possa immaginare dai piloti esperti di F-16. Avranno un’esperienza minima nel testare le capacità prestazionali dell’F-16.
Inoltre, se l’Ucraina dovesse addestrare in modo incrociato i suoi piloti più esperti, quelli che hanno pilotato il MIG-29 o il SU-27, allora la questione delle prestazioni diventa ancora più acuta: l’F-16 è un velivolo completamente diverso dal punto di vista dell’avionica e i piloti la cui memoria è legata agli aerei dell’era sovietica avranno un netto svantaggio rispetto ai piloti meno esperti che iniziano da zero”.

Ovviamente, a meno che non siano i piloti ucraini a pilotare questi aerei… ma speriamo che questo rimanga la più lontana delle ipotesi, perché in questo caso la guerra da locale diverrebbe totale (e ciò vuol dire che il rischio di allargamento del conflitto ad altri paesi, sarebbe molto realistico).

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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