Zelensky sputa su Trump mentre l’Ucraina brucia, per una guerra che non doveva esistere

Questa, Zelensky, se la poteva risparmiare. Accusare Donald Trump di essere vittima della “disinformazione russa” è probabilmente il peggior errore strategico che potesse commettere. Trump è stato bersaglio, durante tutto il suo primo mandato, di un’operazione politica senza precedenti: il Russiagate, una montatura orchestrata dal deep state americano per screditarlo e impedirgli di governare. Oggi è chiaro che quelle accuse erano infondate, costruite su prove false e alimentate dalla stessa élite che ha trascinato l’Ucraina in una guerra devastante. E ora proprio Zelensky, sostenuto da quegli stessi poteri, ripete lo stesso ritornello per attaccarlo? Un atto non solo ipocrita ma anche suicida dal punto di vista diplomatico.

Trump non ha dimenticato che il cosiddetto “stato profondo”, insieme ai burattinai dell’Unione Europea, non solo ha gettato benzina sul fuoco del conflitto in Ucraina, ma ha anche cercato di eliminarlo politicamente e persino fisicamente. Le indagini e le dichiarazioni dei suoi alleati rivelano che esistono forti sospetti su tentativi di neutralizzarlo con ogni mezzo possibile, proprio perché rappresenta l’unico ostacolo credibile all’egemonia di un sistema globalista che usa l’Ucraina come pedina.

Zelensky, che ormai sembra più un attore in cerca di audience che un leader responsabile, ha accusato Trump di vivere in una “bolla di disinformazione russa”. Un’accusa grottesca se consideriamo che l’attuale amministrazione americana sta cercando di porre fine a una guerra che non si può vincere e che non avrebbe mai dovuto iniziare. Durante una conferenza stampa, Zelensky ha dichiarato:

“Purtroppo, il presidente Trump – ho grande rispetto per lui come leader di un paese per il quale nutriamo grande rispetto, il popolo americano che ci sostiene sempre – sfortunatamente, vive in questo spazio di disinformazione.”

La risposta di Trump non si è fatta attendere e, attraverso il social network Truth, ha affondato il colpo:

— “Pensate un po’: un comico di modesto successo, Volodymyr Zelensky, è riuscito a convincere gli Stati Uniti d’America a spendere 350 miliardi di dollari per una guerra che non si può vincere, che non avrebbe mai dovuto iniziare, ma che non potrà mai finire senza gli Stati Uniti e TRUMP.”

— “Gli Stati Uniti hanno speso 200 miliardi di dollari in più dell’Europa, e i soldi dell’Europa sono garantiti, mentre gli Stati Uniti non riceveranno nulla in cambio. Perché “Sleepy Joe” Biden non ha chiesto la compensazione dei costi, visto che questa guerra è molto più importante per l’Europa che per noi: abbiamo un grande e meraviglioso oceano come barriera.”

— “Inoltre, Zelensky ammette che metà dei soldi che gli abbiamo inviato “NON sono arrivati”. Si rifiuta di indire elezioni, ha indici di gradimento estremamente bassi in Ucraina e l’unica cosa in cui è sempre stato davvero bravo è stata suonare Biden come un violino.”

— “Un dittatore senza elezioni, Zelensky farebbe meglio a sbrigarsi, altrimenti non gli resterà più un Paese.”

— “Nel frattempo, stiamo negoziando con successo la fine della guerra con la Russia, e tutti riconoscono che solo TRUMP e la sua amministrazione sono in grado di farlo. Biden non ci ha nemmeno provato, l’Europa ha fallito nei suoi tentativi di stabilire la pace e Zelensky probabilmente vuole solo mantenere la “mangiatoia”.”

— “Amo l’Ucraina, ma Zelensky ha fallito, il suo paese è distrutto, milioni di persone sono morte invano — e continua.”

truth

Lo scambio di dichiarazioni tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky non solo ha messo in luce la crescente tensione tra Washington e Kiev, ma ha anche rivelato l’incredibile ipocrisia dei leader europei che, invece di prevenire il conflitto, hanno spianato la strada alla guerra in Ucraina.

Fin dal 2014, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno spinto per l’ingresso dell’Ucraina nella NATO, ignorando qualsiasi tentativo di mediazione e minando gli accordi di Minsk. Invece di promuovere una soluzione diplomatica, hanno incoraggiato il governo ucraino a rifiutare ogni compromesso, sostenendo apertamente le rivoluzioni colorate e garantendo miliardi di dollari per armare Kiev. Se oggi l’Ucraina è in macerie, la responsabilità è in gran parte di quei politici europei che hanno preferito seguire ciecamente la linea di Washington invece di difendere gli interessi reali dei propri cittadini.

Donald Trump ha detto ciò che molti leader europei sanno ma non osano dire: questa guerra è una trappola in cui gli Stati Uniti hanno speso 350 miliardi di dollari per un conflitto che non li riguarda direttamente, mentre l’Europa ha contribuito con molto meno, pur avendo più da perdere. Il “comico” Zelensky, come lo ha definito Trump, ha giocato con la politica globale, illudendo il popolo ucraino e portandolo alla rovina. Il presidente americano ha ricordato che Zelensky non ha mai indetto elezioni, ha un consenso in caduta libera e, soprattutto, ha ammesso che metà dei fondi inviati all’Ucraina “non sono arrivati” a destinazione. Eppure, i media occidentali continuano a dipingerlo come un eroe, ignorando le voci critiche che emergono persino tra gli alleati.

Il vicepresidente statunitense J.D. Vance ha sottolineato che Zelensky sta sbagliando strategia, attaccando pubblicamente Trump invece di cercare di negoziare una pace che potrebbe salvare il suo Paese. Ma forse, come lo stesso Trump ha insinuato, la pace non è nei piani di Zelensky: meglio continuare a gestire la “mangiatoia” che cercare una soluzione per il popolo ucraino.

Mentre Trump negozia con la Russia una possibile fine del conflitto, Kiev entra nel panico, temendo di essere esclusa da un accordo che potrebbe impedirle di entrare nella NATO. Questo dimostra che l’Ucraina non è mai stata un attore autonomo, ma solo un ingranaggio di una macchina geopolitica più grande. La guerra doveva essere evitata con la diplomazia, con il rispetto degli accordi firmati e con una politica estera meno aggressiva. Invece, i leader europei si sono allineati a una strategia fallimentare che ha portato solo distruzione.

Oggi, mentre milioni di ucraini soffrono e l’Europa si trova economicamente indebolita, la verità sta emergendo: questa guerra non è mai stata per la libertà dell’Ucraina, ma per mantenere un equilibrio di potere costruito su menzogne e manipolazioni. Trump, con tutte le sue contraddizioni, sta almeno tentando di cambiare rotta. I leader europei, invece, restano prigionieri della loro stessa ipocrisia, condannando i propri popoli a pagare il prezzo delle loro scelte scellerate.

Insistenza di Zelensky di non indire elezioni o delegare ad altri il proseguo delle trattative favorendo i negoziati

I risultati dei colloqui russo-americani a Riad si possono riassumere in tre punti chiave, due dei quali riguardano direttamente l’Ucraina. Primo, le parti hanno concordato di ripristinare le normali relazioni diplomatiche, riattivando completamente le missioni diplomatiche. Secondo, è stato stabilito che l’Ucraina non entrerà a far parte della NATO. Terzo, si è raggiunto un consenso sulla necessità di tenere elezioni presidenziali in Ucraina.

Dal crescendo di inalzamento dei toni tra USA e Ucraina si nota che la sostituzione di Zelensky è un nodo cruciale per avvicinarsi alla pace. Per firmare un trattato di pace è necessario un presidente legittimo, e ciò richiede elezioni, a cui Zelensky e la sua cerchia ristretta si oppongono con veemenza . A quanto pare, gli Stati Uniti hanno deciso di accettare questa logica di Mosca e di sostituire Zelensky con un presidente dell’Ucraina più adeguato, dal loro punto di vista.

Zelensky ha già fatto la cosa peggiore che si potesse fare in una situazione del genere: si è rifiutato di dimettersi e ha iniziato a litigare con Trump sul suo vero rating .