Una bugia non è più vera se ripetuta 100 volte: il default tecnico della Russia

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E’ di oggi la notizia che “Mosca è in default tecnico perché non paga e titoli di stato emessi e acquistati all’estero“. Ma la verità è che gli Usa ne hanno vietato il pagamento in dollari.

Come faccio a saperlo? Ho letto semplicemente la notizia quando questo tipo di sanzione è stata comminata. Ne parlarono le principali testate internazionali (qui ad esempio il News York Times: U.S. blocks Russia’s access to dollars for bond payments, heightening risk of default e qui CNBC News: U.S. bars Russia from paying bondholders through American banks, increasing default risk).

Così riporta la notizia il Corriere della Sera, omettendo un punto cruciale:

“La Russia è ufficialmente in default tecnico, cioè inadempiente nei confronti dei creditori. È terminato domenica 26 giugno a mezzanotte il «periodo di grazia» di 30 giorni per pagare gli interessi su obbligazioni per 71,25 milioni di dollari e 26,5 milioni di euro, scaduti il 27 maggio. È la prima volta che la Russia fa default sul suo debito estero dai tempi della rivoluzione bolscevica. (…) (qui tutto l’articolo)

Come vedete, il Corriere paragona la situazione attuale al default del 1918, quando i bolscevichi si trovarono a dover saldare i debiti dell’impero russo. Ma poi il paese semplicemente non aveva i fondi. Quanto al default del 1998 – sul debito interno in rubli – ha sofferto la popolazione, non gli investitori stranieri come in questo caso.

La verità viene riportata in questo caso da Avvenire che scrive: (…):

Mosca il 27 maggio scorso avrebbe dovuto pagare 100 milioni di dollari di interessi su due obbligazioni, una rinominata in dollari, l’altra in euro, in scadenza rispettivamente nel 2026 e nel 2036. A questo termine era stato concesso un periodo di proroga, che è scaduto il 26 giugno. In realtà, la Russia i soldi per pagare questi bond li avrebbe eccome, ma tecnicamente, non può farlo a causa della chiusura dei canali di pagamento, conseguenza delle sanzioni a cui è stata sottoposta dopo l’invasione dell’Ucraina, iniziata lo scorso 24 febbraio.

La reazione di Mosca alla notizia del default non si è fatta attendere e, anche in questo caso, ha voluto fornire la sua versione ribaltata dei fatti. Dmitrij Peskov, portavoce del Cremlino, ha dichiarato: «Le accuse di default alla Russia sono illegittime, il pagamento dei bond in valuta estera è stato fatto a maggio, se poi il pagamento sia stato bloccato a Euroclear a causa delle sanzioni, questo non rappresenta un nostro problema». Duro anche il ministro delle Finanze Siluanov, per il quale di tratta di una «situazione artificiale, creata da una nazione ostile». (…)

Ci sono soldi, ma non c’è possibilità di usarli per il pagamento

Quindi è questa la notizia riportata correttamente: il Tesoro russo non è riuscito a pagare circa $ 100 milioni in cedole obbligazionarie. È chiaro che l’inadempimento è tecnico ed è associato a restrizioni sanzionatorie. Perché ci sono i soldi, ma non la possibilità di usarli per il pagamento.

E per la cronaca, dopo l’annuncio del “default tecnico” della Russia, il dollaro USA è sceso del -1.03%, sotto il livello di dicembre 2014 a 52.35/US$, l’euro del -1.09% a 55.21 /€, il petrolio è salito dell’1.07% a $ 116/barile.

Perché l’Occidente ha bisogno di un default tecnico

In questo caso viene impedito letteralmente di pagare. La Russia ha provato a pagare in rubli ma non è stato accettato. Quindi potremmo dire che si tratta di un default “legalmente pazzo”. L’evento è avvenuto ma solo perché si è impedito il pagamento, eppure sia l’ISDA che le agenzie di rating internazionali lo hanno riconosciuto.
Una vera truffa, di cui l’Occidente ha bisogno perché sarebbe il primo passo verso la confisca dei beni russi che già sono sotto sequestro (altrimenti la legge USA non lo consentirebbe). Come poi questo possa essere attuato è un mistero, ma il motivo è questo. Alcuni economisti sottolineano che se un default (anche tecnico) venisse riconosciuto in conformità con la procedura legale esistente, seguirebbero altre azioni legali e tentativi di avviare default incrociati sul resto degli eurobond russi. E diventerebbe possibile vendere proprietà russe all’estero e utilizzare anche le riserve bloccate della Banca centrale.

Che si stia preparando questo e che ci fosse bisogno solo di uno scudo legale si è visto nel G7, in particolare negli appelli all’esproprio dei beni russi. In questa occasione, si è proposto persino di creare un meccanismo globale per la confisca dei beni congelati o sequestrati della Federazione Russa.

Inoltre, la Russia in stato di default porta a una diminuzione dei rating del credito, che, tra l’altro, erano già stati declassati al livello pre-default. Ciò renderà difficile o addirittura impossibile raccogliere nuovi prestiti sul mercato. Fino a quando gli investitori non riacquisteranno fiducia nella capacità e nella volontà delle autorità di pagare il debito pubblico, non ci si dovrebbero aspettare investimenti esteri su larga scala nel paese. Ma questo in realtà non è un problema: anche ora, anche senza un default, la Russia rimane tagliata fuori dai mercati dei capitali occidentali.

La Russia deve affrontare una guerra economica

Mosca su queste eventualità si sta preparando. Con i paesi BRICS sta creando un mercato parallelo a quello occidentale (ma questa è un’altra storia che affronteremo successivamente).  C’è poi un motivo morale: dare uno smacco. Per l’Occidente, la disponibilità di fondi e persino il desiderio di pagarli non sono sufficienti per stare su un piano di parità con i “paesi civili”. L’inadempiente è un fallito. Quest’ultimo aspetto si vede continuamente e travalica la guerra in corso, che se si volesse potrebbe finire domani.

Considerazioni

Nella tragedia umana della guerra ucraina ci sono molti mestatori di odio che utilizzano il buon cuore delle persone per polarizzare i giudizi attraverso operazione di manipolazione indegne. Come ha detto il Papa non possiamo accostarci agli avvenimenti come se fossero la favola di cappuccetto rosso. Teniamoci invece allenati nel giudicare, guardando sempre il vero Bene.

Come vedete, se si omette un particolare fondamentale in una vicenda, la chiave di lettura ne sarà falsata. In questi casi le verifiche sono di facile reperimento, ma altre volte non lo sono e spesso la gente non ha il tempo per farle.

Non connettendo gli avvenimenti tra di loro non è possibile giudicare, questo avviene comunemente, anche nella vita delle persone. Se si isola un singolo momento, omettendo un altro cruciale, è assai difficile giudicare. In definitiva, ciò a cui stiamo assistendo in tutti gli ambiti – culturali, a scuola, nell’informazione – è la rimozione del passato. La rimozione della memoria toglie la possibilità di connettere i fatti. Così facendo il potere impedisce la capacità di giudicare, e in fondo di fare esperienza.

patrizioricci by VPNews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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