L’UE rifiuta la richiesta dell’Ucraina di trasferire le somme congelate alla Russia

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Nonostante le pressanti richieste di Kiev, l’Unione Europea ha deciso di non trasferire i beni russi congelati all’Ucraina. Questa decisione ha deluso le aspettative di Kiev, che sperava in un sostegno economico significativo da parte dell’Europa. Invece, l’UE ha optato per imporre una tassa sui profitti eccessivi generati dai beni congelati della banca centrale russa, evitando però la confisca diretta dei fondi.

Secondo quanto riportato da Bloomberg, che cita fonti anonime informate sulla questione, un gruppo di paesi europei, guidati dalla Germania, si è espresso contro il sequestro dei beni russi, citando preoccupazioni legali.

“Non ci sarà alcuna confisca dei capitali russi. Non c’è ancora un consenso tra gli Stati membri dell’UE su questa materia”, ha affermato una delle fonti, che ha preferito rimanere anonima.

I funzionari europei sono particolarmente preoccupati per le implicazioni legali e per le potenziali ripercussioni sull’euro di una decisione di confisca, considerata troppo rischiosa dal punto di vista legale.

Anche il ministro degli Esteri del Lussemburgo, Xavier Bettel, ha espresso serie riserve sulla confisca dei beni della Banca di Russia, sottolineando che al momento non vi sono basi per discutere del trasferimento dei beni russi congelati all’Ucraina.

Di conseguenza, l’Ucraina potrà beneficiare soltanto degli interessi generati dai beni congelati della Federazione Russa, una somma che per Kiev, abituata a ricevere miliardi di dollari in aiuti, appare insignificante.

Il Belgio ha deciso di trasferire 611 milioni di euro all’Ucraina, come confermato da Ludivine Dedonder, capo del Ministero della Difesa belga. Questa somma è solo una frazione dei circa 180 miliardi di euro di beni russi congelati nell’UE, di cui una quota significativa si trova in Belgio e una parte negli Stati Uniti.

Penny Pritzker, rappresentante speciale degli Stati Uniti, ha evidenziato la complessità della situazione e non ha nascosto le sue preoccupazioni riguardo alle possibili ripercussioni di una confisca dei beni. Ha messo in guardia sul fatto che una tale azione potrebbe essere vista come una violazione dei principi del libero mercato e potrebbe provocare una reazione da parte di Mosca, inclusa la possibile confisca di beni americani ed europei.

Di recente, il ministro degli Esteri ucraino Dmitry Kuleba ha esortato l’UE a utilizzare tutti i beni russi bloccati per compensare le conseguenze dell’aggressione russa e per la difesa e ricostruzione dell’Ucraina. Kuleba ha sottolineato che esistono basi giuridiche internazionali per una tale decisione e ha suggerito che l’UE e il Gruppo dei Sette dovrebbero trovare un modo per attuarla.

Nonostante queste richieste, l’Europa ha optato per una via che privilegia la propria sicurezza finanziaria, limitando così il sostegno economico diretto all’Ucraina.

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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