Trump: i vertici del Pentagono sono interessati solo a fare più guerre per la gioia delle multinazionali delle armi

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Trump è ancora presidente e non è stato rimosso perchè ha coniugato l’accettazione dello ‘status quo’ con il suo programma di ‘prosciugare la palude’ del Deep State e di riportare il popolo americano alla Casa Bianca.

Addivenire a più miti pretese è l’esito della lotta in atto tra i massimi vertici dello stato. Una politica programmatica ‘annacquata’ è il risultato triste di questo stato di cose.
Uno questi esempi di compromesso è il segretario alla Difesa Mark Esper: era il principale lobbista di Washington dell’appaltatore della difesa Raytheon Co. prima di diventare segretario dell’esercito nel 2017.

Ovviamente l’intendimento manifestato da Trump – nel suo discorso di insediamento – “di prosciugare la palude”, fornisce la misura della lotta nella sua amministrazione dove è costretto continuamente a ‘puntellare’ la presidenza acquisendo ella sua squadra alcuni dei suoi peggiori avversari.

Questo può lasciar sorpresi e far venire il mal di testa. Ma è noto di come esista negli Stati Uniti , tra i diversi organi sello stato, una divisione molto profonda. Ove alcuni settori rispondono soprattutto ad interessi privatistici ed altri settori che sono più attaccati al bene pubblico.

In linea recentemente riferendosi ai militari, in una conferenza stampa della Casa Bianca lunedì, ha detto: “Non sto dicendo che i militari sono innamorati di me. I soldati lo sono “, ha detto Trump. Ed ha ggiunto: Le persone al vertice del Pentagono probabilmente non lo sono perché non vogliono fare altro che combattere guerre in modo che tutte quelle meravigliose compagnie che producono bombe e aerei e tutto il resto rimangano felici” (Abc News).

Durante tutta l’amministrazione Trump, il presidente ha sostenuto con con convinzione l’industria della difesa statunitense e i posti di lavoro che essa crea, sia in patria che attraverso accordi all’estero . Ma nello stesso tempo, nel dicembre 2018, ha definito “pazzi” i livelli di spesa per la difesa degli Stati Uniti.

Ora da qualche settimana va in scena la vicenda che Trump aveva detto un dato, giorno un dato posto, che i marines nella prima guerra mondiale – in un dato giorno, in un dato posto-  sono stati vigliacchi. Tutta la stampa gli è andato dietro anche se non ci sono evidenze con quello che ha detto Atlantic. Il circo di Washington, però, fa felici i media (ogni giorno novità, sorprese, colpi di scena), gli apparati del Deep State (militari, spionaggio, industria degli armamenti) che difendono i loro lauti bilanci e soprattutto i democratici, che possono recitare la parte degli eroici difensori della democrazia americana quando in realtà non stanno facendo nulla (libertaegiustizia).

Per concludere, un particolare che definirei ironicamente ‘curioso’. Della critica di Trump ai vertici militari – che sono come parte integrante e funzionali alle multinazionali delle armi e delle aziende private appaltatrici della Difesa – , hanno ripreso almeno 20 giornali che ho consultato dopo una ricerca. Tutti però – con mio grande sconcerto-  hanno riportato esattamente la notizia ed esattamente allo stesso modo. E’ molto interessante che tutti lo hanno fatto riportando alla ribalta le chiacchiere di The Atlantic del vilipendio alla memoria dei caduti: sono molto probabilmente chiacchiere per nulla provate ma buone evidentemente a ‘bilanciare’ la faccenda gravissima della denuncia delle guerre funzionali alla macchina militare industriale. E’ così che si annulla ogni possibilità di pace e progresso.

Dalla nostra abbiamo solo la nostra libertà, curiamo la nostra libertà di giudicare e di informarci.

@vietatoparlare

Patrizio Ricci
Patrizio Riccihttps://www.vietatoparlare.it
Con esperienza in testate come il Sussidiario, Cultura Cattolica, la Croce, LPLNews e con un passato da militare di carriera, mi dedico alla politica internazionale, concentrandomi sui conflitti globali. Ho contribuito significativamente all'associazione di blogger cristiani Samizdatonline e sono socio fondatore del "Coordinamento per la pace in Siria", un'entità che promuove la pace nella regione attraverso azioni di sensibilizzazione e giudizio ed anche iniziative politiche e aiuti diretti.

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