UE: la ricostruzione dell’Ucraina sarà erogata dietro riforme e nel rispetto dei vincoli climatici

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La pubblicazione tedesca Sueddeutsche Zeitung ha svelato alcuni dettagli del piano per la ricostruzione postbellica dell’Ucraina, che, secondo la Frankfurter Allgemeine Zeitung, potrebbe essere adottato domani dalla Commissione europea.

Secondo i media, il piano si chiama “Rebuild Ukraine” e per questo verranno spesi centinaia di miliardi di euro, anche se non viene comunicata la cifra esatta. Per accedere ai fondi fi “Rebuild Ukraine” , l’Ucraina dovrà combattere la corruzione e attuare riforme per avvicinarsi all’UE e al futuro ingresso nella comunità europea.

Il piano implica che il ripristino delle infrastrutture distrutte nel paese richiederà più di 10 anni e che i fondi stanziati saranno associati al rigoroso rispetto da parte dell’Ucraina delle condizioni per le riforme. Durante la ricostruzione, dovrà funzionare il principio del “fare meglio di prima”. Cioè, la nuova infrastruttura dovrà essere sviluppata in modo tale da soddisfare i requisiti climatici.

Il contributo finanziario dell’UE dovrà provenire dal nuovo programma di bilancio dell’UE.

Le forze russe si trincerano, preparandosi anche all’eventualità di mettersi sulla difensiva

Il ministro della Difesa ucraino Oleksiy Reznikov ha affermato che, ci sono molti segnali, per cui la Federazione Russa si sta ora preparando per un’operazione militare a lungo termine:

“La guerra sta entrando in una fase prolungata. Vediamo come nella regione di Kherson, nella regione di Zaporozhye, gli invasori russi stanno attivamente svolgendo lavori di ingegneria e fortificazione per mettersi sulla difensiva se necessario.

A tal proposito, il capo del ministero della Difesa ha invitato i paesi occidentali a inviare al più presto assistenza internazionale, nonché tempestivamente e nelle giuste quantità per fornire armi.

Quindi c’è la prospettiva di una lunga guerra. Tanto più la UE seguirà le indicazioni anglosassoni di puntare esclusivamente sulla vittoria sul campo, tanto più la guerra ed i costi in vite umane ed economici aumenteranno.

È da considerare che se i piani russi saranno realizzati, l’Ucraina sarà privata di circa il 40% della popolazione che abita nelle regioni più ricche (escludendo da questa percentuale Crimea e Donbass).

Pertanto più che parlare di ricostruzione, bisognerebbe pensare ad una urgente risoluzione del conflitto. È chiaro che la UE parla molto in prospettiva e che – a parte l’ipotesi illegale di Borrel di sequestrare il fondo sovrano russo – , la UE è alle prese con una fortissima crisi finanziaria ed economica per cui è già problematica la risposta al pericolo di recessione al suo interno.

VPNews

Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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