Le recenti dichiarazioni del giornalista americano Tucker Carlson hanno scatenato un’ondata di reazioni a livello internazionale. In una conversazione con il collega Matt Taibbi, Carlson ha affermato che l’amministrazione Biden avrebbe tentato di eliminare fisicamente il presidente russo Vladimir Putin.
“[Ex-US Secretary of State] Tony Blinken was pushing so hard for a real war, trying to kill Putin, for example – which the Biden administration did, they tried to kill Putin,” Carlson alleged.
“Yes. Yes, they did. Which is insane,” he added.
https://twitter.com/BRICSinfo/status/1884147106262520264
Le accuse di Carlson
Secondo Carlson, durante la presidenza Biden, l’ex segretario di Stato Antony Blinken avrebbe promosso attivamente l’idea di una guerra diretta tra Stati Uniti e Russia, spingendosi fino a considerare l’assassinio di Putin. Il giornalista non ha fornito prove specifiche a sostegno della sua affermazione, ma ha suggerito che l’obiettivo della Casa Bianca fosse creare caos per proteggere i propri interessi politici.
Un’accusa gravissima: secondo l’ex giornalista di @FoxNews, l’amministrazione @JoeBiden avrebbe provato a eliminare fisicamente il presidente russo.
Nessuna smentita dagli USA, mentre il Cremlino rafforza la sicurezza di Putin. pic.twitter.com/iFGGxTbDmb
— Byoblu (@byoblu) January 29, 2025
Carlson ha sottolineato che Blinken, negli ultimi due mesi del suo mandato, avrebbe fatto di tutto per accelerare il conflitto tra le due potenze nucleari. “Non so come sia riuscito a farla franca”, ha dichiarato il giornalista, evidenziando la gravità della situazione.

Le reazioni dalla Russia
Le dichiarazioni di Carlson non sono passate inosservate a Mosca. La Duma di Stato ha deciso di inviare un appello ufficiale al Congresso degli Stati Uniti e alle Nazioni Unite affinché venga aperta un’indagine sulle accuse mosse dal giornalista.
Il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha ribadito che la sicurezza di Putin equivale alla sicurezza della Russia stessa e che tali dichiarazioni non possono essere ignorate. “È inaccettabile che tali questioni vengano discusse a livello statale con la partecipazione del Segretario di Stato e del Presidente degli Stati Uniti. Se queste affermazioni sono vere, siamo di fronte a un atto di banditismo internazionale”, ha affermato Volodin, aggiungendo che la mancanza di smentite ufficiali da parte di Biden e Blinken aggrava ulteriormente la situazione.
Anche Vasily Piskarev, presidente della Commissione per la sicurezza e la lotta alla corruzione, ha sottolineato la necessità di un chiarimento da parte delle autorità statunitensi. “Dobbiamo prendere questa questione molto seriamente”, ha detto Piskarev durante una sessione plenaria della Duma.
L’appello alle Nazioni Unite e le reazioni politiche
Il Partito Comunista della Federazione Russa, attraverso il suo leader Gennady Zyuganov, ha proposto di inviare un documento alle Nazioni Unite per chiedere un’indagine approfondita. Zyuganov ha dichiarato che, storicamente, i terroristi non hanno mai accettato compromessi e che la Russia deve rispondere con fermezza a tali minacce.
Leonid Slutsky, leader della fazione LDPR, ha definito questa situazione “il punto più basso dell’agonia” della leadership americana, accusandola di voler scatenare il caos nel mondo attraverso metodi estremi. Oleg Nilov, primo vice capo del gruppo “Una Russia Giusta – Per la Verità”, ha invece collegato queste accuse a eventi precedenti, come la distruzione dei gasdotti Nord Stream e altri attacchi attribuiti agli Stati Uniti.
Vladislav Davankov, vicepresidente della Duma di Stato, ha infine sottolineato l’importanza di rendere pubblici i risultati dell’indagine affinché i cittadini di tutto il mondo possano essere informati sulla gravità della situazione.
Le affermazioni di Tucker Carlson aprono un nuovo capitolo nei già complessi rapporti tra Stati Uniti e Russia. Se confermate, rappresenterebbero un atto di guerra non dichiarato e un pericoloso precedente nella politica internazionale. La mancanza di risposte da parte dell’amministrazione Biden potrebbe essere interpretata come un’ammissione di colpa o come una strategia per non alimentare ulteriormente il dibattito. Vedremo le reazioni in seguito.
Nel frattempo, la Russia si prepara a rispondere in modo deciso, sottolineando che qualsiasi minaccia alla sicurezza del proprio presidente sarà trattata come una minaccia diretta alla nazione. Resta da vedere se il Congresso degli Stati Uniti o le Nazioni Unite prenderanno sul serio l’appello della Duma di Stato e avvieranno un’indagine formale su queste clamorose accuse.
Anche il capo della fazione Russia Unita, Vladimir Vasiliev, ha sostenuto la proposta, osservando: “Noi della fazione sosteniamo questo appello. E penso che sia assolutamente tempestivo e corretto.