Aleppo, attaccato ospedale militare russo: ucciso un medico, due infermieri feriti

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[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″ align=”left”]Ospedale militare russo da poco istituito, attaccato in Aleppo Est dai ribelli. [/su_heading]

Un ospedale mobile russo, portato ad Aleppo per soccorrere i civili ed attrezzato per pediatria ed ostetricia è stato completamente distrutto (alle ore 12.20/12.30 di oggi). Un medico e una operatrice sanitaria sono morti ed un ferito è grave.  Russia Today riferisce che i ribelli ancora nell’enclave hanno lanciato sull’ospedale 9 razzi che hanno colpito con precisione l’ospedale. L’estrema precisione dei colpi, fa pensare che l’attacco sia stato mirato e  premeditato.
Il centro sanitario era dotato di dispensario, un reparto terapeutico speciale per i bambini, un centro di chirurgia, di anestesiologia e terapia intensiva, annessa una sala radiologica. Disponeva inoltre di un laboratorio di cure mediche diagnostiche e specialistiche. Le squadre mediche comprendono medici, pediatri e ostetrici.
I medici militari del ministero della Difesa russo, sono arrivati nella zona della città di Aleppo, il 5 dicembre per l’accoglienza e l’assistenza ai residenti locali delle aree liberate della parte orientale della città.  Il personale è stato ora spostato in una zona più sicura.

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″ align=”left”]Dura presa di posizione di Mosca contro i mandanti e protettori dei terroristi. [/su_heading]

Mosca ha informazioni che l’attacco si è basato su coordinate precise, che i ribelli non potevano possedere.

konashenkov

Mosca ha informazioni che l’attacco si è basato su informazioni precise, che i ribelli non potevano possedere. Il Ministero della Difesa russo, ha denunciato l’attacco come effettuato con l’ausilio di mezzi di rilevamento che i ribelli non hanno, sta a dire con l’aiuto tecnologico e di intelligence degli sponsor occidentali. Ed ha riguardo sostiene di possedere informazioni puntuali su chi è implicato.
Il portavoce del Ministero della Difesa, generale Igor Konashenkov ha detto chiaramente che l’attacco non sarebbe stato possibile senza la comunicazione ai terroristi delle coordinate precise del centro sanitario:Mosca capisce – ha detto Konashenkov –  da chi gli insorti siriani  dell’opposizione hanno ricevuto le coordinate dell’ospedale russo ad Aleppo. Sappiamo chi ha fornito le coordinate precise. Pertanto, l’intera responsabilità per l’uccisione e il ferimento dei nostri medici, che erano lì per aiutare i bambini di Aleppo, non risiede solo nei esecutori immediati“.
Ed ha aggiunto: “Il sangue dei nostri soldati è sulle mani dei loro mandanti. Coloro che hanno creato, nutrito e armato queste bestie in forma umana, sono chiamati a giustificare le loro azioni alla propria coscienza e ai propri elettori. Sì, voi, signore e signori, protettori dei terroristi provenienti dagli Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia e altri simpatizzanti paesi ed entità “ (RT).

[su_heading style=”modern-1-blue” size=”19″ align=”left”]Reazioni[/su_heading]
Che interessi hanno i mandanti di cui parla Mosca? Le ipostesi sono due:
1 – sperare in una reazione rabbiosa dei russi che comporti un bombardamento indiscriminato sull’enclave di Aleppo est con grandi perdite civili (ostaggi) tale da poter usare poi come elemento di accusa nella consueta ‘guerra umanitaria’;
2 – evitare da parte dei più estremisti che ci siano ulteriori defezioni da parte di miliziani che vogliano arrendersi (in quanto difficilmente si potrà parlare più di amnistia alzando il livello di scontro da quello militare a puro terrorismo verso obiettivi non militari).

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Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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