Uno studio della Rockefeller Foundation nel 2010 ipotizzava una pandemia globale di un nuovo ceppo di influenza

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Ora tutte le risorse di esperti sono state gettate nell’attuale analisi della pandemia. A tutti interessa solo il futuro dei prossimi mesi. A tutti giustamente interessa che la pandemia globale venga fermata, è troppo presto pensare a dopo. Ma nel maggio 2010, la Rockefeller Foundation e la Global Business Network pubblicarono un rapporto congiunto , “Scenari per il futuro della tecnologia e dello sviluppo internazionale “, in cui non solo viene ipotizzata una pandemia ma viene anche immaginato cosa accadrà dopo.

Le conclusioni però sono abbastanza azzardate, perché la variabile è la libertà dell’uomo. Questa a volte sorprende e rimescola le carte.

Lo scenario ipotizza una pandemia globale che sarà la base per uno scivolamento del mondo verso la divisione e l’autoritarismo, il controllo totale e la coercizione delle masse per “tenere il passo”.

Sul piano finanziario invece potrebbe essere la leva per salvare banche e aziende che comunque erano già in forte difficoltà per la recessione.

Quindi, nell’ordine di sequenza degli eventi (pag.18), si ipotizza che nel 2012 (ovvero due anni dopo) avvenga:

Una pandemia globale di un nuovo ceppo di influenza, più contagiosa e mortale dell’influenza suina H1N1 nel 2009.

Viene detto che anche gli stati meglio preparati alle epidemie non sono riusciti a resistere alle esplosioni delle epidemie nazionali quando il virus ha attraversato la Terra, infettando il 20% della popolazione mondiale e uccidendo 8 milioni di persone in soli sette mesi.

La pandemia globale ha anche avuto un impatto fatale sull’economia: la mobilità internazionale di persone e merci si è fermata, il che ha portato a un indebolimento catastrofico di molte industrie e alla rottura delle catene di approvvigionamento globali.

Persino nei paesi sviluppati (USA ed Europa) difficilmente potrebbero fermare l’epidemia. La politica incerta iniziale che “scoraggia fortemente” i cittadini dai viaggi aerei e che solo “esorta” i cittadini a distanziarsi socialmente si è rivelata mortale a causa della loro morbidezza. Ha contribuito alla diffusione del virus oltre i confini, dando origine a focolai sempre nuovi della pandemia.

Solo pochi paesi hanno dimostrato la capacità di affrontare rapidamente la pandemia. E prima di tutto, la Cina. L’introduzione da parte del governo cinese della quarantena obbligatoria più rigorosa per tutti i cittadini e la stretta chiusura / chiusura di tutti i tipi di frontiere (interne ed esterne) hanno salvato milioni di vite bloccando la diffusione del virus molto prima e in modo più efficace rispetto ad altri paesi, e quindi accelerando il recupero dopo una pandemia.

Tutti e 5 i precedenti paragrafi dello scenario sono stranamente simili alla realtà attuale.

Bene, quindi successivamente nello scenario, gli eventi si sviluppano in questo modo:

Un numero particolarmente elevato di persone muore nei paesi meno sviluppati dell’Africa, del sud-est asiatico e dell’America centrale, dove il virus si è diffuso come un incendio in assenza di protocolli ufficiali di contenimento.

Durante la pandemia, i leader nazionali di tutto il mondo hanno rafforzato la loro autorità e stabilito regole e restrizioni rigorose, dall’uso obbligatorio delle maschere facciali al controllo della temperatura corporea agli ingressi di luoghi pubblici come stazioni ferroviarie e supermercati.

Ma dopo la fine della pandemia, il controllo e la supervisione rigorosi dei cittadini e delle loro attività sono rimasti e si sono persino intensificati. Sotto lo slogan della necessità di proteggere la nazione da nuove minacce globali – dalle pandemie e dal terrorismo transnazionale alle crisi ambientali e alla crescente povertà – i leader di tutto il mondo hanno iniziato a a implementare un sistema di controllo totale.

Nei primi anni dopo la pandemia, l’idea di un mondo più controllato e più sicuro è stata ampiamente riconosciuta e approvata. I cittadini hanno consegnato volentieri parte della loro sovranità e delle loro vite private a stati sempre più paternalistici in cambio di maggiore sicurezza e stabilità. La società stava diventando più tollerante alla possibilità  di leadership che effettuassero una supervisione minuziosa, e i leader nazionali avevano sempre più poteri per ristabilire l’ordine nei paesi.

Nei paesi sviluppati, questa supervisione rafforzata ha assunto varie forme: ad esempio identificatori biometrici per tutti i cittadini e regolamentazione più rigorosa delle industrie chiave, la cui stabilità è stata considerata vitale per gli interessi nazionali. Sono state ampiamente utilizzate le seguenti innovazioni tecnologiche.

Scanner che utilizzano la tecnologia MRI funzionale avanzata negli aeroporti e in altri luoghi pubblici per rilevare comportamenti anomali che potrebbero indicare potenziali “intenzioni antisociali”.

Nuova diagnostica per la rilevazione di malattie infettive. Anche l’uso dello screening sanitario cambia: lo screening diventa un prerequisito per lasciare l’ospedale e uscire dal carcere, il che rallenta con successo la diffusione di molte malattie.

Le tecnologie di telelavoro  diventando onnipresenti.

Sotto l’influenza del crescente protezionismo e l’escalation dei problemi di sicurezza nazionale, i paesi creano le proprie reti di informazione nazionali e regionali indipendenti, alla maniera dei cinesi. I governi implementano con successo il controllo del traffico Internet, ma alla fine questi sforzi distruggono la “rete globale”.

Insomma, lo scenario in parte coincide con quello attuale ed in effetti è abbastanza sorprendente.

Tuttavia, a mio avviso – anche se  la pandemia in effetti si è verificata, tutto il resto è del tutto fantasioso , degno della più facile teoria cospirazionista.

Sono del tutto convinto che  la pandemia sarà circoscritta in tempi inferiori e che non ci sarà l’esplosione descritta in Africa. La società saprà reagire e neanche l’autoritarismo avverrà, la popolazione saprà vigilare. L’ipotesi è in gran parte fantasiosa ed è possibile invece che, al contrario, la gente maturi in sé maggiore consapevolezza.

Durante le crisi il potere può completare i suoi progetti ma è anche vero che le grandi prove hanno portato spesso i popoli ad una maggiore consapevolezza di ciò che deve essere a fondamento del proprio vivere.

Tant’è che nel dopoguerra l’Italia ha fatto il più grande sviluppo culturale ed economico di tutto il secolo.

@vietatoparlare

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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