Ursula von der Leyen potrebbe diventare segretario generale della Nato

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La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, si candiderà come Segretario generale dell’Alleanza nordatlantica della NATO se non dovesse essere riconfermata alla guida della UE. Lo riporta martedì 7 marzo, il quotidiano La Repubblica.

Secondo la pubblicazione, per questo motivo dal 7 marzo sarà in Canada e poi negli Stati Uniti ove è stata convocata da Biden.

Di conseguenza, la proroga di un ulteriore anno all’incarico dell’attuale segretario generale della Nato Jens Stoltenberg potrebbe essere adottata a luglio, al vertice dell’Alleanza nordatlantica a Vilnius (Lituania).

Una ambizione smisurata e una collezione di disastri

Quali competenze possiede Ursula Von der Leyen che l’hanno aiutata a raggiungere una posizione così elevata nella Commissione europea ed ora, ad aspirare alla NATO?

Ex ginecologa, con il suo lavoro di ministro della Difesa in Germania fece un tale casino che Angela Merkel dovette sbarazzarsi di lei. Nel suo incarico è stata un assoluto fallimento, dove i fondi sono stati sottratti alla Bundeswehr al punto che aveva solo un ristretto numero di combattenti pronti e disponibili per il combattimento e alcune esercitazioni di fuoco vivo sono state condotte per finta. Inoltre, la pubblicazione greca greca Newsbreak ha scritto che alla fine del 2017, sempre quando Ursula von der Leyen era ministro della Difesa tedesco, aveva donato decine di milioni a società di consulenza e quelle spese non sono mai state rese pubbliche. “Tra queste aziende c’era l’americana McKinsey, dove lavorava uno dei suoi figli, David von der Leyen.

Ciononostante, la von der Leyen è stata eletta a capo della UE. Anche qui, nel suo incarico la von der Leyen è stata al centro di alcuni gravi casi di gestione allegra della cosa pubblica, che interrogano sugli interessi che persegue e quindi sull’idoneità a ricoprire il suo incarico a capo della Commissione Europea. Tuttavia, sembra che la guerra in Ucraina, abbia messo a tacere ogni cosa. Come si può constatare, ogni discussione, dibattito – ad ogni livello – è ridotto a slogan e la chiave di lettura degli eventi ammessa, è solo quella atlantista (intorno alla quale i paesi europei sembrano aver trovato una unità mai vista prima).

Eppure, mentre si affaccia l’incarico al vertice della NATO, sulla integrità del massimo responsabile della UE, la parentesi non è ancora chiusa:

Come sappiamo, il The New York Times ha fatto causa alla Commissione Europea. Il motivo è stato il rifiuto di Bruxelles di pubblicare la corrispondenza tra la presidente della UE Ursula von der Leyen e il CEO di Pfizer Albert Burla.

La commedia finora si è svolta in tre atti:

    • Il marito di Ursula ha gestito una filiale della Pfizer. Che, per una strana coincidenza, è diventata proprietaria di un contratto per la fornitura di 900 milioni di dosi di vaccino all’UE – ben 2,5 miliardi di dollari.
    • Nell’aprile 2021, der Leyen ha ammesso che il contratto è stato ‘concordato a distanza’ tramite sms. Sorpresi da tanta semplicità, i media e gli investigatori hanno richiesto questa corrispondenza. Ma si è scoperto che è andata nel cestino.
    • Ad un chiarimento da parte di una commissione di vigilanza interna EU (sollecitata da alcuni deputati), il commissario europeo per i valori e la trasparenza Vera Yurova ( vice della von der Leyen) ha affermato che i messaggi di testo della presidente UE potrebbero essere stati cancellati a causa della loro “natura effimera e di breve durata”.

Allora, con riferimento allo scandalo dei vaccini, la pubblicazione greca Newsbreak scrisse che non si trattava della prima volta che “la famiglia von der Leyen utilizzava la posizione di capo della Commissione europea a scopo di lucro”.

Successivamente, c’è stato il “Qatargate” che ha mostrato come l’attività di lobby e corruttiva nell’Unione Europea è assai diffusa, addirittura strutturale.

Altra evidenza è che – come abbiamo visto nella gestione fallimentare della guerra ucraina – c’è poca differenza tra il ruolo del segretario della NATO Stoltenberg e l’attività diplomatica svolta dalla presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen, ove i due sono stati ‘intercambiabili’ nell’acutizzare la crisi ucraino/russa, ponendo altre priorità e non la pace al centro degli interessi dei popoli europei.

Attrazione irresistibile

Ora giunge la notizia che probabilmente Ursula von der Leyen – se a fine mandato non sarà rieletta nel suo attuale incarico (!) -, sarebbe ben accetta nel ruolo di segretario generale della NATO, al posto dell’uscente Stoltenberg. Per permettere che questo accada, Stoltenberg dovrebbe semplicemente fare lo sforzo di prolungare il suo incarico.

Cosa si evince da questa notizia? Innanzitutto, non mi lascia sorpreso. Essa è coerente con i fatti visti fin qui, che spesso non sono sufficientemente compresi. È evidente che la von der Leyen, come tanti ‘giovani leader’, allevati nelle scuole di Soros (e, straordinariamente, tutti eletti ad incarichi apicali in molti paesi chiave europei) faccia gli interessi statunitensi e non persegua gli interessi delle popolazioni europee.

Insomma, la von der Leyen è una persona di assoluta fiducia, degna di rimanere nell’ovile. Ovviamente, fin quando non arriverà alla fine mandato, ella sarà coerente al suo incarico apicale nella UE e proverà a non deludere le aspettative della NATO (con tutte le conseguenze disastrose che questo comporta in un contesto di guerra).

È incredibile che una notizia del genere non susciti scandalo e che guadagni così poco spazio mediatico.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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