Un monsignore americano risponde alle critiche di Papa Francesco

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di Sabino Paciolla 

Un sacerdote americano molto conosciuto e rispettato ha risposto alle recenti osservazioni di Papa Francesco sui “giovani e rigidi sacerdoti”, scrivendo in un post sulla sua pagina Facebook che lui deve “onestamente e dolorosamente dire che sono stanco di essere disprezzato e demonizzato da Lei (Papa, ndr)”.

Sul volo verso il Mozambico, Papa Francesco, nel ricevere in dono dal giornalista francese di La Croix, Nicholas Seneze, il suo libro intitolato Comment l’Amerique veut changer de pape (Come l’America vuole cambiare il Papa), aveva detto: ‘Per me è un onore che mi attaccano gli americani”.

Ines San Martin giornalista di Crux, anche lei sul volo, ha aggiunto che quando papa Francesco ha consegnato il regalo a un assistente, scherzando, aveva detto: “Questa è una bomba.”

Al giornalista del New York Times, Horowitz, che nella sua domanda aveva detto che “lei ha riconosciuto di essere sotto attacco di un settore della Chiesa americana, ovviamente ci sono forti critiche da alcuni vescovi e cardinali, ci sono tv cattoliche e siti web americani molto critici, e persino alcuni dei suoi alleati più stretti hanno parlato di un complotto contro di lei.” Papa Francesco aveva risposto: “Invece, la critica delle pillole di arsenico, di cui parlavamo a proposito di questo articolo che ho dato a padre Rueda, è un po’ buttare la pietra e nascondere la mano… Questo non serve, non aiuta. Aiuta ai piccoli gruppetti chiusi, che non vogliono sentire la risposta alla critica.”

Infine, Papa Francesco, nell’incontro con i vescovi del Madagascar, aveva detto: 

Inoltre, vorrei sottolineare un atteggiamento che a me non piace, perché non viene da Dio: la rigidità. Oggi è alla moda, non so qui, ma in altre parti è alla moda, trovare persone rigide. Sacerdoti giovani, rigidi, che vogliono salvare con la rigidità, forse, non so, ma prendono un atteggiamento di rigidità e alle volte – scusatemi – da museo. Hanno paura di tutto, sono rigidi. State attenti, e sappiate che sotto ogni rigidità ci sono dei gravi problemi.

 

Dopo queste affermazioni, mons. Charles Pope, laurea in informatica, molto conosciuto nella diocesi di Washington, ha scritto sulla sua pagina Facebook il seguente testo:

Santo Padre, non sento l’amore qui (cioè, in queste parole, ndr), non mi sento accompagnato da Lei. Faccia spazio nel suo cuore per me e per gli altri come me. Non sono un giovane sacerdote, ma so che non Le piace il mio tipo di sacerdozio. Inoltre sono americano e questo semplice fatto sembra rendermi fastidioso anche ai suoi occhi. Non ho paura di tutto quello che Lei dice, ma mi preoccupa l’ambiguità di alcuni dei suoi insegnamenti e la severità di alcune delle Sue azioni. E tuttavia, quando noi, i Suoi figli meno favoriti, Le facciamo domande, Lei non risponde o non chiarisce. In tutto questo sono ancora Suo figlio e condivido con Lei il sacerdozio di Gesù. Attendo da Lei la sollecitudine e la gentilezza di cui Lei dice che io, e gli altri come me, siamo privi. Nel frattempo devo dire onestamente e dolorosamente che sono stanco di essere disprezzato e demonizzato da Lei. 

Con rispetto, 

Carlo.

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Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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