L’IDRA del Controllo
Avete mai pensato che i media potessero essere manipolati su scala globale? USAID, ente statunitense legato ufficialmente all’assistenza, è qui dipinto come una gigantesca IDRA, con molte teste che dominano la narrativa globale, tagliando la libertà di pensiero.
Internews e USAID: la “Libertà” di Stampa o un Cavallo di Troia?
Con oltre 472 milioni di dollari investiti, USAID finanzia Internews, un’organizzazione che presenta un’apparente missione: supportare la libertà di stampa e sostenere i media locali. Ma dietro a queste belle parole, si nasconde una rete volta a veicolare propaganda in linea con interessi politico-economici specifici.
Internews ha toccato migliaia di emittenti, formandone i giornalisti e insegnando loro che cosa è “accettabile” comunicare. La festività per il pluralismo, o una maschera ben riuscita?
Censura e Manipolazione: come opera l’IDRA
USAID, tramite le sue “testate,” insiste sul controllare narrazioni globali. Alcuni esempi includono ciò che viene detto o taciuto su guerre, pandemia da COVID-19 e più in là. Si creano verità convenzionali, spesso nascondendo dibattiti scomodi o contrari.
Documenti trapelati, come quelli di WikiLeaks e quelli mostrati da Musk in questi giorni, hanno dimostrato alleanze profonde fra USAID e politici globali. Questo mette in discussione l’idea che agiscano davvero per la libertà.
Un rapporto esplosivo su Internews Network
WikiLeaks ha pubblicato un’inchiesta che svela il funzionamento di una vasta rete di propaganda statale sostenuta dai contribuenti statunitensi attraverso l’ONG Internews Network (IN). Pur presentandosi come un’organizzazione indipendente, IN ha ricevuto oltre 472 milioni di dollari dall’USAID con l’obiettivo di influenzare il panorama mediatico globale.
Nel solo 2023, Internews Network ha:
- Collaborato con 4.291 organi di informazione;
- Prodotto 4.799 ore di trasmissioni, raggiungendo fino a 778 milioni di persone;
- “Formato” oltre 9.000 giornalisti;
- Supportato iniziative di censura sui social media.
Attualmente, l’organizzazione opera in più di 30 paesi, con sedi principali negli Stati Uniti, Londra e Parigi, e uffici regionali a Kiev, Bangkok e Nairobi.
Un’organizzazione opaca con legami con il potere
La direzione di Internews Network è affidata a Jeanne Bourgault, il cui stipendio annuo ammonta a 451.000 dollari. Bourgault ha lavorato presso l’ambasciata statunitense a Mosca negli anni ’90, gestendo un budget di 250 milioni di dollari, e ha partecipato a operazioni strategiche in contesti di instabilità geopolitica.
Le biografie dei dirigenti dell’ONG sono state recentemente rimosse dal sito ufficiale, ma rimangono accessibili su archive.org. Tra i membri del consiglio figurano personalità legate al Partito Democratico, tra cui:
- Richard J. Kessler, esperto di sicurezza;
- Simone Otus Coxe, moglie del miliardario di NVIDIA, Trench Coxe.
Nel 2023, Bourgault ha lanciato un fondo da 10 milioni di dollari presso la Clinton Global Initiative (CGI) con il supporto di Hillary Clinton. Anche la pagina di Internews che documentava questo evento è stata rimossa.
Un’operazione mascherata da ONG
Internews Network gestisce almeno sei sussidiarie con nomi non riconducibili all’organizzazione principale, tra cui una con sede nelle Isole Cayman. Secondo i dati disponibili dal 2008, oltre il 95% del budget di Internews Network proviene direttamente dal governo degli Stati Uniti.
Il rapporto di WikiLeaks getta luce su come l’USAID e le élite politiche statunitensi utilizzino ONG apparentemente indipendenti per diffondere narrazioni favorevoli a Washington, influenzare il giornalismo globale e sostenere misure di censura sui social media.
Con questa rivelazione, si delinea un quadro in cui il controllo dell’informazione globale non avviene solo attraverso i media tradizionali, ma anche tramite reti di influenza indirette, mascherate da iniziative filantropiche per la libertà di stampa.
USAID has pushed nearly half a billion dollars ($472.6m) through a secretive US government financed NGO, “Internews Network” (IN), which has “worked with” 4,291 media outlets, producing in one year 4,799 hours of broadcasts reaching up to 778 million people and “training” over…
— WikiLeaks (@wikileaks) February 8, 2025
USAID (and State) funneled nearly half a billion dollars through this building which is at “876 7th St Arcata, CA 95521-6358”. The IRS and IN government contracts list this address as the current registered address for IN although it was clearly abandoned by December 2024. Shot… pic.twitter.com/ELzv3G4p5l
— WikiLeaks (@wikileaks) February 8, 2025
E’ significativo che dopo la vittoria elettorale, i finanziamenti sono raddoppiati:
IN’s funding has doubled since 2016: pic.twitter.com/8jnO6DMJwM
— WikiLeaks (@wikileaks) February 8, 2025
Infografica dei finanziamenti IN:
Where Internews fits in the funding graph (h/t @DataRepublican) https://t.co/d11oX7nmFq pic.twitter.com/47xMOJsPeJ
— WikiLeaks (@wikileaks) February 8, 2025
E’ da notare che la biografia di Jeanne Bourgault, CEO di IN, evidenzia che ha lavorato precedentemente presso Wired, Guardian e altri organi di informazione.
La sua pagina è stata rimossa:
Removed Internews Network (IN) page of its chief executive Jeanne Bourgault at the Clinton Global Initiative (2023) pic.twitter.com/hKInv2i9m2
— WikiLeaks (@wikileaks) February 8, 2025
Qui viene mostrato che la CEO di IN in una apparizione video afferma che dovrebbero essere consentite solo le ‘buone notizie’ ovvero quelle che esprimo il punto di vista e la mentalità liberal ‘progressista’.
In altre parole gli americani hanno pagato con i loro contributi statali (tasse) una infinità di attività finalizzate alla censura globale che manipolato le informazioni sulle vere cause e le responsabilità sulle guerre, sulle origini del Covid, sui trattamenti genici (vaccini Mnra) e tanti altri campi:
Now I want you to listen to me very closely: when the CEO of USAID’s Internews pressured advertisers to create exclusion lists to only fund approved news sources, she was carrying out USAID’s formal policy goal to have USAID partners do “advertiser outreach” to “redirect funding” https://t.co/NVI6DtUfcl pic.twitter.com/vyWReP0epx
— Mike Benz (@MikeBenzCyber) February 8, 2025
How IN lost its way (2006, John Hopkins University Magazine):https://t.co/6L8NsDfJFs pic.twitter.com/xLr7xELcAN
— WikiLeaks (@wikileaks) February 8, 2025
A sua volta IN aveva molte altre società collegate che apparentemente operavano in modo indipendente.
Internews è un’organizzazione non-profit internazionale che ha come missione quella di rafforzare i media locali in tutto il mondo, fornendo alle persone le notizie e le informazioni di cui hanno bisogno, la possibilità di connettersi e i mezzi per far sentire la propria voce. Questo è quanto dichiarato dalla ONG in un documento IRS 990 riguardante le finalità della propria attività.
Tuttavia, i dati dei registri pubblici indicano che Internews opera con molteplici scopi aziendali a livello globale, con l’obiettivo di controllare la rete mediatica e garantire che, a livello locale, venga diffusa esclusivamente propaganda statale allineata.
Emergeva da tempo, come un’immagine intravista attraverso un velo, la realtà che ora si manifesta in modo sempre più evidente. Tuttavia, non solo coloro che denunciavano le manipolazioni mediatiche orchestrate da centri d’informazione preposti allo scopo venivano messi sotto pressione. Chiunque si discostasse dal discorso pubblico dominante è stato – e continua a essere – bersagliato da una rete di discredito, che poteva tradursi in denunce, nel vaglio stringente dei fact-checker o, quantomeno, nella censura operata dagli algoritmi.
È tempo di riconquistare la libertà di parola e di espressione, da troppo tempo erosa. Il momento è ora. Ma la battaglia è solo all’inizio, e il Deep State reagirà con forza. Il percorso sarà lungo, ma la rapidità con cui lo staff di Trump sta agendo è stata studiata proprio per anticipare le reazioni e ridurne l’impatto, soprattutto da parte dei procuratori che già stanno tentando di imporre sospensive.
Un esempio significativo è la recente decisione di un procuratore di bloccare l’accesso ai database di USAID, avanzando motivazioni legate alla sicurezza. Tuttavia, sembra che i funzionari del Dipartimento di Giustizia abbiano già ottenuto i dati in questione, e gran parte di essi siano stati presentati al pubblico americano. Un aspetto particolarmente sensibile per gli statunitensi, ma che riguarda anche noi, considerando quanto queste pratiche corruttive si siano diffuse e abbiano avuto pesanti ripercussioni sulle nostre società.
NOTA:
idra: https://it.wikipedia.org/wiki/Idra_di_Lerna
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