Zelensky sostiene che, presto o tardi, si riprenderà la Crimea

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Zelensky in un’intervista al canale Dom TV ha risfoderato la propria illogica retorica ed aggiunto che la Crimea non sarà mai territorio russo. In verità lo aveva già ribadito tramite  l’emissione del decreto 117 del 24 marzo, che rivendica il diritto di riprendere la Crimea ed il Donbass anche con la forza.

Questo concetto Zelensky lo ha ribadito durante la citata trasmissione televisiva:

“Non è la loro terra, e non ci resteranno. La loro progenie non ci crescerà. I loro figli non staranno qui e non moriranno per la nostra terra. Non sarà mai territorio russo, mai! Torneranno tutti a casa. È questione di tempo”.

Il presidente ucraino ha anche aggiunto che conosce la Crimea perchè “questa natura è unica, per me quel mare  mare è la mia infanzia” … ho ricordi di quei “rapan” (molluschi) sono deliziosi. “Quando mangi questi rapan … ” , “senti la sabbia … l’infanzia era così sui denti”. 

(https://lb.ua/news/2021/08/03/490831_zelenskiy_krim_povernetsya.html)

Insomma, per Zelensky questi ricordi nostalgici, le lievi atmosfere rievocative, possono bastare per continuare a mantenere una stretta pericolosa ed immorale contro un popolo che ha deciso del proprio destino. Inoltre, l’Ucraina  si rifiuta di fornire acqua potabile alla penisola e ha fortemente sponsorizzato il completo isolamento diplomatico e commerciale presso le diplomazie occidentali (che fanno buon viso a cattivo gioco).

Ricordo che la Crimea fu graziosamente ”donata” dall’ Unione Sovietica alla Repubblica Socialista Sovietica Autonoma di Crimea (RSS) Ucraina per decisione dal Soviet Supremo dell’Unione Sovietica il 19 febbraio 1954 su iniziativa di Nikita Chruščёv. La costituzionalità di tale decisione non fu contestata solo da Vladimir Putin, ma – tanto per dire – anche da Michail Gorbačëv.

L’intero procedimento fu illegale in quanto non venne seguita la procedura secondo la costituzione che, nel qual caso prevedeva anche un referendum da tenersi nella RSFRS, che mai fu indetto. Ovviamente, se il referendum fosse stato indetto, la popolazione si sarebbe opposta (a quell’epoca era per il 75% russa secondo il censimento) ed il ‘dono’ sarebbe stato nullo.

festeggiamenti per il ritorno della Crimea in Russia (vedi qui)

Inoltre, è da considerare che a quel tempo l’Ucraina era una delle repubbliche sovietiche e che, quindi, il trasferimento della Crimea all’Ucraina era solo un passaggio ammnistrativo e non il trasferimento ad altro stato. Si potrebbe dire che la situazione si può paragonare all’unione delle regioni italiane dell’Abruzzo con il Molise previsto dall’articolo 131 della Costituzione italiana nella sua stesura originale. Ovviamente si trattò di un atto meramente amministrativo compiuto all’interno di una unica sovranità statale. Pertanto è improprio parlare di annessione all’Ucraina dal momento in cui l’Ucraina ha dichiarato la sua indipendenza (dopo il crollo del muro di Berlino) secondo lo stesso principio di autodeterminazione che oggi nega alla Crimea.

Esiste evidentemente più di un vizio originario . Inoltre, è improprio che lo stesso metro non è stato riservato al Kosovo che ha potuto tranquillamente decidere la propria indipendenza passando semplicemente per un referendum, il cui risultato è stato prontamente riconosciuto dalla comunità internazionale.

forze speciali russe durante “l’annessione”…

Le parole di  Zelensky sono quindi una evidente forzatura degli eventi passati e recenti ed una riscrittura della storia: la Russia ha occupato la Crimea nella primavera del 2014 dopo il colpo di stato del Maidan durante il quale si è insediata una giunta illegittima che governava il paese eletta da nessuno. E’ altrettanto provato che tale golpe sia stato organizzato dagli Stati Uniti con l’aiuto della Nato ed esiste una chiara documentazione in proposito.

E’ da considerare che se il golpe non si fosse realizzato, le elezioni ci sarebbero state comunque state solo 2 mesi dopo. E’ altrettanto noto che gli Stati Uniti si erano impegnati, anche se informalmente, affinché tali azioni non si sarebbero verificate nei paesi a ridosso del confine russo.

due storie in cui i popoli hanno chiesto l’autodeterminazione , ma due epiloghi differenti…

E’ importante ricordare che dopo l’insediamento della giunta filo- nazista, nella Repubblica autonoma di Crimea si tenne un referendum sull'”autodeterminazione” per il ritorno della regione alla Russia. Secondo la Federazione Russa, il 96,77% degli elettori si espresse positivamente per il ritorno della penisola alla Russia, continuando a godere di una propria autonomia.

Le citate parole del presidente Zelenzky – che tra l’altro ha organizzato attentati in Crimea sventati dalla sicurezza interna della penisola – dimostrano solamente come l’atteggiamento del governo ucraino sia animato da mera ostilità contro la Russia e contro i russi di Crimea: come dimostrato brevemente, ciò esula da qualunque considerazione storica e politica.

Negli ultimi mesi è un continuum  di tali dichiarazioni, tutte con lo stesso tono bellicoso e con gli stessi contenuti. A fronte di questo la parte occidentale fa buon viso , visto che la contrapposizione con la Russia fa parte del nuovo riassetto mondiale e della ridistribuzione delle risorse globali.

patrizioricci by @vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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