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116 miliardi che la BCE ha concesso a tasso super agevolato dell'1% alle banche italiane: è sufficiente?

by Patrizio Ricci
31 Gennaio 2012
in Economia
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economia

116 miliardi che la BCE ha concesso a tasso super agevolato dell’1% alle banche italiane. è sufficiente?

In proposito, penso che un problema non può essere risolto con la stessa mentalità di chi li ha creato. E’ evidente che il sistema di finanziamento usato in Europa è profondamente sbagliato. E non occorre essere esperti economisti per capirlo.

Mi sembra evidente che la BCE avrebbe fatto bene a concedere i 116 miliardi direttamente al governo Italiano. Il suo statuto non lo prevede? Ed allora si cambiano gli statuti! Le leggi sono fatte per gli uomini e non viceversa!
Possibile che tutto si possa cambiare eccetto le regole della finanza?

E’assurdo che lo Stato per finanziarsi debba ricorrere ai titoli di stato con tassi altissimi . La Bce dovrebbe permettere a paesi come l’Italia e la Spagna di rifinanziarsi almeno temporaneamente ed entro determinati limiti a un costo molto basso. Solo così ne usciamo. Lo ha anche detto Soros , uno che di finanza certo ne sa qualcosa, ma in fondo è un ragionamento semplicissimo. Perché si fa tanta fatica a capire?

La BCE deve dare prestiti all’1% direttamente allo stato italiano. (La FED americana presta i soldi allo Stato allo 0,10 % !). Le banche sono banche commerciali, perché dovrebbero dare credito alle famiglie? Per forza non danno credito hanno acquistato i BTP: ci guadagnano il 5%!!! Il credito alle famiglie lo deve fare lo stato, ma che razza di struttura economica ci siamo creati? Non dimentichiamo inoltre che le banche italiane sono banche commerciali ma sono nello stesso tempo banche d’affari e non c’è nessuna garanzia che loro stesse non speculino addirittura contro lo stato italiano!!

La cosa più normale sarebbe l’emissione di moneta non a debito (cioè gravata da interessi), ma dire questo oggi è dire eresie. Si sa che la BCE è una banca privata e noi tutti europei ormai abbiamo accettato non solo questo, ma di farci anche governare dai poteri finanziari e speculativi.

Lo ha detto bene pochi giorni orsono, il card. Bagnasco alla Commissione Permanente della CEI:

Il capitalismo sfrenato sembra ormai dare il meglio di se non nel risolvere i problemi, ma nel crearli. (…) Si sono formati “coaguli sovranazionali talmente potenti e senza scrupoli, tali da rendere la politica sempre più debole e sottomessa. Mentre invece dovrebbe essere decisiva, se la speculazione non avesse deciso di tagliarla fuori e renderla irrilevante è quasi inutile. Quel che sembra cadere sotto gli occhi attoniti della gente.
ed ha aggiunto: Non è possibile vivere tutto quanto ogni giorno nella stretta di mani invisibili e ferree, pur proposte di spadroneggiare sul mondo. Sembra invece che i grandi della terra non riescono ad imbrigliare il fenomeno speculativo; che giochino continuamente di rimessa sperando ogni volta di scamparla alla meno peggio, ma è un’illusione: prima o poi arriva dappertutto, e ci si trova in ginocchio come davanti ad un moderno moloch di non decifrabile direzione. – Al di là di ogni ventata antipolitica va detto che la politica assolutamente necessaria, e deve mettersi in grado di regolare la finanza perché si ha servizio del bene generale e non della speculazione.

Bisogna uscire dalla logica dei poteri forti della finanza, fare proposte alternative. Occorre il rifinanziamento del debito italiano e dei paesi in difficoltà direttamente con un prestito dell’1% , almeno quello offerto alle banche. E’ l’unico modo per uscire non smembrati dalla crisi, bisogna rilanciare l’economia.

Per quanto riguarda le le liberalizzazioni, non tutte migliorano le cose. In questo momento siamo un pasto appetibile per molti speculatori stranieri che possono realizzare buon affari in Italia, con la svendita delle nostre imprese. Bisogna vigilare, perché si adottano indiscriminatamente hanno un effetto deleterio. Lo abbiamo visto nell’esperienza degli altri paesi dove questa strategia è stata adottata.

Prendiamo ad esempio l’apertura anche la domenica dei forni. La prima considerazione è non si può vedere tutto con gli occhi dell’economia, e la domenica come ci ha ricordato il card. Bagnasco è un valore; ma in secondo luogo c’è anche una ricaduta negativa sui piccoli esercizi commerciali, che rischiano definitivamente di essere stracciati dalla grande distribuzione.

Che senso ha il divieto del rifinanziamento diretto del debito se poi lo Stato, indirettamente e a maggior costo, deve essere rifinanziato dalle banche? Il finanziamento che fornisce la BCE si dovrebbe distinguere tra finanziamenti produttivi e quelli improduttivi. Ma queste cose non dovrebbero essere occasione di dibattito politico? Per rifondare questa nostra Europa su altre basi? Almeno cerchiamo di salvare il salvabile!

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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