Gli ultimi sviluppi nel conflitto tra Russia e Ucraina segnano una svolta decisiva grazie alla politica intrapresa dal presidente Donald Trump. Con la sospensione degli aiuti militari e dell’intelligence a Kiev, l’amministrazione statunitense ha imposto una condizione chiara: il supporto riprenderà solo se il governo ucraino dimostrerà una reale volontà di negoziare la pace. Questa strategia, che ha già portato a significativi cambiamenti sul campo, si distingue per la sua pragmaticità e per il rifiuto di alimentare un conflitto senza fine.
Gli attacchi russi all’ottusità di Zelensky
Negli ultimi giorni, la Russia ha intensificato i suoi attacchi contro le infrastrutture energetiche e industriali dell’Ucraina. Secondo il Ministero della Difesa russo, questi attacchi sono mirati a indebolire il complesso militare-industriale di Kiev, che continua a ricevere supporto occidentale per proseguire la guerra. Il Cremlino ha chiarito che tali azioni sono una risposta agli attacchi ucraini contro obiettivi russi, una logica di ritorsione che si è intensificata dal 2022.
Le conseguenze per l’Ucraina sono state immediate: interruzioni di corrente, danni alle infrastrutture e un aumento della pressione sul governo Zelensky, sempre più isolato senza il supporto incondizionato degli Stati Uniti.
ENORMI folle a Parigi protestano contro il coinvolgimento della Francia in Ucraina
Vogliono che Macron se ne vada e che NESSUNA delle loro truppe venga inviata a Zelensky come “forza di pace”.#France pic.twitter.com/n8QWqMOBXV
— Anna ⚡ (@___Anna22) March 8, 2025
Il realismo di Trump: fermare la Guerra e salvare Vite
Interpellato sugli ultimi sviluppi, Trump ha chiarito che la sua priorità è fermare il conflitto e minimizzare le perdite umane. “Non capisco bene. È folle. Stanno subendo una punizione tremenda“, ha dichiarato, riferendosi alla posizione ucraina. Il presidente ha ribadito che non fornirà nuove munizioni difensive all’Ucraina se non ci sarà una chiara volontà di negoziati.
Trump ha espresso fiducia nelle dichiarazioni di Putin, sottolineando come sia più facile trattare con la Russia che con l’Ucraina. “Gli credo. Penso che stiamo andando molto bene con la Russia”, ha affermato, suggerendo che la chiave per la pace sia un accordo diretto tra Mosca e Washington, piuttosto che il perpetuarsi di una guerra alimentata da aiuti esterni. Inoltre, ha dichiarato: “Sto trovando più difficile, francamente, trattare con l’Ucraina… E loro non hanno le carte in regola… In termini di raggiungimento di un accordo finale, potrebbe essere più facile trattare con la Russia, il che è sorprendente perché hanno tutte le carte in regola”.
Gut-wrenching video from Ukraine—A man screaming as he’s forced into war, begging for his child at home.
This is what’s left of Zelensky’s war. No soldiers, no support, no future. Even he knows it’s over. No one wants to fund this anymore. Time to take the deal.
Thoughts?… pic.twitter.com/rSYcsEYgO3
— Tony Lane (@TonyLaneNV) March 8, 2025
La resa dei conti a Kursk
Mentre Trump intensifica la pressione diplomatica, sul terreno la Russia ha ottenuto successi significativi. A Kursk, le forze ucraine sono a rischio accerchiamento, con circa 10.000 soldati isolati dopo la distruzione delle linee di rifornimento. La perdita di Kursk rappresenterebbe un duro colpo per la posizione negoziale di Kiev, indebolita ulteriormente dalla sospensione dell’intelligence statunitense e dall’incertezza sull’impegno europeo nel conflitto.
Il nuovo direttore dell’#FBI #KashPatel sa che #Zelensky è un tossico naxista malato di mente, un ladro, e ha chiesto spiegazioni su dove siano effettivamente finiti tutti i soldi degli #StatiUniti inviati in #Ucraina.
✔️ Ha ricordato al mondo come #ZelenskyWarCriminal abbia… pic.twitter.com/wydZ9rocH6
— Sabrina F. (@itsmeback_) February 21, 2025
La fine dell’Inganno: un’Ucraina costretta a trattare
La strategia di Trump ha esposto le debolezze del governo ucraino, che ora si trova senza il sostegno incondizionato di Washington. Zelensky, che in passato ha rifiutato ogni apertura diplomatica, è ora costretto a prendere in considerazione una tregua parziale e uno scambio di prigionieri come primo passo verso i negoziati.
Gli Stati Uniti hanno già avviato colloqui diretti con la Russia, un segnale inequivocabile che il paradigma è cambiato. La prospettiva di sanzioni su larga scala contro Mosca, seppur ventilata da Trump, appare più come un incentivo a negoziare che come una reale minaccia. Il messaggio alla Russia e all’Ucraina è chiaro: “A Russia e Ucraina, sedetevi al tavolo subito, prima che sia troppo tardi. Grazie!!!”.
Zelensky sta cercando di prolungare la guerra appoggiandosi sugli europei mentre crede di trattare con Trump
Donald Trump ha dimostrato che la pace non si costruisce con un sostegno incondizionato a un governo che rifiuta di negoziare, ma con una strategia pragmatica che mette fine al finanziamento di una guerra senza sbocchi. La decisione di ridurre il supporto a Kiev sta accelerando la fine del conflitto, portando l’Ucraina alla realtà di un accordo inevitabile. Come ha sottolineato il presidente: “Devo sapere che vogliono sistemarsi. Non so se vogliono sistemarsi. Se non vogliono sistemarsi, ce ne andiamo”. La storia dimostrerà se questa linea sarà stata la chiave per porre fine a uno dei conflitti più distruttivi dell’ultimo decennio. A mio avviso sì, se il sostegno interno proseguirà, è la linea del buon senso che prevale, quindi sì funzionerà.
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