Zelensky adotta il piano di Macron e Starmer e vuole riproporlo a Trump, come un’idea nuova

Zelensky e la sua strategia negoziale: tra lusinghe e condizioni

Volodymyr Zelensky ha affermato che lui e il suo team sono pronti a lavorare “sotto la forte guida di Trump” per raggiungere quella che definisce una “pace duratura” (notando come debba sempre accompagnare il termine pace con un aggettivo che ne qualifichi la natura: duratura, giusta, imposta con la forza, ecc.). Ha espresso gratitudine per la fornitura di missili Javelin ricevuta prima dell’inizio della guerra e ha ribadito la disponibilità dell’Ucraina a firmare accordi sulle risorse minerarie e sulla sicurezza “in qualsiasi momento e in qualsiasi formato”.

È significativo che abbia nuovamente collegato il concetto di “garanzie di sicurezza” all’accordo sulle risorse minerarie, ripetendo che il controllo su queste ultime sia un elemento centrale nelle trattative, “sotto la forte guida di Trump” per raggiungere una pace duratura.

Insomma, la tecnica di Zelensky continua ad essere quella e molto infantile. Prima una lusinga e poi cerca di far accettare un elemento per ottenere ciò che vuole lui, sperando che l’interlocutore non se ne accorga o stia al gioco dietro la sua offerta. Trump ha già detto più di una volta che la presenza delle sole strutture USA sarebbe stata sufficiente.

Non riesce a uscire da questo schema: prima ha espresso gratitudine per le forniture di missili Javelin ricevute prima dell’inizio della guerra, poi ha ribadito la disponibilità dell’Ucraina a firmare accordi sulle risorse minerarie e sulla sicurezza “in qualsiasi momento e in qualsiasi formato”. Infine, ha nuovamente legato la questione delle “garanzie di sicurezza” all’accordo sulle risorse minerarie. Con i cosiddetti “alleati” europei ha sempre funzionato: non hanno mai opposto resistenza, perché sono fatti della stessa stoffa. Corrotti fino al midollo.

Il piano di cessate il fuoco e la manovra dilatoria

Per quanto riguarda il cessate il fuoco, Zelensky ha ripreso le condizioni già avanzate da Macron. Ha proposto come primo passo uno scambio di prigionieri e una “tregua nei cieli”, che includerebbe il divieto di attacchi missilistici, l’uso di droni a lungo raggio e il bombardamento delle infrastrutture energetiche. Macron aveva suggerito una tregua simile della durata di un mese. Tuttavia, Vladimir Putin ha già chiarito che la Russia non accetterà un cessate il fuoco temporaneo.

Zelensky ha dichiarato di voler collaborare con Trump per un accordo sulle terre rare, ma la sua strategia sembra ricalcare il modello già delineato dal Primo Ministro britannico Starmer e dal presidente francese Macron. La sua proposta di cessate il fuoco, che include il rilascio di prigionieri e un divieto sugli attacchi con missili e droni a lungo raggio, riprende esattamente il piano sostenuto da Regno Unito e Francia, con il pretesto di avviare negoziati di pace.

Tuttavia, questa proposta non è altro che una manovra per guadagnare tempo e permettere all’Ucraina e all’Unione Europea di riorganizzarsi militarmente. L’obiettivo è chiaro: evitare un’immediata conclusione del conflitto e mantenere aperta la strada per un riarmo continuo.

Zelensky, nel frattempo, si mostra disponibile a firmare un accordo sui minerali strategici “in qualsiasi momento e in qualsiasi formato conveniente”. Questo dimostra come l’accordo sulle terre rare sia un elemento centrale nella politica ucraina, più ancora della fine effettiva del conflitto.

Tuttavia, Trump ha già respinto il piano di pace promosso da Regno Unito, Francia e Unione Europea, definendolo un mezzo per prolungare la guerra senza fine. Il suo accordo sui minerali, invece, prevede una presenza americana sul territorio ucraino, con investimenti in macchinari e protezione delle risorse, con il duplice obiettivo di ripagare gli Stati Uniti e ricostruire l’Ucraina.

L’Europa tra velleità e incapacità strategica

Parallelamente, in Europa si è formata una “coalizione di volenterosi”, riprendendo la retorica usata in passato per l’intervento in Iraq. Questo gruppo, guidato da Starmer e Macron, si è riunito a Londra per definire una strategia comune e presentare agli Stati Uniti una proposta di cessate il fuoco alle condizioni occidentali. Tra i punti principali: il rafforzamento delle forze ucraine, unione degli alleati europei attorno al piano, e la disponibilità britannica a inviare forze di terra e aeree.

Il professor Alessandro Orsini ha espresso un giudizio severo su questa dinamica. Secondo lui, “l’Unione Europea è garrula e faconda. Non c’è giorno in cui non organizzi un nuovo summit o non rilasci dichiarazioni sull’Ucraina, ma senza alcun potere effettivo.” La guerra ha dimostrato la fragilità militare ed economica dell’Europa, che non ha né le risorse né l’unità necessarie per affrontare la Russia in modo autonomo.

Orsini sottolinea che il vertice di Londra si è rivelato un fallimento clamoroso. L’idea di inviare un contingente anglo-francese è stata immediatamente ridicolizzata dalla risposta di Putin, che ha semplicemente rifiutato il piano, umiliando i leader europei. Inoltre, Trump ha inflitto un’altra pesante sconfitta diplomatica a Starmer chiedendogli: “Sei in grado di fronteggiare la Russia da solo?”, lasciandolo senza risposta.

La realtà è che Gran Bretagna, Francia e Unione Europea stanno cercando disperatamente di coinvolgere gli Stati Uniti per mantenere il conflitto vivo, senza però possedere una vera capacità decisionale autonoma. Questa strategia non è affatto affidabile e riflette l’impotenza dell’Europa di fronte a una guerra che non è in grado né di vincere né di concludere.