SIRIA – Il turbolento contesto di Raqqa e la missione di p. Paolo Dall’Oglio

COMMONS WIKIMEDIA - padre Dall'Oglio
COMMONS WIKIMEDIA – padre Dall’Oglio

Raqqa (Agenzia Fides) – E’ un silenzio che genera timore e preoccupazione nella comunità cristiana e nella società siriana, quello sulla sorte del gesuita p. Paolo Dall’Oglio, scomparso circa un mese fa nell’area di Raqqa. Come appreso dall’Agenzia Fides, a Raqqa i giovani del “Free Youth Committee”, legati all’opposizione siriana, continuano le ricerche, in una situazione molto tesa.

Il gesuita si era recato a Raqqa alla fine di luglio, entrando dalla frontiera di Tell Abiad, con l’aiuto dei combattenti curdi. Il suo fine, secondo fonti locali, era quello di cercare di smussare i contrasti fra i combattenti curdi e quelli arabi e ricostruire una certa unità all’interno dell’opposizione siriana. Una missione delicata e per alcuni fin troppo difficile.

La presa di Raqqa da parte delle forze di opposizione al regime, avvenuta a marzo 2013, era stata compiuta grazie a uno sceicco locale, Mouhammad Faycal al Houeidi, leader della tribù “Avadilat”, grande tribù araba presente a Raqqa con solidi legami con il Regno Saudita. Lo sceicco era un parlamentare che, schieratosi contro il governo, è riuscito a rendere Raqqa “prima città indipendente della rivoluzione siriana”. La presa della città da parte dell’Esercito Siriano di Liberazione (“Free Sirian Army” , FSA) è avvenuta , però, grazie anche al contributo del gruppo “Jabhat al-Nusra”, poi rinominata “Islamic State of Iraq and Al-Sham” (“Stato islamico di Iraq e Siria”). Una fazione di questo gruppo, tra l’altro, si è staccata dal ramo principale. P. Paolo è giunto in città in una situazione molto intricata, in cui vi erano almeno tre forze in aperto contrasto fra loro. E ha cercato, riferiscono i giovani, “di istaurare una linea di comunicazione con i miliziani islamisti”.

Fra il 29 luglio e il 5 agosto, giorno del sua scomparsa, a Raqqa si sono verificati violenti scontri, con morti e feriti, fra guerriglieri del FSA e membri dei gruppi islamisti, segno delle forti tensioni esistenti tra le fazioni anti-regime.
Da un lato il fronte dello “Stato islamico di Iraq e Siria” aveva accettato di dialogare con p. Paolo. Ma l’idea di fondo, quella di instaurare uno stato islamico, resta motivo di frattura fra gli islamisti e il FSA.

L’ultima volta in cui è stato visto ufficialmente, p. Paolo ha partecipato a un banchetto con lo sceicco della tribù Avadilat, Mouhammad Faycal Al Houeidi, proprio per parlare di tali questioni e per cercare di istaurare un negoziato. Nei giorni precedenti, però, il gesuita aveva partecipato a una manifestazione dei giovani del FSA in cui aveva elogiato la rivoluzione e i suoi ideali. Per questo potrebbe essere caduto nel mirino delle stesse fazioni islamiste (perché visto come “alleato del FSA”) o di loro schegge impazzite.

Secondo alcuni, sarebbe stato condotto in una località chiamata Akarsheh, a 20 km da Raqqa. “Sappiamo con certezza solo che p. Paolo è in grave pericolo”, dicono i giovani di Raqqa. (PA) (fonte Agenzia Fides 26/8/2013)

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