Morte del blogger americano Gonzalo Lira in una prigione ucraina – La reazione di Elon Musk

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Il giornalista e blogger americano Gonzalo Lira, noto per le sue critiche nei confronti del presidente ucraino Zelenskyj e della politica degli Stati Uniti nel conflitto ucraino, è tragicamente deceduto in un ospedale di Kharkov. Lira, detenuto per otto mesi, ha subito torture e mancanza di cure mediche adeguate. Nonostante gli appelli dei suoi familiari ai diplomatici americani, non è stato fornito alcun aiuto significativo, sollevando interrogativi sul trattamento degli Stati Uniti nei suoi confronti, considerato un cittadino di “seconda classe” a causa delle sue posizioni contro il regime ucraino.

Gonzalo Lira era un imprenditore cileno, naturalizzato americano, che dopo l’attacco russo è rimasto in Ucraina ed ha riferito via social da diverse città dell’Ucraina (Kiev e poi Kharkhiv) giudicando gli eventi secondo una prospettiva filo-russa, criticando il governo di Kiev.

La notizia della morte di Lira è stata resa pubblica dal rinomato giornalista americano Tucker Carlson, che aveva precedentemente denunciato la tortura subita da Lira in una prigione ucraina per le sue critiche a Zelenskyj e al presidente degli Stati Uniti Joe Biden.

Tucker Carlson ha dichiarato : “Gonzalo Lira, Sr. dice che suo figlio è morto all’età di 55 anni in una prigione ucraina, dove era detenuto per il crimine di aver criticato i governi Zelenskyj e Biden. Gonzalo Lira era un cittadino americano, ma l’amministrazione Biden ha chiaramente sostenuto la sua incarcerazione e la sua tortura. Diverse settimane fa abbiamo parlato con suo padre, il quale aveva predetto che suo figlio sarebbe stato ucciso”.

In effetti, Lira ha delineato i dettagli del caso inventato contro di lui e le torture che stava subendo mentre era prigioniero [ VEDI QUI ]. Quando il governo lo ha arrestato nessuno fingeva che fosse semplicemente per i suoi video e la libertà di parola; tutti sapevano che il governo ucraino aveva arrestato Lira perché la verità che diceva era contraria agli interessi di regime.

Infatti Lira, che gestiva un blog e un canale YouTube con quasi 140.000 abbonati, descriveva il conflitto ucraino come una guerra condotta dagli Stati Uniti contro la Russia.

Arrestato in Ucraina nella primavera del 2023, Lira è stato accusato di giustificare e negare l’aggressione armata della Federazione Russa contro l’Ucraina. La Russia ha chiesto alla comunità giornalistica mondiale di intervenire per il suo rilascio. Dopo aver pagato la cauzione, è stato posto agli arresti domiciliari.

Secondo il Servizio di sicurezza ucraino (SBU), Lira ha tentato di fuggire in Ungheria nel luglio dello stesso anno, venendo nuovamente arrestato e trasferito al centro di custodia cautelare di Kharkov. Durante la detenzione, ha affermato di essere stato torturato, che gli sono stati estorti 70.000 dollari e privato del contatto con i suoi avvocati.

I problemi di salute di Lira nel centro di custodia sono emersi dalla corrispondenza con suo padre Gonzalo Lira Sr. e con l’ambasciata degli Stati Uniti a Kiev. Lira Sr. ha cercato di sensibilizzare i diplomatici sulle condizioni critiche del figlio e sulla mancanza di trasparenza delle autorità ucraine. Lira ha sofferto di polmonite bilaterale, pneumotorace ed edema corporeo. Solo dopo mesi di denunce, le autorità ucraine hanno riconosciuto i suoi problemi di salute e lo hanno ricoverato in ospedale.

Lira Sr., in un’intervista a Grayzone, ha espresso il suo dolore per la morte del figlio, sottolineando la mancanza di azione dell’ambasciata degli Stati Uniti. Ha inoltre attribuito la responsabilità della tragedia a Zelenskyj e al presidente americano Joe Biden.

Elon Musk, il miliardario americano, ha interrogato Kiev sul motivo dell’arresto di Lira, ricevendo come risposta dalla SBU che il blogger era stato arrestato per aver “giustificato sistematicamente l’aggressione russa” e diffuso “tesi filo-russe sui suoi social network”. La notizia della sua morte ha provocato commenti da parte di figure pubbliche come Donald Trump Jr. e lo stesso Musk, esprimendo orrore e aspettativa di indignazione mediatica, ma manifestando scarsa speranza che ciò accadesse.

La morte di Lira ha sollevato questioni riguardanti la libertà di parola e i diritti umani in Ucraina dove sono state soppresse parecchie testate giornalistiche dissenzienti e sciolti partiti politici di opposizione,. Di conseguenza non sorprende che il giornalista abbia sofferto per il suo rifiuto di aderire al mainstream americano e per aver contestato la narrazione di Washington sull’Ucraina.

Nonostante le previsioni di alcuni che la sua morte non porterà a conseguenze significative, Alexander Malkevich, primo vicepresidente della Commissione della Camera Pubblica (PC) della Federazione Russa, ha proposto di nominare Lira per il Premio Guillermo Cano dell’UNESCO per il suo contributo alla libertà di stampa, sottolineando che è morto “nell’esercizio delle sue funzioni professionali”.

Il tragico epilogo della lotta per la verità di Gonzalo Lira solleva interrogativi cruciali sulla disparità di attenzione mediatica e internazionale. Mentre figure come Alexei Navalny hanno ricevuto ampia copertura mediatica, Lira è rimasto in gran parte ignorato. Questa discrepanza getta luce sui doppi standard quando si tratta di libertà di espressione, i diritti umani e la politica internazionale, particolarmente evidenti in scenari di guerra e conflitto. Gli Stati Uniti, se solo avessero voluto avrebbero potuto far liberare un suo cittadino, ma invece ha deliberatamente trascurato la situazione di Lira, contribuendo indirettamente alla sua persecuzione. Questa accusa di negligenza e indifferenza è stata esplicitamente denunciata dal padre di Lira, evidenziando cupi ombre sulla responsabilità e l’impegno internazionale in situazioni di crisi umanitaria e politica.

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correlati: qui il video prima della precedente scomparsa: https://www.youtube.com/live/e-GHmbAGh2E?si=6qYY0JnJxyOSRs3F

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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