Uiguri: 22 paesi occidentali accusano la Cina, mentre 37 paesi (la metà musulmani) dissentono

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Parliamo un po’ degli uiguri. Oggi tutti ne parlano, tutti sono d’accordo sulla repressione cinese, ne parlano i parlamenti occidentali e condannano.

Ne parlano, se ne occupano, accusano. Sanzioni, sanzioni anche a Cuba, alla Siria, all’Iran , alla Cina, sanzioni alla Russia. Si sanziona anche il North Stream 2, per motivi di supremazia economica.

Si sanziona la Cina: il suo governo non è liberale e non segue in nostri canoni. Ma naturalmente inutile dire che questa è una questione interna della Cina e dei cinesi. Inutile dire che i migliori progressi tra stati si hanno con la diplomazia e i rapporti bilaterali.

In fondo, solo una minoranza di paesi al mondo si può dire che ha forme di governo democratico e questa minoranza è sempre più in diminuzione.

Come sempre, le occasioni di scontro con la Cina mettono a tema i diritti umani: l’occidente accusa la Cina della persecuzione degli uiguri, un minoranza cinese musulmana che vive nella regione dello XinJiang.

Se può essere utile per fine terzi, l’occidente è capace di deteriorare rapporti mondiali per un solo uomo, come Navalny. Ma questo approccio non ha mai migliorato la pace nel mondo e la vita delle persone, anzi le ha peggiorate.

Nel caso degli uiguri, nel testo approvato delle sanzioni UE e statunitensi , si parla di campi di internamento degli uiguri  e si accusa che questi sarebbero impiegati nel lavoro forzato nelle coltivazioni di cotone’:

La Cina nega e dice che le accuse occidentali perseguono altri fini: far leva sui diritti umani per colpire la rapida crescita economica della Cina.

La questione molto complessa, quindi vanno fatte alcune precisazioni.

La prima domanda da porsi è la seguente: esiste un qualche motivo per cui la Cina usa la mano forte nello Xinjiang? La risposta è sì è per il fondamentalismo islamico.

Ma come è possibile che in Cina ci sia il fondamentalismo islamico?

E’ molto semplice: è perchè qualcuno lo ha favorito. 

Ma perchè? La risposta anche in questo caso è semplice: per destabilizzare una regione cruciale per l’epico progetto di sviluppo cinese, la Belt and Road Initiative che passa nello Xinjiang.

Ma “chi ha favorito il fondamentalismo islamico”?

Beh, per chi volesse approfondire questo argomento, può andare a trovare su Google dettagli sull’operazione Cyclone, una vasta operazione che la Cia ha messo in atto per cacciare l’Unione Sovietica dall’Afghanistan, utilizzando il fondamentalismo islamico. Poi, c’è una lunga serie di questo tipo di pratiche ‘di successo’.

La stessa cosa gli Stati Uniti hanno fatto in Siria, in questo l’operazione prende il nome di Timber Sycamore: anche qui hanno usato il fondamentalismo islamico per spodestare Assad in Siria (vedi qui Associated Press), stessa cosa in Libia per il regime change contro Gheddafi. Allo stesso modo Washington sostiene i fondamentalisti islamici contro l’Iran, e proseguendo, li sostiene per nuocere alla Cina.

In tema, i terroristi uiguri sono in un buon numero in Siria. Quindi vedere ora UE e USA mobilitarsi per salvaguardare la ‘minoranza’ uigura in Cina ed diffondere il caso in Siria anche affamando la popolazione, mi suona mi suona alquanto strano: sono proprio questi paesi che hanno ridotto in macerie le città musulmane, creato milioni di rifugiati musulmani e plasmato le circostanze per favorire il radicalismo.

Altra questione: a portare notizia delle persecuzioni agli uiguri è solo l’occidente e non il mondo musulmano.

Essenzialmente a sostenere le accuse non esistono prove dirette ma solo quelle di Radio Free Asia, braccio di propaganda della CIA e Adrian Zenz, un cristiano fondamentalista che ha preso come missione di vita distruggere il comunismo ed attivisti fuggiti negli USA. Queste persone sono usate per motivi di propaganda anticinese dalle intelligence statunitensi. L’accusa di oppressione, cancellazione culturale, tortura, espianto di organi e genocidio provengono tutte dai paesi occidentali e USA in primis.

I paesi musulmani invece hanno avuto tutti occasione di visitare lo XinJiang e si sono dissociati dichiarando che la Cina sta agendo in maniera corretta.

Ma questa non è  la sola contraddizione su questo tema. Come già detto, un’altra questione che genera perplessità è questa:  l’occidente che è responsabile dell’uccisione di milioni di musulmani vorrebbe il bene delle minoranze musulmane?

Vedremo magari in un altro articolo  di affrontare l’argomento in maniera più particolareggiata, magari in più soluzioni. Ma già da adesso vi vorrei far notare un dato paradossale: secondo le accuse occidentali il governo cinese terrebbe internato in campi di concentramento fino a un milione e mezzo di uiguri. Ma la popolazione uigura è di 10 milioni di persone, pensate veramente che una cosa del genere sia credibile? Sapete cosa vuol dire un campo di concentramento di più di un milione di persone? I campi di concentramento di queste dimensioni, si vedrebbe anche dallo spazio.

L’ONU non ha mai fatto questo annuncio. Come sempre l’Onu ammette spesso le “supposizioni” di  “gruppi di controllo umanitario” come quello che per la Siria ha redatto il dossier Caesar che rivela mille lacune.

Nel caso dei uiguri l’Onu non ha fatto nulla di ufficiale ma ha dato credito ai “Difensori dei diritti umani cinesi” , una organizzazione umanitaria con sede a Washington. Il numero “1 milione” è stato estrapolato dalla percentuale di persone che frequentano le scuole professionali obbligatorie, in un singolo villaggio dello XinJiang. Poi si sono fatte le percentuale deduttive per tutto lo Xinjiang.

Siete perplessi? Avete ragione. Eppure questo è stato il metodo.

L’esistenza di scuole di rieducazione non sono state mai smentite dalla Cina. Ciò che la Cina ha smentito sono i trattamenti disumani di questi centri. In proposito la Cina sta dicendo continuamente di formare delegazioni e che queste vengano pure a visitare la Cina per verificare.

Da parte sua la Cina dice che gli uiguri – proprio come gli altri 9 gruppi etnici musulmani in Cina -, sono completamente liberi di condurre la loro religione, con una protezione attiva statale della loro cultura e forti misure di azione affermativa che avvantaggiano drasticamente le minoranze.

La maggior parte degli uiguri non ha problemi con la Cina, ma nello a Xinjiang esiste effettivamente una piccola percentuale di estremisti con legami con Daesh, . Questi sarebbero mujahideen indottrinati dal jihadismo wahhabita, che si agitano per l’indipendenza e la creazione del “Turkistan orientale”, ovvero un territorio separato ed autonomo dalla Cina.

I 5.000 uiguri che combattono in Siria  (con passaporto turco fornito da Erdogan) sono un esempio del tipo di estremismo che è un pericolo reale anche nella madre patria cinese. Dal 2013 molti miliziani uiguri sono usciti dai combattimenti al fianco di Al Qaeda in Siria e sono tornati nello Xinjiang cinese dove hanno compiuto vari atti terroristici. 

Quindi le leggi speciali in una regione quella cinese dello Xijnjang che finora ha sommato circa 200 attentati, non sono del tutto incomprensibili.

La Cina non è la sola ad aver istituito leggi speciali per arginare la radicalizzazione : lo ha fatto anche il  Tagikistan e Kazakistan che hanno avuto loro cittadini che si sono indirizzati all’estremismo ed hanno combattuto in Siria, queste leggi speciali arrivano anche ad imporre il divieto di mettere nomi arabi ai nuovi nascituri. E stiamo parlando di paesi a larga maggioranza musulmana.

Stessa cosa ha fatto l’Egitto contro i radicalismi religiosi. Allo stesso modo la Cina riconosce anche che veli e burka non sono tollerati, ma questi non fanno parte della religione islamica, sono simboli politici e non fanno parte della tradizione uigura locale.

Ma in tema di reazioni cinesi considerate eccessive, è utile ricordare che la guerra al terrore degli USA agli stati canaglia, ha decretato la distruzione di interi paesi, la morte di milioni di persone e la fuga di milioni di persone dai loro paesi di origine.

Quindi attenzione alla propaganda di guerra in atto.

Abbiamo visto la fialetta all’antrace di Colin Powel fasulla. Abbiamo sentito testimonianze “dirette” all’ONU riferire dei soldati iracheni che tiravano fuori i bambini kuwaitiani dalle incubatrici e li schiacciavano a terra. Tutto questo ora sappiamo che era falso. Abbiamo visto il cimitero del genicidio che avrebbe attuato Gheddafi. Anche in questo caso era un falso. Stessa cosa per gli stupri di massa…

Ci sono in tutto 22 paesi che hanno accusato la Cina. Ma ben altri 37 paesi hanno difeso la Cina. Per la cronaca,  tra i paesi che dicono false le accuse di detenzioni arbitrarie e trattamenti disumani più della metà sono islamici, tra questi ci sono Arabia Saudita e il Qatar, punti di riferimento per l’Islam Sunnita. Questi paesi hanno difeso (ed addirittura) la Cina per i metodi di azione di contrasto alla radicalizzazione attuati (vedi qui CNN).

Come vedete nella cartina della CNN qui di seguito, ad accusare la Cina non sono i paesi musulmani ma sono solo i paesi occidentali.

Successivamente, a questi paesi si sono aggiunti anche Iran, Iraq, Sri Lanka, Gibuti e Palestina. ED ancora nel 2019 siamo giunti a 50 ambasciatori di altrettanti paesi che avrebbero scritto una lettera congiunta, in sostegno della Cina: 13 paesi in più rispetto ai 37.

E’ rilevante che la  Nahdlatul Ulama, la più grande organizzazione di massa musulmana del mondo, non ha condannato la Cina.

Oltre queste evidenze, spesso non divulgate, non viene detto che il separatismo uiguro viene sostenuto da gruppi come il World Uyghur Congress. Questo gruppo con sede a Washington DC ed è finanziato dal Dipartimento di Stato USA tramite il National Endowment for Democracy (NED).  Questo è scritto sul sito Web del NED, non un mistero. Il NED sostiene i separatisti dello Xinjiang / Turkestan orientale (“Turkestan orientale” è come i militanti e separatisti uiguri chiamano Xinjiang).

L’organizzazione chiave dietro la radicalizzazione della gioventù uigura cinese è il Movimento islamico del Turkestan orientale (ETIM) e il suo fronte politico, il Turkestan Islamic Party (TIP), è noto anche come “Katibat Turkistani”.

Secondo un rapporto di una rivista investigativa turca, Turk Pulse, le attività dell’organizzazione per il governo in esilio (ETIM) si basano su un rapporto intitolato Il progetto Xinjiang “. Questo è stato scritto dall’ex alto ufficiale della CIA Graham E. Fuller nel 1998 per la Rand Corporation e rivisto nel 2003 con il titolo “Il problema dello Xinjiang”.”

Spesso Reuters e le nostre fonti abituali fanno riferimento a varie Ong per i diritti umani tra cui la Chinese Human Rights Defenders (CHRD) che ha la sua sede a Washington. Quest’ultima a sua volta – secondo una indagine di ‘Grey Zone Project’ riceve donazioni da governi anonimi tra cui la ONG del governo degli Stati Uniti, National Endowment for Democracy, che a sua volta riceve milioni di dollari dal noto faccendiere plurimiliardario Soros.

A mio avviso, anche considerando la grave contrapposizione mondiale che vede gli USA e la Cina rincorrersi per la supremazia commerciale, le accuse alla Cina di essere disumana con gli uiguri, devono essere considerate all’interno di queste dinamiche e pertanto non possono essere prese come buone di ‘sana pianta’ sotto un cielo sereno.

Ed infine, se il governo degli Stati Uniti fossero realmente così attenti ai diritti dei popoli, perchè continuerebbero a comminare inique sanzioni in Siria e regime change in tutto il mondo, ove i primi a soffrire di queste azioni, sono appunto i popoli che dicono di voler difendere?


patrizioricci by @vietatoparlare

 


nota: *seguiranno altre puntate su questo argomento

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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