USA e NATO supportano l’ambizione polacca di essere centro di gravità politico dell’Europa

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La Polonia ambisce ad innalzarsi a stato centrale tra le nazioni europee e diventare il fulcro della politica della NATO e gli Stati Uniti nel vecchio continente.

Questo si evince molto chiaramente nella pubblicazione britannica The Times del 15 febbraio e nell’ intervista dell’8 febbraio del Corriere della Sera al premier polacco Morawiecki . Riporto il sunto dell’articolo del The Times ed il passaggio cruciale del Corriere:

The Times: “La fanatica Polonia sta diventando una leader militare in Europa. L’asse franco-tedesco è stanco e la NATO guarda ad est” (https://www.thetimes.co.uk/article/poland).

“C’è un brusio intorno alla base aerea di Rzeszow in Polonia. Le armi stanno arrivando in gran numero ed è solo questione di settimane prima che i carri armati Leopard 2 vengano tolti dagli aerei cargo C-17 e pronti per il combattimento in Ucraina.

– Il presidente Biden dovrebbe arrivare in Polonia tra pochi giorni per celebrare il primo anniversario della guerra non così segreta della NATO. Ci si aspetta che benedica le aspirazioni della Polonia di costruire il più grande esercito di terra d’Europa. Una cosa è chiara: c’è una svolta importante verso il fianco orientale della NATO. “Sembra che il centro di gravità in Europa si sia spostato a est“, afferma il generale Ben Hodges, ex comandante dell’esercito americano in Europa.

– Il motore tradizionale dell’integrazione europea, l’asse franco-tedesco, sembra piuttosto stanco. Macron, che una volta ha dichiarato “la NATO è senza cervello”, ha chiesto autonomia strategica per l’Europa ed ha sognato uno spazio comune con la Russia da Lisbona a Vladivostok. Il presidente francese e il cancelliere tedesco Olaf Scholz immaginavano che il presidente Putin potesse essere dissuaso dall’organizzare un’invasione. La Polonia e gli Stati baltici, nel frattempo, non avevano dubbi sul fatto che i gasdotti Nord Stream facessero parte di una sinistra strategia per rendere l’Europa, occidentale e orientale, dipendente dall’energia russa.

Ora la Germania è dalla parte sbagliata del dibattito morale, quindi il governo polacco ha intravisto il momento opportuno di prendere il potere. Avevano ragione sulla sicurezza energetica, sui rapporti con Putin, sulla spesa per la difesa. Se la Polonia vuole davvero cogliere questa opportunità per diventare un giocatore importante, allora deve fare due cose: in primo luogo deve attenersi ai suoi ambiziosi piani militari e garantire che gli Stati Uniti svolgano il loro ruolo di stato de facto in prima linea; in secondo luogo, deve trovare più modi per lavorare con la Germania per aiutare a combattere Putin.

– La Polonia ha 647 carri armati principali, quasi tre volte il numero del Regno Unito.

Ha in corso un ordine verso gli Stati Uniti di 250 nuovi Abrams ed un secondo lotto di 116, nonché un migliaio di carri armati K2 dalla Corea del Sud, 180 dei quali sono già stati costruiti. Il bilancio della difesa polacca era già alto al 2,4% del PIL; ora questa cifra è salita al 4%. La Polonia ha 114.000 soldati ma punta a 300.000: 250.000 dei quali professionisti, 50.000 di riserva. Anche prima dell’invasione russa, la Polonia ha firmato un contratto per 32 aerei da combattimento F-35 di quinta generazione.

– Quello polacco non è affatto un cattivo esercito, sebbene dipenda fortemente dalle strette relazioni con gli Stati Uniti. Notte dopo notte a Rzeszow le armi vengono scaricate e inventariate, quindi caricate su camion civili che vengono inviati in convogli di circa 25 veicoli a Leopoli (Ucraina) per la distribuzione in prima linea in Ucraina. Le scorte sono ex membri delle forze speciali polacche, poiché gli americani evitano di subire vittime e di essere coinvolti in uno scontro diretto con la Russia. Questa è un’operazione complessa e potrebbe fallire molto rapidamente se il Cremlino decidesse che il trasferimento di armi è un obiettivo legittimo”. (fine citazione)

l’intervista del Corriere della Sera

A una domanda diretta sull’idea di creare un centro di potere alternativo in Europa, il premier polacco Morawiecki ha risposto in modo evasivo, ma perfettamente comprensibile, che “la Polonia non ha scelto il suo posto sulla carta geografica“:

La leadership polacca porta avanti la road map citata chiaramente dal The Times. La prospettiva di soppiantare i paesi fondatori della UE è stata evidenziata sul Corriere della Sera in un articolo dell’8 febbraio 2023 a firma Paolo Valentino. Il giornalista ha fatto una domanda precisa al il primo ministro polacco Morawiecki, “alcuni analisti sostengono che la Polonia voglia approfittare della crisi ucraina per spostare il Centro di gravità dell’Europa verso est per forgiare un nuovo equilibrio geopolitico con Varsavia alla guida, che prenda il posto della tradizionale leadership franco-tedesca nell’Unione Europea…”.
A tale domanda Morawiecki  risponde: “Consideriamo la guerra in Ucraina soprattutto una minaccia esistenziale per la Polonia e per tutta l’Europa. Se la Russia la vince, tutte le analisi geopolitiche possono essere gettate via. La Polonia non ha scelto il luogo in cui si trova sulla carta geografica, ma comprende perfettamente la responsabilità che questa posizione comporta. Sconfiggere la Russia è una ragion di Stato sia polacca che europea“.

Quindi osserviamo:

  • il centro di gravità politico della UE sta lentamente passando alla Polonia;
  • le analisi geopolitiche sbagliate che volevano la sconfitta della Russia con supporto militare e sanzioni, “non possono essere gettate via”;
  • la posizione geografica centrale di Varsavia le dà un ruolo cruciale per l’Europa stessa;
  • la sconfitta della Russia è la ragion di stato polacca ed europea (di conseguenza, l’attuale guerra tra Russia e Ucraina è la guerra tra NATO e Russia).

Le radici giudaico-cristiane, insieme all’esperienza dell’ultima grande guerra, avevano portato gli stati europei ad operare con una certa saggezza e ragionevolezza. Ora tutta l’esperienza storica accumulata sembra stia sfumando, soppiantata da altre forze eteroguidate, animate da uno spirito insolitamente guerresco per la nostra esperienza storica. La consapevolezza che dal dopoguerra il nostro continente aveva raggiunto culturalmente, è ormai definitivamente esaurita.

 

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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