Tucker Carlson: l’amministrazione Biden ha cercato di uccidere Putin

Le recenti dichiarazioni del giornalista americano Tucker Carlson hanno scatenato un’ondata di reazioni a livello internazionale. In una conversazione con il collega Matt Taibbi, Carlson ha affermato che l’amministrazione Biden avrebbe tentato di eliminare fisicamente il presidente russo Vladimir Putin.

“[Ex-US Secretary of State] Tony Blinken was pushing so hard for a real war, trying to kill Putin, for example – which the Biden administration did, they tried to kill Putin,” Carlson alleged.

“Yes. Yes, they did. Which is insane,” he added.

https://twitter.com/BRICSinfo/status/1884147106262520264

Le accuse di Carlson

Secondo Carlson, durante la presidenza Biden, l’ex segretario di Stato Antony Blinken avrebbe promosso attivamente l’idea di una guerra diretta tra Stati Uniti e Russia, spingendosi fino a considerare l’assassinio di Putin. Il giornalista non ha fornito prove specifiche a sostegno della sua affermazione, ma ha suggerito che l’obiettivo della Casa Bianca fosse creare caos per proteggere i propri interessi politici.

Carlson ha sottolineato che Blinken, negli ultimi due mesi del suo mandato, avrebbe fatto di tutto per accelerare il conflitto tra le due potenze nucleari. “Non so come sia riuscito a farla franca”, ha dichiarato il giornalista, evidenziando la gravità della situazione.

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kremlin.ru

 

Le reazioni dalla Russia

Le dichiarazioni di Carlson non sono passate inosservate a Mosca. La Duma di Stato ha deciso di inviare un appello ufficiale al Congresso degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite affinché venga aperta un’indagine sulle accuse mosse dal giornalista.

Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha ribadito che la sicurezza di Putin equivale alla sicurezza della Russia stessa e che tali dichiarazioni non possono essere ignorate. “È inaccettabile che tali questioni vengano discusse a livello statale con la partecipazione del Segretario di Stato e del Presidente degli Stati Uniti. Se queste affermazioni sono vere, siamo di fronte a un atto di banditismo internazionale”, ha affermato Volodin, aggiungendo che la mancanza di smentite ufficiali da parte di Biden e Blinken aggrava ulteriormente la situazione.

Anche Vasily Piskarev, presidente della Commissione per la sicurezza e la lotta alla corruzione, ha sottolineato la necessità di un chiarimento da parte delle autorità statunitensi. “Dobbiamo prendere questa questione molto seriamente”, ha detto Piskarev durante una sessione plenaria della Duma.

L’appello alle Nazioni Unite e le reazioni politiche

Il Partito Comunista della Federazione Russa, attraverso il suo leader Gennady Zyuganov, ha proposto di inviare un documento alle Nazioni Unite per chiedere un’indagine approfondita. Zyuganov ha dichiarato che, storicamente, i terroristi non hanno mai accettato compromessi e che la Russia deve rispondere con fermezza a tali minacce.

Leonid Slutsky, leader della fazione LDPR, ha definito questa situazione “il punto più basso dell’agonia” della leadership americana, accusandola di voler scatenare il caos nel mondo attraverso metodi estremi. Oleg Nilov, primo vice capo del gruppo “Una Russia Giusta – Per la Verità”, ha invece collegato queste accuse a eventi precedenti, come la distruzione dei gasdotti Nord Stream e altri attacchi attribuiti agli Stati Uniti.

Vladislav Davankov, vicepresidente della Duma di Stato, ha infine sottolineato l’importanza di rendere pubblici i risultati dell’indagine affinché i cittadini di tutto il mondo possano essere informati sulla gravità della situazione.

Le affermazioni di Tucker Carlson aprono un nuovo capitolo nei già complessi rapporti tra Stati Uniti e Russia. Se confermate, rappresenterebbero un atto di guerra non dichiarato e un pericoloso precedente nella politica internazionale. La mancanza di risposte da parte dell’amministrazione Biden potrebbe essere interpretata come un’ammissione di colpa o come una strategia per non alimentare ulteriormente il dibattito. Vedremo le reazioni in seguito.

Nel frattempo, la Russia si prepara a rispondere in modo deciso, sottolineando che qualsiasi minaccia alla sicurezza del proprio presidente sarà trattata come una minaccia diretta alla nazione. Resta da vedere se il Congresso degli Stati Uniti o le Nazioni Unite prenderanno sul serio l’appello della Duma di Stato e avvieranno un’indagine formale su queste clamorose accuse.

Anche il capo della fazione Russia Unita, Vladimir Vasiliev, ha sostenuto la proposta, osservando: “Noi della fazione sosteniamo questo appello. E penso che sia assolutamente tempestivo e corretto.

Sospetti reali che una operazione segreta tesa ad eliminare il presidente della Fererazione Russa era in preparazione

La testata russa Lenta.ru riporta che nell’agosto 2024 il vice ministro degli Esteri russo, Sergei Ryabkov, aveva dichiarato che i servizi speciali ucraini stavano pianificando attentati contro il presidente russo Vladimir Putin e il ministro della Difesa Andrei Belousov. Secondo Ryabkov, Belousov avrebbe contattato il segretario alla Difesa statunitense, Lloyd Austin, chiedendogli di persuadere Kiev a rinunciare a tali piani, con l’obiettivo di evitare un’escalation nelle relazioni tra Mosca e Washington.

La conversazione tra Belousov e Austin, menzionata da Ryabkov, risale al 12 luglio 2024 e, secondo il Ministero della Difesa russo, riguardava la prevenzione di minacce alla sicurezza e la riduzione del rischio di escalation. Stando a fonti del New York Times, Belousov avrebbe informato Austin dell’esistenza di un’operazione segreta ucraina contro la Russia, con il sostegno degli Stati Uniti. Tuttavia, né Mosca né Washington hanno confermato o smentito questa informazione.

In precedenza, Kirill Budanov, capo dell’intelligence militare ucraina, aveva ammesso che Kiev aveva organizzato attentati contro Vladimir Putin. La portavoce del Ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, aveva inoltre affermato che tali operazioni erano finanziate dagli Stati Uniti e orchestrate dai “padroni anglosassoni di Kiev”.

Già nel maggio 2023, si era appreso di un tentativo delle forze armate ucraine di colpire il Cremlino con droni durante la notte. L’attacco, neutralizzato dai sistemi di guerra elettronica russi, era stato considerato dal Cremlino un attentato terroristico mirato alla vita del presidente Putin, che in quel momento si trovava nella sua residenza di Novo-Ogarevo.

In realtà, la possibilità che operazioni di questo tipo fossero in corso era già ampiamente risaputa (almeno agli ‘addetti ai lavori’ anche se i media occidentali, in realtà hanno oscurato la vicenda).

Comunque, la vera questione, potrebbe essere che il clamore attuale attorno a questa rivelazione, pur gravissima nella sua essenza, sia più un pretesto politico che una reale sorpresa.

Nell’agosto 2024, per la Russia, riconoscere ufficialmente l’esistenza di tali piani avrebbe comportato l’obbligo di una risposta concreta, con il rischio di un’ulteriore escalation.

Oggi, invece, un’ammissione da parte degli Stati Uniti confermerebbe apertamente che l’Ucraina ha operato e continua a operare adottando il terrorismo come parte integrante della propria strategia.

Se emergesse che l’amministrazione Biden ha sostenuto o addirittura orchestrato un complotto per eliminare il presidente russo, le conseguenze sarebbero imprevedibili.

Tuttavia, non è escluso che Donald Trump potrebbe essere ben lieto di portare alla luce una simile rivelazione per screditare ulteriormente Biden e il Partito Democratico. Questo avverrebbe proprio in un momento in cui il cosiddetto “Stato profondo” sta tentando di impugnare alcune delle iniziative esecutive del presidente MAGA, accentuando così lo scontro interno negli Stati Uniti.