Zelensky: Pace sì, ma solo se è ‘giusta’ (cioè secondo le sue condizioni)

Volodymyr Zelensky ha recentemente dichiarato di ritenere possibile un accordo per porre fine alla guerra in Ucraina durante una futura presidenza di Donald Trump, ribadendo tuttavia la necessità di includere Kiev nei negoziati. Secondo il presidente ucraino, i termini di un eventuale accordo rimangono incerti, principalmente a causa della mancanza di interesse da parte di Vladimir Putin nel concludere il conflitto.

Putin, dal canto suo, ha manifestato una certa apertura a negoziare con Trump su varie questioni, inclusa la guerra. Tuttavia, Zelensky ha sottolineato che nessun accordo sarà possibile senza la partecipazione diretta dell’Ucraina. Durante una conferenza stampa con la presidente moldava Maia Sandu, ha ribadito che la Russia non vuole la pace, mentre l’Ucraina continua a lavorare in questa direzione.

Zelensky ha inoltre espresso fiducia nelle intenzioni di Trump di porre fine al conflitto, pur riconoscendo che la definizione di una “pace giusta” dipenderà in larga misura dalla disponibilità di Putin a fermare le ostilità. Ha evidenziato, inoltre, l’importanza del coinvolgimento europeo nei colloqui, in linea con il percorso di adesione all’UE di Ucraina e Moldavia. Contestualmente, ha difeso la decisione di vietare canali di comunicazione alternativi con la Russia, per evitare ingerenze e mantenere una posizione unitaria nei negoziati.

Un approccio strategico piuttosto che contraddittorio

Le dichiarazioni di Zelensky possono apparire contraddittorie a prima vista, ma un’analisi più approfondita suggerisce una strategia politica chiara: l’obiettivo non è semplicemente la cessazione delle ostilità, bensì il raggiungimento di una “pace giusta” che includa il recupero dei territori occupati, l’integrazione nell’Unione Europea e nella NATO, e il rafforzamento delle capacità militari dell’Ucraina. Questa visione riflette una strategia a lungo termine volta a consolidare l’Ucraina come attore autonomo e ben integrato nelle alleanze occidentali.

1. Zelensky e Trump: il ruolo strategico di Kiev nei negoziati

Zelensky insiste sull’importanza di includere l’Ucraina come parte attiva di qualsiasi negoziato, temendo che il destino del Paese venga deciso in sua assenza, secondo le tradizionali logiche di potenza delle grandi nazioni. La disponibilità di Trump a negoziare è riconosciuta, ma Zelensky enfatizza che qualsiasi accordo deve essere compatibile con gli interessi strategici dell’Ucraina, onde evitare compromessi che possano mettere a rischio la sovranità nazionale.

2. La “pace giusta”: un concetto politico, non tecnico

Il presidente ucraino definisce la “pace giusta” come il ripristino della sovranità territoriale e l’integrazione europea. Questa visione va oltre un semplice cessate il fuoco, puntando a rafforzare il posizionamento geopolitico dell’Ucraina nell’Occidente. Zelensky sottolinea il ruolo fondamentale dell’Europa, considerando l’adesione all’UE come un obiettivo strategico per consolidare la stabilità e il progresso del Paese.

Strategia o opportunismo politico?

Non si può escludere una componente di opportunismo politico nelle dichiarazioni di Zelensky. Egli cerca di posizionarsi sia come leader determinato, che non accetta compromessi imposti, sia come interlocutore ragionevole per la comunità internazionale, ormai stanca di un conflitto prolungato. Questo approccio gli permette di:

Influenzare Trump, assicurandosi che un eventuale ritorno alla Casa Bianca non porti a soluzioni penalizzanti per l’Ucraina.

Mantenere la narrativa della guerra centrata sull’aggressione russa, proteggendo l’Ucraina da critiche internazionali riguardo alla gestione del conflitto.

Il ruolo cruciale degli Stati Uniti

Le dichiarazioni di Zelensky rivelano la volontà di vincolare il sostegno degli Stati Uniti agli obiettivi strategici dell’Ucraina. È chiaro che senza il supporto americano – militare, economico e politico – l’Ucraina faticherebbe a sostenere il conflitto. Zelensky presenta quindi la guerra come una questione non solo regionale, ma centrale per la stabilità dell’ordine internazionale, rendendola cruciale per gli interessi strategici americani.

Il pericolo di annientare l’Ucraina

Le mosse politiche di Zelensky delineano una strategia complessa, orientata a garantire il futuro geopolitico dell’Ucraina. L’obiettivo non è solo fermare la guerra, ma farlo alle condizioni che rafforzino l’indipendenza, la sovranità e l’integrazione occidentale del Paese. Questo approccio, sebbene rischioso, mira a trasformare il conflitto in un’opportunità per ridefinire il ruolo dell’Ucraina sulla scena internazionale, evitando compromessi che possano compromettere le sue aspirazioni strategiche a lungo termine.

Ciò che Zelensky sembra trascurare è che, continuando con questo gioco infantile di dichiarazioni apertamente ambivalenti e prolungandolo nel tempo, rischia di spingere la Russia a considerare sempre meno conveniente negoziare la pace. Al contrario, Mosca potrebbe essere incentivata a perseguire una strategia più drastica, mirata ad annientare completamente l’Ucraina come Stato, eliminando così il rischio di avere al confine un nemico percepito come irriducibile e insidioso.

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