Al Sinodo anche i laici avranno diritto di voto

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L’intero Sinodo sulla sinodalità è di per sé qualcosa di innovativo, e si può sostenere che includere i laici nella discussione sia un modo per inclinare il voto contro la tradizionale struttura gerarchica della Chiesa cattolica.

American Magazine riporta che nel prossimo sinodo, tra il 21 e il 25% dei votanti non saranno vescovi, ma sia uomini che donne consacrati e laici. “Sembra strano avere un sinodo in cui tanti non vescovi e laici hanno un voto uguale a quelli che hanno il carisma tradizionale di autorevolezza”, commenta la pubblicazione.

A partire dal sinodo di ottobre 2021, tra il 21 e il 25 per cento dei membri con diritto di voto non saranno vescovi, ma includeranno donne, uomini consacrati e laici. Tutti i membri avranno diritto di voto. Questo segna un importante cambiamento per il Sinodo dei vescovi, che dal Concilio Vaticano II ha sempre riunito i vescovi del mondo per discutere temi specifici e votare su proposte che vengono poi considerate dal Papa.

Prima di questa decisione, solo gli uomini avevano diritto di voto durante il Sinodo dei vescovi. I membri delle organizzazioni di vita consacrata non saranno più rappresentati da 10 chierici eletti dagli stessi superiori generali, ma da “cinque religiose e cinque religiosi”. Questi rappresentanti avranno diritto di voto al Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, insieme a 70 nuovi membri non vescovi selezionati tra i fedeli cattolici di tutto il mondo che saranno scelti personalmente dal Santo Padre. Fra questi nuovi membri, ci sarà la rappresentanza del popolo di Dio, ovvero sacerdoti, diaconi e fedeli laici.

I membri del Sinodo dei vescovi verranno selezionati da una lista di 140 nomi presentati dalle sette riunioni internazionali delle conferenze episcopali e dall’assemblea dei patriarchi delle Chiese orientali cattoliche. papa Francesco ha chiesto che almeno il 50% dei membri non vescovi sia rappresentato dalle donne e che la presenza dei giovani sia sottolineata nella scelta dei membri.

Il numero totale dei membri del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità sarà di circa 370. Non si sa esattamente quando saranno resi noti i nomi dei partecipanti, ma verranno pubblicati “appena possibile” una volta che le conferenze episcopali avranno inviato i nomi alla segreteria e il Papa avrà dato la sua approvazione.

Infine, il Sinodo dei vescovi sulla sinodalità si prevede che si apra ad ottobre 2021 con la fase di ascolto a livello delle chiese locali nei diversi Paesi, seguita dalla fase continentale/internazionale nel primo trimestre dell’anno in corso. Inoltre, il Sinodo si svolgerà in due sessioni, la prima nell’ottobre 2023 e la seconda nell’ottobre 2024, che prevedono la partecipazione degli stessi membri. L’instrumentum laboris, ovvero il documento di lavoro, per la fase del Sinodo di ottobre 2023 dovrebbe essere pubblicato entro la fine di maggio. La prima sessione si aprirà il 4 ottobre e durerà fino al 29 ottobre. (fine citazione)

Resta da vedere che importanza viene data a questa innovazione. Se si crede che la riforma di una struttura sia la sostanza o se si ricnosce che comunque l’autorevolezza è ciò che deve essere sempre ricercata. Questa ovviamente non dipende dall’avere più voci, ma da una vita consacrata e dalla sanità.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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