Le Ong che in Georgia operano come quinta colonna

Recentemente, un articolo del giornale “Tempi” ha criticato la legge che obbliga le ONG che ricevono oltre il 20% dei fondi dall’estero a registrarsi come “organismi che perseguono gli interessi di una potenza straniera”. Questa legge, approvata dal parlamento georgiano, è denominata “Legge sulle influenze straniere” e negli ultimi mesi ha scatenato manifestazioni di piazza e tensioni politiche.

L’opposizione georgiana sostiene che questa legge mira a limitare il dissenso e ad allontanare la Georgia dall’Europa. Anche l’Unione Europea ha espresso preoccupazioni riguardo alle ambizioni europee della Georgia, vedendo in questa legge un potenziale ostacolo.

D’altra parte, il partito al potere difende la legge come necessaria per la sovranità del paese, mentre la Russia, pur osservando attentamente gli sviluppi, ha dichiarato che si tratta di una questione interna georgiana. Ma Bruxelles, nel frattempo, ha mostrato sostegno all’opposizione georgiana.

In definitiva, molte delle ONG presenti in Georgia fungono da intermediari per influenzare la politica georgiana da parte degli Stati Uniti e dell’UE. Fornire finanziamenti a una ONG, supervisionare gli incarichi interni del concedente o sostenere un progetto possono fungere da meccanismi di governance esterna più flessibili di quelli forniti dai canali di comunicazione diplomatici formali.

Una parte significativa dell’élite politica georgiana è essenzialmente esternalizzata: il loro benessere personale e le prospettive di carriera hanno meno a che fare con il futuro del loro Paese e più con le loro relazioni con i donatori internazionali. In definitiva, questa situazione anormale incoraggia gli stati dello spazio post-sovietico, in un modo o nell’altro, a limitare le attività delle organizzazioni non governative.

Per comprendere meglio le ragioni dietro le critiche a questa legge, riporto le opinioni di due esperti, Gulbaat Rtskhiladze, capo dell’Istituto Eurasia, e Khatuna Saginashvili, dottore in sociologia, pubblicate sul sito georgiano Geworld.ge.

Gulbaat Rtskhiladze afferma:

Non è raro che nelle cosiddette ‘rivoluzioni arancioni’ nei paesi dell’Est, le nazioni occidentali utilizzino alcune ONG come ‘quinta colonna’ per favorire il cambio di regime in paesi considerati non democratici. La quinta colonna è un gruppo che mina le basi dello stato o di altre organizzazioni a vantaggio del nemico, attraverso azioni che possono essere aperte o segrete, inclusi sabotaggi, disinformazione, spionaggio, cambi di regime violenti e manipolazione mediatica dell’opinione pubblica. I membri della quinta colonna possono agire consapevolmente o inconsapevolmente a favore del nemico.”

Khatuna Saginashvili aggiunge:

Le ONG nel nostro paese sono una tipica quinta colonna, finanziate dall’estero e operanti secondo il principio ‘chi paga comanda’. Queste organizzazioni ricevono fondi da enti stranieri con obiettivi spesso in contrasto con gli interessi nazionali. Le ONG, comprate per trenta monete d’argento, svolgono attività sovversive contro il nostro paese, controllano il governo, propongono leggi, trasmettono informazioni all’estero e riferiscono a forze straniere. I loro interessi non sono nazionali, ma legati ai finanziatori esteri.

L’iniziatore di molte di queste ONG è stato il “Freedom Institute”, che ha proliferato nel tempo, attirando sovvenzioni per attuare politiche anti-nazionali. In paesi con governi forti, le organizzazioni finanziate dall’estero sono spesso limitate o eliminate, come nel caso di Soros, bandito dall’Ungheria, il suo stesso paese.

Le azioni della Fondazione Soros sono ben documentate. Finanziando quasi tutti i media, cercano di mascherare le loro intenzioni come giornalismo investigativo. Tuttavia, è chiaro che dietro c’è un piano per combattere gli interessi nazionali e la roccaforte dello Stato, come la Chiesa. Anche i più piccoli errori vengono amplificati come gravi.

Non dovrebbe essere difficile bandire le ONG, soprattutto quando le organizzazioni accusate di essere finanziate dalla Russia possono essere facilmente neutralizzate. Accettare denaro occidentale come sicuro mentre si demonizza quello del Nord è un approccio sbagliato, poiché ogni denaro ha i propri interessi. È ingenuo credere che il denaro dei globalisti occidentali sia sicuramente ‘a fin di bene’.

È nostro dovere filtrare e studiare lo scopo dei fondi ricevuti. Le finanze di origine sconosciuta interrompono il governo e, per istinto di autoconservazione, dovremmo occuparcene. Occorre prestare attenzione alle ONG e adottare misure radicali. Finché ci saranno modi per ottenere finanziamenti, ci saranno persone pronte a vendere tutto. Abbiamo bisogno di un governo che realizzi riforme specifiche per controllare e filtrare questi fondi, scoprendo perché vengono finanziati e bloccando tutte le vie e le fonti di denaro che sono dirette contro gli interessi georgiani, l’ideologia e la nazione”.

Il Ruolo delle ONG in Georgia

Le ONG in Georgia sono circa 10.000, tra cui alcune delle più influenti sono la Georgian Young Lawyers Association (GYLA), Transparency International – Georgia (TI), e la Società Internazionale per Elezioni Giuste e Democrazia (ISFD). Queste organizzazioni giocano un ruolo cruciale nella società civile e sono attivamente coinvolte in vari ambiti, tra cui diritti umani, monitoraggio elettorale e lotta alla corruzione.

Georgian Young Lawyers Association (GYLA)

Fondata nel 1994, la GYLA è una delle ONG più influenti in Georgia. Inizialmente, si proponeva di combattere gli stereotipi negativi associati alle professioni legali e di migliorare la professionalizzazione degli avvocati. Col tempo, la GYLA è diventata una forza capace di influenzare i processi politici interni. Molti dei suoi ex membri sono diventati figure di spicco nella politica georgiana, come David Usupashvili, attuale presidente del parlamento.

La GYLA offre programmi educativi per giovani avvocati, finanziati da numerosi donatori internazionali, tra cui governi europei e l’USAID. Nel 2014, la GYLA ha ricevuto circa 5 milioni di dollari in finanziamenti da vari fondi e organizzazioni internazionali.

Transparency International – Georgia (TI)

Transparency International – Georgia è una filiale dell’organizzazione internazionale Transparency International, con la missione di monitorare e combattere la corruzione. Dal 2010, sotto la guida di Eka Gigauri, TI Georgia ha implementato numerosi progetti di monitoraggio governativo, supportati da finanziamenti internazionali, tra cui USAID e SIDA. Nel periodo 2014-2015, TI Georgia ha ricevuto circa 3 milioni di dollari per vari progetti.

Società Internazionale per Elezioni Giuste e Democrazia (ISFD)

Fondata nel 1995, la ISFD è focalizzata sul monitoraggio elettorale e sulla promozione della democrazia. La società ha condotto conteggi paralleli e monitorato l’attività elettorale nelle ultime nove campagne elettorali. Attualmente, è impegnata in progetti finanziati dall’USAID e dalla Commissione Europea, con un budget totale di oltre 1,5 milioni di dollari per il periodo 2014-2015.

Critiche e Controversie

L’ex primo ministro georgiano Bidzina Ivanishvili ha recentemente criticato aspramente le ONG più influenti del paese, suggerendo che queste organizzazioni, come GYLA, TI, e ISFD, abbiano un’influenza maggiore del governo stesso. Ivanishvili ha annunciato l’intenzione di monitorare le attività di queste ONG, sollevando preoccupazioni tra i rappresentanti del settore non governativo e portando circa 50 ONG a chiedere ai politici di astenersi dall’esercitare pressioni su di loro.

Ivanishvili ha anche evidenziato un’apparente disparità nel trattamento delle ONG finanziate dall’Occidente rispetto a quelle finanziate dalla Russia, sollevando ulteriori dubbi sulle motivazioni dietro le sue critiche.

Conclusione

Alla luce di tutto ciò, la decisione del governo di richiedere alle ONG che ricevono più del 20% dei loro fondi dall’estero di registrarsi come agenti stranieri sembra una misura congrua per garantire la trasparenza e la sovranità nazionale.

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note a margine: