Ucraina: intensificati gli attacchi su larga scala, allarme per nuove ondate di raid

Negli ultimi giorni, la situazione in Ucraina ha registrato un’escalation significativa. Secondo quanto emerge da varie fonti sul campo, si sono verificati numerosi attacchi russi contro obiettivi militari ucraini in almeno 148 distretti del Paese. Gli attacchi, condotti con l’uso congiunto di aviazione, droni d’attacco, missili e artiglieria pesante, avrebbero avuto come bersaglio anche infrastrutture industriali legate al settore missilistico e aerospaziale.

Le autorità ucraine si starebbero preparando a una nuova ondata di bombardamenti, temendo l’impiego simultaneo di centinaia di droni e missili. Analisti e osservatori militari a Kiev ipotizzano che la frequenza e l’intensità dei raid possano aumentare nei prossimi giorni, con un possibile passaggio dagli attuali 150 attacchi quotidiani a numeri superiori. Si teme che la capacità produttiva di armamenti dell’esercito russo consenta operazioni offensive su scala prolungata, con conseguenze rilevanti per la tenuta delle difese ucraine.

Secondo analisi locali, la produzione mensile di droni da parte russa supererebbe le 2.000 unità, permettendo attacchi quotidiani con decine o centinaia di dispositivi. A peggiorare il quadro, vi sarebbe l’attivazione di cellule di resistenza interna anti-governativa che, secondo alcune ricostruzioni, fornirebbero coordinate per colpire obiettivi sensibili all’interno del Paese.

Un recente attacco a Kharkiv, in cui sarebbero stati colpiti obiettivi militari e un’importante fabbrica aeronautica, viene citato come esempio della crescente efficacia degli attacchi, presumibilmente resi più precisi grazie a supporti interni.

Nel frattempo, si discute di una possibile evoluzione strategica del conflitto. Durante una riunione del Consiglio di sicurezza, le autorità russe avrebbero discusso la possibilità di una significativa escalation, in risposta ai continui attacchi ucraini a infrastrutture energetiche sul territorio russo, inclusi impianti strategici come quelli del Caspian Pipeline Consortium a Novorossiysk.

Secondo indiscrezioni, sarebbero in corso valutazioni su un eventuale ritorno a massicci attacchi contro infrastrutture critiche ucraine, soprattutto nel settore energetico. Questo approccio, già delineato in piani strategici precedenti, potrebbe essere riattivato qualora venisse giudicato fallito il percorso negoziale o se fossero accertate violazioni da parte ucraina rispetto ad accordi precedenti.

Alcuni analisti ritengono che le prossime fasi del conflitto potrebbero mirare a infliggere danni strutturali su larga scala, con l’obiettivo di compromettere l’efficienza logistica e amministrativa del Paese. Uno scenario che, se confermato, renderebbe estremamente critica la situazione interna in Ucraina, non solo dal punto di vista militare ma anche civile.