USA- Trump ordina la chiusura del consolato cinese a Houston “è un covo di spie”

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La chiusura del consolato di Houston (in Texas), è probabilmente correlata al furto di informazioni commerciali. L’FBI ha affermato che il consolato cinese funzionava in modo simile a una rete criminale e che è coinvolta nel furto di  segreti commerciali e dati dai cittadini degli Stati Uniti, perciò  ne ha ordinato la chiusura “per proteggere la proprietà intellettuale americana e le informazioni private degli americani” ( https://www.bloomberg.com/news/articles/2020-07-22/us-asked-china-to-close-houston-consulate-top-editor-hu-says?srnd=premium&sref=PoiFNDSS ).

Il portavoce dell dipartimento di Stato, Morgan Ortagus, ha riferito che “La chiusura della sede diplomatica cinese è stata chiesta per proteggere la proprietà intellettuale americana e le informazioni private”, ed ha fatto notare come “i diplomatici debbano rispettare le leggi e i regolamenti degli stati che li ospitano”, cosa prevista dalla Convenzione di Vienna del 1961″.

Tuttavia, nella contrapposizione attuale non tutto è chiaro:  “rubare segreti commerciali” può essere quello che il resto del mondo chiama ‘licenza’ ed i cosiddetti furti possono avvenire in modo legale: acquistando licenze, oppure convincendo le aziende americane in Cina di condividere segreti commerciali.

Certamente ci sarà una parte di spy-story, ma non è sempre così.

Il know-how tecnologico si può acquisire in vari modi. comprando aziende oppure mandando studenti cinesi a studiare nelle università USA o fare stage nelle aziende.

Ovviamente come cornice, i media danno molta enfasi al fatto che il personale diplomatico cinese abbia bruciato celermente i documenti riservati, quasi come una ammissione di colpevolezza. Ma non dicono che questa è una pratica comune a tutti gli stati: quando si intravvede la possibilità di sfratto si brucia (per la cronaca anche nel 2017 si è verificato un identico episodio di distruzione di documenti e proprio ad Houston e sempre in quel consolato: https://abc13.com/firefighters-batte-2-alarm-fire-at-chinese-consulate-in-houston/2280896/.)

Sì certo, l’arrivo dei vigili del fuoco vigili del fuoco  – a cui è stato impedito però di entrare (come è facilmente immaginabile) – è una cosa abbastanza plateale.

E’ una cosa ad uso e consumo dei media da mostrare in TV qualcosa di simpatico per mettere in ridicolo i cinesi ‘che hanno qualcosa da nascondere’. In realtà, quello che hanno adottato i cinesi è il metodo più sicuro per far sparire tracce e quando gli USA hanno voluto utilizzare una tecnica più moderna,essa si è rivelata un fiasco.

Infatti, quando gli USA in Iran ( 4 novembre 1979) erano in procinto di perdere la propria ambasciata assediata dai dimostranti, i diplomatici americani in quel momento usarono i distruggi documenti per distruggere i documenti in tante striscioline. Non fu molto intelligente. I documenti triturati furono successivamente rimessi in sesto e ritornarono completamente leggibili. Ora sono tutti stati messi online a disposizione di tutti.
Nessuna meraviglia che quella lezione sia stata recepita dai cinesi.

Forti reazioni cinesi ma solo di facciata, non è stato leso il diritto internazionale

‘Notizie Geopolitiche’ riferisce che “il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Wang Wenbin, ha avvertito che “quella di Washington è una provocazione scandalosa e ingiustificata che viola in modo grave la legge internazionale, le norme fondamentali che regolano le relazioni internazionali e l’accordo bilaterale per i consolati tra Cina e Usa”. Ha poi minacciato che se non verrà riaperto il consolato “verranno prese le necessarie contromisure”, ovvero verrà chiusa una sede diplomatica statunitense in Cina in base alla legge non scritta della simmetria”.

In realtà il ministero degli esteri cinese ha ragione solo sul fatto che si tratta di un atto ostile ma non è vero che si tratta di una violazione della legge internazionale. La missione diplomatica esiste per piacere del paese ospitante e il paese ospitante può ordinare lo sfratto per qualunque motivo voglia o chiedere lo sfratto senza dare alcuna spiegazione. Ovviamente farlo in modo provocatorio ha conseguenze sulle relazioni diplomatiche, ma è pienamente in accordo con i trattati sul protocollo diplomatico.

Lo stato ospitante promette di non violare i diplomatici stranieri come è previsto dai trattati internazionali, ma può in qualsiasi momento ordinare / chiedere alla missione di partire. L’unico requisito è che la missione abbia un certo periodo di tempo per evacuare dopo un determinato ordine di partenza. Che è esattamente ciò che sta accadendo ora. Viene dato il tempo necessario, quindi la missione può evacuare in modo ordinato. Compreso fare pulizia e proteggere informazioni riservate. Il che di solito include la distruzione e masterizzazione dei documenti, poiché la missione non vuole preoccuparsi di trasportare tutto. Quindi è più semplice bruciare tutto, anziché fare un lavoro di selezioni, cioè fare un genere di lavoro che per farlo richiederebbe molto tempo. Quindi solo alcuni carteggi verranno trasportati via in auto diplomatiche come merci diplomatiche, senza alcun pericolo che siano sottratti dagli USA.

Ciò che i cinesi hanno bruciato è di tutto: dalla più banale documentazione consolare di tutti i giorni (la persona X desidera rinnovare il passaporto, org / evento locale Y chiede, se l’ambasciata vuole inviare un rappresentante diplomatico all’evento Z, questi turni di lavoro di questi mesi sono questi. il menu della caffetteria per la prossima settimana è ….) e poi c’è molto probabilmente qualcosa di più riservato (i segreti reali). Tuttavia, tutto brucia, poiché è più facile. Non una manciata di documenti sulle missioni locali deve rimanere dopo la partenza. O brucia o viene trasportato via.  Quando si va via è più semplice dire al capo dello staff che non è rimasto nulla, piuttosto che cercare di decidere selettivamente cosa è sicuro lasciare e cosa è riservato / privato / segreto da distruggere.

Quindi  il rogo è una procedura standard. Se vieni sfrattato, non speculerai mai sul motivo. Invece dirai sempre che lo sfratto è una decisione unilaterale dell’ospite. Poi si protesta e si interroga lo stato ospitante sul motivo per cui si è sfrattati. Si carica così sul paese ospitante l’onere dell’ospite di spiegare le proprie azioni.

Ci troviamo davanti da contrapposizione tra le più grandi potenze industriali del mondo: da adesso in poi non sempre ciò che apparirà alla superficie sarà il motore degli eventi. Considerando poi come i media trattano le notizie italiane, per analogia, non aspettatevi di meglio.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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