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Claudio Borghi: la scelta di richiedere il Revovery Fund è per vincolare le scelte del prossimo governo all’Europa

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Il normale strumento di finanziamento di uno Stato è rappresentato dalla collocazione dei titoli del debito pubblico sul mercato primario (i titoli di stato battuti mensilmente dal Tesoro), con una Banca centrale a garanzia che funga da prestatrice illimitata di ultima istanza. Esattamente come avviene negli Stati Uniti d’America, in Giappone e in Gran Bretagna. A dire il vero, seppur limitato al mercato secondario (per i titoli già in circolazione, oggetto di trattative tra privati), è ciò che sta facendo anche la Banca centrale europea negli ultimi anni.

Quel debito rappresentato dai titoli di stato, con una banca centrale a garanzia, in sostanza non è debito. Semmai, nella peggiore delle ipotesi, lo Stato non restituisce mai il capitale, ma solo gli interessi. Se dopo dieci anni l’investitore rivuole il capitale, lo Stato rivende quel titolo ad un altro investitore, cosicché l’esborso in conto capitale è zero. Idem se l’investitore rinnova il titolo. In entrambi i casi lo Stato paga solo gli interessi.

Con la formula dei prestiti, invece, la musica cambia. Che si chiami MES o Recovery Fund, il meccanismo è più o meno lo stesso. Lo Stato prima si indebita e poi deve restituire i soldi presi in prestito fino all’ultimo centesimo.

(…) Eppure la soluzione più ragionevole era a portata di mano: l’Italia avrebbe potuto collocare tutti i titoli di stato necessari sul mercato primario, con garanzia della Bce (come di fatto sta avvenendo sul mercato secondario dall’inizio della pandemia). Non vi sarebbe stata alcuna sorveglianza da parte di nessuno e nessuna riforma ci sarebbe stata imposta. E soprattutto – nella sostanza – non ci saremmo indebitati (per i motivi spiegati sopra). Ma qualcuno, sia fuori che in casa, ha voluto che all’Italia fosse messo un cappio al collo per almeno i prossimi vent’anni. (da Scenari Economici – https://scenarieconomici.it/il-recovery-fund-e-un-mes-che-ce-lha-fatta-ecco-come-funziona-di-giuseppe-palma/)

Nel video l’on Claudio Borghi della Lega, economista e profondo conoscitore del mondo finanziario, approfondisce con una immagine molto efficace (e con un aneddoto) le magie messe in atto dai nuovi stregoni.

Anche se ormai la cosa è fatta, vale la pena essere del tutto consapevoli di cosa succede. La libertà è soprattutto nella conoscenza piuttosto che nel verificarsi di un evento rispetto ad un altro.

@vietatoparlare

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