Una indagine ONU denuncia lo sfruttamento sessuale dei bambini di Haiti da parte dei caschi blu

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L’altro giorno, l’Associated Press e molti media hanno riferito i risultati di una indagine  condotta da Sabine Lee dell’università di Birmingham e Susan Bartels, della Queens University in Ontario. Il rapporto documenta 230 casi di abusi su minori (anche bambini di 11, 12, 13 anni) da parte delle forze di pace delle Nazioni Unite ad Haiti che hanno scambiato cibo e medicine con rapporti sessuali con donne locali.

Si tratta di quasi lo stesso numero dei casi di sfruttamento sessuale di bambini da parte di soldati francesi e marocchini avvenuto precedentemente nella Repubblica centrafricana. Questo fenomeno non è quindi nuovo (la prima attenzione su di esso parte dalla fine degli anni ’90) ma ovviamente è ancor più grave vuol dire che è stato fatto poco o nulla.

L’indagine ripubblicata anche dalla rivista accademica ‘conversation’, con il titolo “Incinta per poche monete – 265 storie di bambini haitiani abbandonati dai padri dell’ONU“, pone i riflettori sulla missione per il mantenimento della pace delle Nazioni Unite ad Haiti, dove i caschi blu sono rimasti dal 2004 al 2017.  Il report riporta che durante questo periodo, i “peacekeeper” della missione di stabilizzazione delle Nazioni Unite ad Haiti (MINUSTAH), hanno fatto sesso con centinaia di bambini, abusando della misera condizione delle ragazze e delle donne locali, che spesso non avevano letteralmente niente da mangiare.

I ricercatori hanno intervistato 2.500 donne nei villaggi in cui erano alloggiate le forze di pace. 265 di loro hanno figli da caschi blu. Quasi nessuna madre single riceve alcun aiuto dai loro genitori. I ricercatori hanno raccolto molte storie: tra le centinaia di madri rimaste single rimaste dopo che i caschi blu hanno lasciato il paese, ci sono persino ragazze che sono rimaste incinte dai “peacekeeper” a 11 anni! Non possono sperare neanche di ottenere gli alimenti: i soldati delle Nazioni Unite sono fuori dalla giurisdizione dei tribunali locali.

I nomignoli dati ai bambini nati da questi rapporti, soprannominati colloquialmente come “Petit MINUSTAH”, “bébés casques bleus”, o “les enfants abandonnés par la MINUSTAH”suggeriscono che questi bambini  saranno stigmatizzati a vita e lotteranno per il pregiudizio.

Ci sono casi documentati di caschi blu sono stati coinvolti in episodi di tratta di esseri umani, di  stupro e persino nell’omicidio di civili. È stato anche  documentato come 134 “peacekeeper” dello Sri Lanka abbiano organizzato lo sfruttamento sessuale delle ragazze adolescenti locali, facendo soldi su questo “business” per tre anni. Infine, è stato anche documentato che i caschi blu hanno portato il colera ad Haiti, da cui sono già morti oltre 10 mila haitiani. Altri 80 mila sono ancora malati di colera.  Finora, nessun singolo “pacificatore” è stato punito.

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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