Ucraina – Se il mondo ‘che crede nella scienza’ fosse sano, ora passerebbe ai negoziati immediatamente

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Presidente serbo Vucic:  ”Pensavo che i russi avrebbero opposto maggiore resistenza vicino a Kherson, ovviamente mi sbagliavo. Questo ci mostra che dobbiamo capire che dobbiamo creare il nostro futuro, prendercene cura in senso militare, se vogliamo mantenere la nostra neutralità militare”.

Come pubblicizzato dai principali media, la Serbia ha rifiutato di imporre sanzioni contro la Russia ed ha resistito per 270 giorni a continue pressioni della UE e degli USA. Il premier serbo ha anche ricordato che il suo paese non può portare avanti una politica sanzionatoria verso la Russia che nel 2015 ha fatto di tutto per proteggerla, aiutandola sul tema della salvaguardia del territorio della nazione.

A proposito della delusione di Vucic sull’abbandono di Kherson, essa rispecchia la delusione dei molti russi che ricordano bene le rassicurazioni della Russia, quando fino ad ieri diceva “non abbandoneremo più Kherson”.

Perciò la ritirata, osannata sui media occidentali, dal lato dei russi non è un evento accettato a cuor leggero. Questo per una serie di motivi ben evidenziati dall’autore del canale telegram Hippy End:

1. La Russia per la prima volta nella sua storia, conferisce al nemico una parte significativa del territorio ufficiale della Federazione Russa, compresa la città principale di questo territorio e una parte significativa dei cittadini che hanno scelto la Federazione Russa in un referendum.

2. Tutti i suddetti cittadini ufficiali naturalizzati come appartenenti alla Federazione passano sotto il pieno potere di quegli stessi soggetti che la Russia ha definito “nazionalisti”.

3 . Lo stesso territorio russo è lasciato non solo al nemico, ma agli stessi nazionalisti che, dal punto di vista della Federazione Russa, sono soggetti a denazificazione.

4. Per giunta questo accade non durante la guerra, come è successo più di una volta nella storia della Russia – durante quelle stesse due guerre patriottiche nel 1812 e nel 1941-45 -, ma nel corso di una semplice “operazione militare speciale”.

5. I cittadini della Federazione Russa si trovano di fronte al fatto che, in caso di necessità militare – anche in futuro – parti significative del territorio dove i cittadini naturalizzati russi risiedono, comprese le principali città degli stessi soggetti della Federazione, possono essere abbandonate e cedute al nemico (il nemico dal punto di vista del Federazione Russa). È significativo che ciò accade in una situazione in cui la Federazione Russa dice che non sta facendo nessuna guerra.

Queste circostanze stridono con il fatto che la maggior parte degli stati del mondo sono obbligati a proteggere l’integrità territoriale del proprio paese e la vita dei propri cittadini, forse anche in virtù di un giuramento militare. (fine citazione)

Illudere le persone, non è mai una cosa buona.  Si promette ciò che si può mantenere. Probabilmente se agli abitanti di Kherson non fosse stata proposto la cittadinanza russa in un tempo così prematuro, adesso sarebbero più al sicuro.

È chiaramente contraddittoria la giustificazione del ripiegamento “Kherson e gli insediamenti adiacenti non possono essere completamente riforniti e funzionati, la vita delle persone è costantemente in pericolo”, ovvero che per assicurare la sicurezza della popolazione russa, questa debba passare alla parte ucraina.

Perciò, sebbene il ripiegamento in sé – di fronte ad una prospettiva di una inutile strage – è indice di un comportamento responsabile, la domanda è quanto sia accettabile la spiegazione dei motivi della ritirata e perché si è arrivati a questa situazione.

La spiegazione più coerente è forse quella che alcune fonti avevano ipotizzato alcuni giorni orsono. Cioè che il ritiro russo è sullo sfondo di un accordo segreto tra gli Stati Uniti e la Russia, che avverrebbe come condizione per aprire i negoziati.

Questo punto di vertiginosa incertezza è chiaramente aggravato dal fatto che non esiste una leadership politica all’altezza della situazione. In agenda vediamo solo parole vuote, mentre la politica di sicurezza occidentale resta chiaramente una politica predatoria che usa le guerre come superamento dei crolli finanziari.

Ovviamente la migliore vittoria è quando si vince senza combattere affatto, lo diceva il generale San Tzu nel 600 a.C.. Per converso, è terribile una guerra in cui strategia ed esiti non sono chiari e cambiano cammin facendo.  Allo stesso modo, è altrettanto terribile che nell’epoca in cui i leader di tutto il mondo gridano all’umano violato e fanno leggi repressive a tutela dei nuovi diritti e per la salute collettiva, essi non trovino un’intesa per fermare la guerra e continuino invece ad alimentarla.

VPnews

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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