Volkswagen (non) lava piu’ bianco

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I tedeschi sono molto bravi nel far rispettare le regole, soprattutto agli altri. Mentre Merkel cerca, senza successo, di isolare Trump all’interno del G20, su Der Spiegel e ZDF scopriamo quello che in molti già sapevano: il gruppo VW sulle emissioni diesel continua a prendere in giro i suoi clienti e a minacciare la salute pubblica con emissioni di ossido di azoto ampiamente superiori rispetto ai limiti consentiti e assolutamente illegali. Ovviamente tutto cio’ non potrebbe accadere senza la collaborazione del governo di Berlino il cui unico scopo fino ad ora é stato quello di far risparmiare a VW diversi miliardi di euro necessari ad installare un catalizzatore sui circa 8.5 milioni di diesel venduti in Europa. Ancora una volta i gruppi industriali tedeschi fanno una brutta figura nel tentativo di mostrare al mondo di essere i migliori. Da Der Spiegel e da ZDF Zoom
Volkswagen voleva ripulire i diesel manipolati con il semplice aggiornamento di un software. Gli esperti erano scettici. Nuovi documenti interni mostrano che anche le auto aggiornate restano molto inquinanti – e che VW sapeva tutto.
Non furono solo i clienti di VW a meravigliarsi nel novembre 2015: un semplice aggiornamento del software dovrebbe essere sufficiente per ripulire gli scarichi ampiamente manipolati dei diesel delle Golf, Touran e delle Passat? Tanto da far rispettare alle auto i severi limiti alle emissioni di ossido di azoto, non solo nei test di laboratorio, ma anche sulla strada? Se era cosi’ semplice, perché allora gli ingegneri VW non avevano consegnato sin dall’inizio le auto con questo software?
Al Ministero dei Trasporti apparentemente nessuno si è mai posto questa domanda, visto che il Ministro dei Trasporti Alexander Dobrindt, al culmine dello scandalo emissioni, verso la fine del 2015, aveva negoziato direttamente con i vertici della casa automobilistica di Wolfsburg una soluzione semplice e rapida: l’aggiornamento del software. Gli esperti già allora avevano sollevato forti dubbi sull’efficacia di una tale modifica tecnica.
Ora è evidente che i dubbi degli esperti in merito al successo di una tale azione, che prevedeva costi di nemmeno 100 € per auto, erano giustificati. Almeno cosi’ suggeriscono documenti interni del gruppo VW a cui Der Spiegel ha avuto accesso. Di fatto il problema dei gas di scarico dei diesel VW è ancora lungi dall’essere risolto.
900 mg di NOx per km – per VW non è un problema
Con il nuovo software installato sulle auto VW sono stati applicati diversi sistemi di disattivazione che implicano emissioni di ossido di azoto nel traffico piu’ alte. Tali dispositivi secondo la normativa UE possono essere autorizzati solo in condizioni eccezionali. L’ufficio competente Kraftfahrt-Bundesamt KBA (Ministero dei Trasporti) ha autorizzato i nuovi software scrivendo: “i sistemi di disattivazione sono considerati ammissibili”, cosi’ la KBA nella sua lettera di rilascio mostrata da ZDF nel suo programma “ZOOM: Geheimakte VW – Wie die Regierung den Konzern schützt” .
La KBA stessa non vuole prendere posizione sul tema e rimanda al Ministero dei Trasporti, a cui è sottoposta. Il Dipartimento dei Trasporti a sua volta ad una richiesta della ZDF spiega che la KBA autorizza gli aggiornamenti “solo quando la KBA è convinta dell’efficiacia nel miglioramento delle emissioni e solo quando non sussiste alcun dubbio in merito alla validità del concetto alla base dell’aggiornamento”
A quanto pare, sin dall’inizio VW non aveva alcune intenzione di ridurre drasticamente le emissioni di ossido di azoto attraverso l’aggiornamento di un software. Lo mostra un documento confidenziale del gruppo VW del novembre 2015. Nel documento vengono infatti definiti i “valori obiettivo” per le emissioni di ossido di azoto dopo l’aggiornamento del software. Nel funzionamento stradale questo “valore obiettivo” resta fra le “3 e le 5 volte” superiore rispetto al limite consentito dalla legge. Invece dei 180 mg/km NOx ammessi, le auto dopo l’aggiornamento dovrebbero emettere fra i 540 e i 900 mg/km di NOx. Secondo VW il limite verrebbe rispettato solo nei test ufficiali di laboratorio. Questi “valori obiettivo della Volkswagen” relativi all’aggiornamento del software, secondo il documento confidenziale del gruppo VW, “dal punto di vista dei contenuti sarebbero stati concordati con le autorità di regolamentazione (KBA) e quelle legali”.
Dobrindt ancora una volta sotto pressione
Volkswagen ha dichiarato alla ZDF che “che le auto interessate soddisfano tutti i requisiti di legge dopo l’attuazione delle misure tecniche”. Inoltre i limiti all’emissione di sostanze inquinanti secondo VW sono validi solo per i test ufficiali di laboratorio: “al contrario, i limiti non sono applicabili alla regolare circolazione stradale”, cosi’ VW nella sua presa di posizione ufficiale. Cio’ viene contraddetto dal professor di diritto ambientale Martin Führ della Hochschule Darmstadt. Alla ZDF ha dichiarato: “i limiti si applicano durante il funzionamento del veicolo, perché solo in questo modo si puo’ difendere in maniera efficace la salute dei cittadini, ed è proprio questo l’obiettivo del regolamento europeo”.
Per il Ministro dei Trasporti Dobrindt le rivelazioni arrivano in un momento difficile. E’ sotto pressione per la gestione dello scandalo delle emissioni diesel. L’opposizione al Bundestag lo accusa infatti di voler ignorare la salute dei cittadini e di proteggere gli interessi dell’industria automobilistica. Cosi’ è scritto anche nella relazione finale della commissione parlamentare d’inchiesta sullo scandalo VW istituita presso il Bundestag, che a breve dovrebbe presentare la sua relazione finale. Nelle scorse settimane Dobrindt ha cercato di scrollarsi di dosso le accuse arrivate dall’opposizione. Ha anticipato infatti il risultato delle ispezioni fatte dai suoi funzionari ministeriali, secondo le quali sarebbe stato rinvenuto un dispositivo di manipolazione illegale anche su di un Audi A8.
Per rimediare a questa situazione tuttavia Dobrindt vorrebbe affidarsi ad un metodo alquanto controverso: un semplice aggiornamento del software dovrebbe bastare a rimettere in ordine anche questo sistema di scarico manipolato.

 

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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