L’Unione Europea si trova nuovamente al centro di una crisi commerciale, questa volta con gli Stati Uniti. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha reagito duramente alla decisione dell’amministrazione americana di imporre dazi sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio, dichiarando:
“Sono profondamente dispiaciuta per la decisione degli Stati Uniti di imporre dazi sulle esportazioni europee di acciaio e alluminio. Le tariffe sono tasse: dannose per le imprese, peggio per i consumatori. Le tariffe ingiustificate contro l’Ue non rimarranno senza risposta: scateneranno contromisure ferme e proporzionate. L’Ue agirà per salvaguardare i propri interessi economici. Proteggeremo i nostri lavoratori, le nostre aziende e i nostri consumatori”.
Alle sue parole si sono aggiunte quelle del Commissario al Commercio, Maroš Šefčovič, che ha rincarato la dose, minacciando contromisure:
“Non c’è giustificazione per i dazi di Trump, deploriamo questa decisione. Con i dazi aumenterà l’inflazione e sono una tassa per i loro cittadini. Uno scenario in cui perdono tutti: risponderemo in modo duro e proporzionato, proteggeremo i nostri lavoratori e le nostre aziende”.
La posizione dell’UE contro i dazi americani sembra chiara e decisa. Tuttavia, questa fermezza appare alquanto ipocrita se si considera la politica commerciale dell’Unione nei confronti della Cina. Bruxelles, infatti, non ha esitato a imporre dazi su numerosi prodotti cinesi, giustificandoli con la necessità di proteggere le industrie europee dalla concorrenza sleale. Perché allora i dazi USA sarebbero “ingiustificati”, mentre quelli UE contro Pechino no?
L’UE e i suoi Dazi contro la Cina: una Difesa Selettiva
Mentre von der Leyen accusa gli Stati Uniti di danneggiare imprese e consumatori con i dazi, la stessa UE ha imposto misure protezionistiche contro la Cina in numerosi settori strategici. L’Unione ha introdotto dazi antidumping su veicoli elettrici, pannelli solari, batterie e altri prodotti tecnologici provenienti dalla Cina, sostenendo che Pechino stia inondando il mercato europeo con merci a basso costo sovvenzionate dallo Stato.
Von der Leyen, nel marzo 2023, aveva infatti dichiarato:
“Con la Cina dobbiamo riequilibrare i rapporti e garantire che le nostre relazioni commerciali e di investimento abbiano un senso per l’Europa. Sia per la sua economia che per la sua sicurezza”.
Dunque, quando si tratta di proteggere il mercato europeo dai prodotti cinesi, Bruxelles ritiene i dazi un’arma legittima e necessaria. Ma quando Washington decide di fare lo stesso per difendere la propria economia, allora si grida allo scandalo e si minacciano ritorsioni. Una logica a dir poco discutibile.
L’Auto-sabotaggio Economico dell’UE
Oltre all’ipocrisia sulle politiche commerciali, l’UE continua a infliggersi danni economici enormi con le proprie scelte strategiche, in particolare con le sanzioni contro la Russia. La decisione di ridurre drasticamente le importazioni di gas e idrocarburi russi ha portato a un aumento vertiginoso dei prezzi dell’energia, colpendo duramente famiglie e imprese europee. A fronte di una crisi energetica auto-indotta, l’Europa si è ritrovata a dipendere sempre più dagli Stati Uniti per le forniture di gas naturale liquefatto (GNL), pagandolo a prezzi molto più elevati rispetto a quanto spendeva per il gas russo.
Secondo la Banca Centrale Europea, la guerra in Ucraina e le relative sanzioni potrebbero costare molto caro all’Eurozona. Mentre l’economia russa ha dimostrato una sorprendente capacità di adattamento, quella europea ha subito un duro contraccolpo. Invece di rivedere la propria strategia, Bruxelles continua ad auto-infliggersi restrizioni che rendono l’Europa sempre meno competitiva.
UE vs USA: un Deficit Commerciale insostenibile
Un altro elemento chiave di questa disputa è lo squilibrio commerciale tra l’UE e gli Stati Uniti. La bilancia commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea evidenzia un significativo squilibrio a favore dell’UE. Nel 2024, le esportazioni europee verso gli Stati Uniti hanno raggiunto i 519 miliardi di euro, mentre le importazioni dagli USA si sono attestate a circa 331 miliardi di euro, determinando un surplus commerciale per l’UE di 189 miliardi di euro. (exportplanning.com). L’Europa esporta molto più di quanto importi dagli USA, creando un deficit che Washington ora cerca di colmare con misure protezionistiche come i dazi. Questa situazione non è nuova: già nel 2018, l’amministrazione Trump aveva adottato dazi simili per riequilibrare il commercio con l’Europa.
Tuttavia, invece di affrontare il problema alla radice e cercare di riequilibrare il rapporto economico con gli Stati Uniti, Bruxelles risponde con minacce e contromisure, aggravando ulteriormente la situazione.
Conclusione: Bruxelles è il principale Responsabile della Crisi Economica Europea
La crisi commerciale tra UE e USA è solo l’ultimo tassello di una lunga serie di errori strategici commessi dalla leadership europea. La Commissione Europea:
- Impone dazi alla Cina, ma si lamenta quando gli USA fanno lo stesso con l’Europa;
- Ha tagliato i ponti con la Russia, causando un’impennata dei costi energetici;
- Mantiene un deficit commerciale con gli Stati Uniti, senza affrontare seriamente il problema.
La retorica di von der Leyen e Šefčovič cerca di dipingere l’UE come una vittima delle politiche americane, ma la realtà è che Bruxelles è la principale responsabile del declino economico europeo. L’incapacità di adottare una strategia coerente e pragmatica sta condannando l’Europa a un futuro di crescente irrilevanza economica.
I veri danneggiati da questa politica miope non sono i burocrati di Bruxelles, ma i cittadini europei, che pagano il prezzo di scelte sbagliate con bollette più alte, salari stagnanti e una competitività sempre più compromessa.
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