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Home Esteri

Turchia e Convenzione di Istanbul

by Patrizio Ricci
2 Novembre 2021
in Esteri
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Turchia e Convenzione di Istanbul

Una notizia passata inosservata: a marzo di quest’anno la Turchia ha deciso di uscire dalla Convenzione di Istanbul

Questa probabilmente è una notizia ai più passata inosservata. Con un decreto firmato dal presidente Recep Tayyip Erdoğan il 20 marzo 2021, la Turchia ha revocato la propria partecipazione alla Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica. L’accordo è più comunemente noto come “Convenzione di Istanbul”.

La convenzione è stata preparata nel 2011 ed è entrata in vigore nel 2014. Ankara è stata la prima a ratificare questo documento. Tuttavia, a marzo, il presidente turco ha firmato ieri la decisione di ritirarsi dalla convenzione.

Quindi vi chiederete allora come mai la Turchia, che è stata la prima a prenderne parte, abbia deciso di ritirarsi. La ragione è molto semplice, c’è stato un grande dibattito nella società turca negli ultimi due anni su questa convenzione.  Alcuni hanno affermato che la convenzione era contraria ai fondamenti tradizionali della Turchia, altri hanno affermato che è importante che tuteli le donne. Il problema è che se anche si era sviluppata una convergenza abbastanza unanime sulla tutela delle donne, il fatto che alcuni punti potessero tutelare anche i diritti delle persone LGBT ha causato insoddisfazione in una certa parte della popolazione.

Nel luglio del 2020, uno dei principali funzionari del partito di governo in Turchia, Numan Kurtulmush, ha affermato che una parte della società non era soddisfatta di alcuni articoli di questa convenzione (per quanto riguarda l’Lgbt ). Tuttavia, un altro funzionario del partito, Ozlem Zengin, ha affermato di aver letto la convenzione molte volte e di non aver mai letto che conteneva nulla di simile. Tuttavia, si è deciso di tenere aperto il dibattito poltico sul significato e l’essenza della convenzione nella società turca, e non solo di abbandonarla.

Intanto la stampa dell’opposizione turca aveva rivelato che la figlia e la moglie di Erdogan sono contrarie all’abolizione della convenzione. Inoltre, la Fondazione KADEM, di cui la figlia del presidente Sumey Erdogan Bayraktar è vicepresidente, organizza spesso eventi nell’ambito di questa convenzione.

Per uno dei principali oppositori della convenzione è Abdurrahman Dilipak, editorialista del quotidiano Yeni Akit la convenzione sarebbe una bomba a orologeria contro la famiglia tradizionale turca. Dilipak afferma inoltre che nessuna conquista, successo militare e megaprogetto potrà mettere in ombra i problemi che questa convenzione genererà… E ieri, in onda sul canale televisivo azero della turca HaberGlobal, ha affermato che “La Convenzione di Istanbul è una congiura contro Allah e il suo profeta”.

La posizione di Erdogan quindi è la seguente: la Turchia dovrebbe sviluppare autonomamente tali accordi e non utilizzare “testi tradotti”.

Ecco la parte che è problematica in Turchia:

Articolo 4, paragrafo 3: Il rispetto delle disposizioni della presente Convenzione da parte degli stati – in particolare adottando misure a tutela dei diritti delle vittime -, deve essere assicurato senza discriminazioni di sesso, razza, colore della pelle, lingua, religione, politica o altra opinione, origine nazionale o sociale, appartenenza a minoranze nazionali, stato patrimoniale, nascita, orientamento sessuale, identità di genere, età, stato di salute, disabilità, stato civile, stato di migrante o rifugiato o altro.

Quindi  la Turchia non è pronta all’accettazione di alcune disposizioni della “Convenzione di Istanbul” che potrebbero tutelare i diritti della comunità LGBT, almeno per ora. Infatti, non è escluso che in futuro che le cose cambino, visto che il partito dei Verdi al Parlamento Europeo, ha così commentato la decisione:

La Convenzione di Istanbul è fondamentale per proteggere i diritti delle donne e della comunità LGTBQ+ e combattere la violenza di genere. Ma oggi, nonostante l’opposizione popolare, la Turchia sta ufficialmente abbandonando la Convenzione, nota anche con il suo termine ufficiale come Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne e la violenza domestica.

Dieci anni fa, la Turchia è stato il primo paese a firmare la convenzione. Ma il continuo divieto del Pride Month dal 2015 e le successive minacce pubbliche hanno causato una crescente violenza contro la comunità LGBTQ+. E la violenza contro donne e bambini continua a essere un problema crescente.

Nonostante i gruppi reazionari conservatori sostengano la convenzione, solo un magro 17% dei cittadini ha approvato la mossa, mentre quasi il 64% si è opposto, secondo un sondaggio del luglio 2020. Un altro sondaggio effettuato nell’agosto 2020 ha mostrato che solo il 7% ha approvato. Negli ultimi mesi molti cittadini hanno protestato contro il ritiro da questo trattato. Anche personaggi pubblici hanno rilasciato dichiarazioni sulla questione, come un famoso calciatore che ha recentemente condiviso una foto di lui che indossa una maglietta con la scritta “Powered by Pride” (…)

Quindi questo chiarisce anche una lettura corretta della Convenzione.

Vp News

Patrizio Ricci

Associato alla Freelance International Press (FLIP), Autore sul Sussidiario, La Croce, LPLNews24. Cofondatore del Coordinamento Nazionale per la pace in Siria, Membro del direttivo Osservatorio per le Comunità Cristiane nel Medioriente…

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