Un’indagine dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF), riportata dalla testata ungherese Magyar Nemzet e confermata da fonti indipendenti come Politico, ha scoperchiato un presunto sistema di favoritismi all’interno dell’Agenzia dell’Unione europea per l’asilo (EUAA).
Secondo il rapporto OLAF, reso pubblico agli eurodeputati a marzo 2025, i vertici dell’agenzia avrebbero ignorato per anni le normative ufficiali, promuovendo una “cerchia di amici” a posizioni dirigenziali intermedie. Questo scandalo, che si aggiunge a una serie di controversie che hanno colpito Bruxelles, getta un’ombra sulla gestione delle istituzioni europee, già criticate per la leggerezza dimostrata in dossier come le trattative per i vaccini Pfizer o le sovvenzioni a ONG accusate di sostenere politiche migratorie senza adeguati controlli.
“Bruxelles è alle prese con un altro scandalo di corruzione”, scrive seccamente Magyar Nemzet, sottolineando il momento delicato in cui la vicenda esplode: proprio mentre l’UE si prepara ad attuare il nuovo piano sull’immigrazione.
L’inchiesta è partita nel 2022 grazie a segnalazioni anonime provenienti dal personale interno dell’agenzia, ed è culminata nella primavera 2025 con un rapporto consegnato agli eurodeputati nel mese di marzo. Il contenuto è esplosivo: secondo quanto riportato, interi dipartimenti – legale, appalti, infrastrutture – sarebbero stati ristrutturati non per motivi funzionali, ma per agevolare le carriere di persone legate a relazioni personali.
“Le posizioni dirigenziali intermedie sono state assegnate in modo amichevole alle persone interessate”, si legge nel rapporto OLAF, che accusa la dirigenza di aver anteposto logiche clientelari ai criteri di merito.
Nina Gregori, direttrice generale dell’EUAA dal 2019, ha risposto con una dichiarazione scritta, respingendo tutte le accuse: “Le accuse sollevate nel rapporto dell’OLAF non sono state provate, non sono state riscontrate irregolarità e non ho ricevuto alcun provvedimento disciplinare”, afferma.
Gregori si è anche difesa sostenendo di non avere alcuna responsabilità diretta nelle nomine contestate: “Non ho avuto alcun ruolo nella nomina degli individui problematici, poiché sono stati assunti prima della mia nomina nel 2019.”
Quanto alla presunta “cerchia ristretta”, la direttrice ha liquidato le accuse come: “Semplici voci o accuse infondate da parte di testimoni anonimi, senza ulteriori spiegazioni o prove.”
Infine, ha giustificato le nomine straordinarie appellandosi all’eccezionalità del periodo: “La pandemia di Covid e l’aggravarsi della crisi migratoria giustificavano le nomine temporanee, poiché le tradizionali procedure di reclutamento erano state sospese.”
OLAF documenta un sistema consolidato
Ma il rapporto dell’OLAF racconta un’altra storia. Gli ispettori parlano di “gravi irregolarità”, tra cui elusione dei controlli, assenza di trasparenza nelle valutazioni ufficiali, e comportamenti sistemici che configurano una rete di favoritismi strutturati.
Secondo fonti vicine all’inchiesta, molti dei soggetti promossi “si conoscevano già prima di entrare nell’agenzia, si incontravano regolarmente e pranzavano insieme”. Dettagli che rafforzano la sensazione di un clima interno compromesso, molto lontano dagli standard attesi da un organismo chiamato a garantire rigore nella gestione delle politiche d’asilo dell’Unione.
Il Parlamento europeo reagisce: congelati i fondi
L’impatto politico non si è fatto attendere. Il 7 maggio 2025, il Parlamento europeo ha deciso di non approvare la chiusura del bilancio 2023 dell’EUAA, sospendendo di fatto l’approvazione dei fondi destinati all’agenzia. Si tratta di un atto simbolico, ma dal forte valore politico, che segnala una crescente insofferenza verso l’opacità e le irregolarità che affliggono le istituzioni comunitarie, proprio mentre è in corso l’iter di approvazione del nuovo Patto europeo su Migrazione e Asilo.
Ma come si può nutrire fiducia nel sistema, se proprio un’agenzia chiamata a gestire uno dei temi più delicati e politicamente sensibili dell’Unione – come l’immigrazione – si trova al centro di un caso di clientelismo strutturale? E come ignorare che questo episodio si inserisce in una lunga scia di contraddizioni e scandali mai realmente affrontati?
“È un segnale di pressione politica”, osserva Magyar Nemzet, che riporta anche le parole dell’eurodeputato svedese Jonas Sjöstedt, membro della Commissione per il controllo dei bilanci:
“Gregori ha ancora molto da spiegare.”
Una dichiarazione che ha il tono di un monito. La decisione finale della Commissione potrebbe incidere direttamente sul futuro della direttrice alla guida dell’EUAA. Un segnale che qualcosa si muove, ma che al tempo stesso rimarca quanto sia fragile la credibilità delle istituzioni quando la trasparenza diventa opzionale.
Appendice:
Principali funzioni dell’EUAA:
Supporto operativo: Fornisce assistenza tecnica e operativa agli Stati membri sotto pressione migratoria, ad esempio inviando esperti per supportare l’esame delle domande di asilo o la gestione delle frontiere (es. in Grecia o Italia durante le crisi migratorie).
Formazione: Sviluppa programmi di formazione per funzionari nazionali sull’asilo, per garantire procedure coerenti e conformi al diritto UE.
Analisi e linee guida: Produce rapporti, analisi dei flussi migratori e linee guida per armonizzare le politiche di asilo tra gli Stati membri.
Coordinamento: Facilita lo scambio di informazioni e buone pratiche tra i Paesi UE, supportando l’attuazione di normative come il Regolamento di Dublino.
Monitoraggio: Dal 2022, monitora i sistemi di asilo nazionali per identificare carenze e proporre miglioramenti.
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Magyar Nemzet (articolo originale)
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Politico, 7 e 15 maggio 2025
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The Shift News, 29 novembre 2022