USA Vs. Russia: sanzionati anche i compagni di classe dei funzionari russi

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L’8 maggio gli Stati Uniti hanno introdotto un nuovo pacchetto di sanzioni contro la Russia.

Si tratta di altre 33 persone e 22 aziende russe aggiunte all’elenco delle sanzioni, oltre a un certo numero di navi battenti bandiera russa.

Come riportato sul sito del Tesoro Usa, le sanzioni includono i vicepresidenti del consiglio di Sberbank – Olga Golodets, Bella Zlatkis e Ilya Eliseev, compagna di classe del vice capo del Consiglio di sicurezza Dmitry Medvedev. Sberbank è la più grande banca russa di particolare importanza per l’economia russa, che detiene quasi il 30% di tutte le attività bancarie russe.
L’inclusione di Sberbank nella lista delle sanzioni, significa un blocco completo dei suoi asset che sono in qualsiasi modo collegati al sistema finanziario statunitense, nonché il divieto per gli americani di fare affari con essa. Un’eccezione può essere fatta solo nel caso di un permesso dell’Office of Foreign Assets Control (OFAC) degli Stati Uniti.

In totale, otto dirigenti di Sberbank e 27 di Gazprombank sono stati interessati da misure restrittive. Gazprombank è una grande banca russa che fornisce il lavoro di Gazprom, uno dei maggiori fornitori di gas al mondo (ricordo 300 miliardi di euro di Gazprom sono stati sequestrati dalle autorità europee).

Le nuove sanzioni includeranno anche circa 2.600 restrizioni sui visti per funzionari russi e bielorussi e 19 persone giuridiche russe, tra cui la Moscow Industrial Bank e Promtekhnologiya LLC. Sul lato dei beni, restrizioni varie di prodotti industriali dalla Federazione Russa, inclusi motori e bulldozer, uranio, plutonio e altri prodotti nucleari. Sul lato dei servizi, alle società americane sarà vietato fornire determinati servizi di consulenza a clienti russi.

Restrizioni all’informazione

Washington ha anche imposto sanzioni contro il canale televisivo Rossiya-1, Channel One e NTV, poiché questi sono “i canali statali russi più popolari” che “appartengono al governo della Federazione Russa e operano a suo favore“. Come ha spiegato un funzionario dell’amministrazione Joe Biden , “non ci saranno più dollari USA per la pubblicità”, videocamere, microfoni, apparecchiature audio e tecnologia di trasmissione per i tre canali TV che “assicurano il funzionamento della macchina della propaganda” . 

Il primo canale russo a cessare le operazioni negli Stati Uniti è stato RT America, molto popolare tra gli spettatori. Un rapporto della comunità dell’intelligence statunitense del 2017 ha definito RT “il principale canale di propaganda internazionale del Cremlino”. Successivamente riconosciuto come agente straniero, per RT sono state create condizioni inaccettabili per continuare le trasmissioni e nel marzo 2022 ha cessato di esistere negli USA. Anche Rossiya-1 e NTV erano presenti nel mercato statunitense, principalmente come canali di notizie e intrattenimento, e lavoravano principalmente per il pubblico di lingua russa. E’ da notare che nessuna accusa è stata avanzata contro questi canali per conduzione di specifici programmi di notizie non conforme ai fatti. Ma le sanzioni sono state annunciate ugualmente.

È chiaro che si tratta di un gesto politico, perché questi canali non possono rappresentare una minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti: sono seguiti quasi esclusivamente dai cittadini statunitensi di lingua russa, il cui numero varia da 4 a 5,5 milioni di persone, cifra non sufficiente per influenzare la situazione negli Stati Uniti; ma, naturalmente, nessuno era interessato a sentire l’opinione di questi cittadini statunitensi.

Generalmente sono sempre contrario a questo tipo di sanzioni: le sanzioni non dovrebbero mai toccare l’informazione perché altrimenti si forma una informazione polarizzata e non dialogica.

Tutto ciò è oltremodo grave anche perché – con una chiara tendenza autoritaria ed illiberale – lo stesso metodo orwelliano di restringere le libertà di pensiero e parola, è applicato anche nei riguardi dell’intera comunità civile occidentale, ovvero in quei paesi che si definiscono i più democratici e più liberi del mondo.

Ora, è evidente che le suddette sanzioni sono state ideate per infliggere un duro colpo alla economia ed alla popolazione russa. Stati Uniti ed Ue sono chiaramente interessati a mostrare alla propria società elettrizzata l’adesione “ai princìpi”, in base ai quali i governi occidentali devono introdurre continuamente qualche tipo di restrizione. Ma sembra che il “menù” sia ormai esaurito (dal 2014 alla Russia sono state imposte 10.128 sanzioni, di cui 7.374 dopo l’inizio della campagna militare in Ucraina).

Alcune considerazioni sulle sanzioni:

1. Gli Stati Uniti sono in guerra non solo con la Federazione Russa, ma con tutta l’Europa, perché le sanzioni provocheranno un danno economico almeno alla pari (ad esempio la Germania ha diminuito il 65% delle proprie esportazioni a causa delle sanzioni);

2. È da notare che molte sanzioni sono prive di significato politico ed assumono invece tutti i connotati della russofobia (ad esempio soggetti non coinvolti nello sforzo bellico, colpiti perché parenti o congiunti di funzionari etc).

3. Un episodio più di tutti credo dimostri la disonestà intellettuale di chi ha deciso certe sanzioni. Il caso del patriarca Kirill mi ha lasciato basito: imporre sanzioni contro un ecclesiastico è in qualche modo del tutto anticristiano, colpendo Kirill si colpisce la Chiesa ortodossa russa: viene da chiedersi che razza di cristiani ci siano oggi nella UE (e negli USA, a cominciare dal suo presidente “cattolico”).

4. Le sanzioni decretano la fine della cooperazione multilaterale ed un nuovo ordine globale è in divenire. Escludendo la Russia da una serie di strutture multilaterali (OMC, Consiglio per i diritti umani, Consiglio d’Europa e così via), l’Occidente ha chiaramente colpito al cuore il multilateralismo. Secondo lo specialista di geopolitica José Garzon su Le Figaro stiamo permettendo a una Russia ora libera di stabilire il proprio campo, separato dal nostro“. Garzon, avverte che questo campo sarà più forte di quello occidentale, grazie al probabile ingresso della Cina e di molti altri paesi al suo interno. Pertanto, nonostante il danno causato dalle sanzioni alla Russia sia stato relativamente piccolo, non si considera a sufficienza che tutto questo farà crollare completamente il mercato multilaterale, con tutte le conseguenze che ne deriveranno.

5. L’Occidente, è caduto in una trappola: le sanzioni e l’aggravarsi del conflitto ucraino stanno contribuendo ad aumentare i prezzi mondiali delle materie prime e dell’energia, e quindi aumentano le entrate di Mosca, nonostante la riduzione delle sue esportazioni di energia. E l’aumento dei prezzi mondiali, accelerando l’inflazione, pone già grossi problemi politici interni per coloro che hanno voluto e/o accettato le sanzioni.

Un’ultima considerazione: noto che esistono le sanzioni ed una quantità di soggetti internazionali che vogliono “proteggere gli ucraini”. Tuttavia, alla luce dell’affermazione del segretario NATO Stoltenberg che ha negato la possibilità della pace attraverso i negoziati, viene da chiedersi: siamo davvero sicuri che la popolazione Ucraina possa davvero decidere qualcosa di responsabile per sé stessa?

VP News

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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